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Grazie al più grande di tutti
Stan Lee
REFLECTIONS
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14/11/2018
Stan Lee
Grazie al più grande di tutti
Addio Stan “The Man” Lee, con infinito amore ti ringrazio e ti auguro di sorridere come hai sempre fatto anche lì dove adesso ti trovi. Excelsior! (Testo: Simone Nicastro; illustrazione: Mirko Fascella)
di Simone Nicastro

Da qualche anno ho la fortuna di scrivere in questo splendido spazio che Loudd dedica al cinema e alle serie tv. E mi rincresce, devo ammetterlo, perché a volte le mie parole non riescono ad essere all’altezza di come vorrei e soprattutto di come meriterebbero le opere di cui mi permetto di scrivere. Soprattutto perché in molti casi queste opere sono realizzate o ispirate alla Marvel. Sono sicuro che ormai siano veramente pochi quelli su questo nostro pianeta che non sappiano cos’è la Marvel e, quei pochi, nella maggior parte dei casi, non ne hanno una colpa diretta. Ma cos’è la Marvel per me?

È un luogo preciso, prima di tutto cartaceo e poi cinematografico/televisivo, con cui sono cresciuto, in cui ho mosso i primi passi della lettura e della mia immaginazione, dove ho iniziato ad imparare alcuni valori fondamentali che mi avrebbero accompagnato per tutti gli anni a venire. La Marvel è uno spazio che si “sovrascrive” al mio in cui vivono amici, padri, madri, fratelli e sorelle che nella loro normalità e straordinarietà affrontano i miei stessi problemi e gioiscono delle stesse felicità. La Marvel è sostanzialmente un universo di fantasia immerso nella nostra realtà che ha reso e rende la mia esistenza e quella di intere generazioni migliori di come sarebbero state senza.

In questo universo ci sono le battaglie spettacolari e ci sono i rapporti fondamentali di cui viviamo tutti, c’è il “sense of wonder” e c’è la drammaticità del quotidiano, ci sono i costumi colorati e i semplici e medesimi gesti di tutti i nostri giorni. Sfogliare le pagine dei comics e/o ammirare le immagini sul grande/piccolo schermo non serve ad altro che a riverberare nel nostro presente quanto amore, odio, eroismo, meschinità, socialità, solitudine e stupore incontreremo ogni mattina da quando apriremo gli occhi. Peter, Reed, Matt, Tony, Steve, Sue, Kitty, Jean, Ororo, Scott, Stephen e centinaia di altri si muovono in quegli spazi definiti (ma neanche tanto!) passo dopo passo insieme ai miei dal giorno della mia stessa nascita. Perché quando sono venuto al mondo, la maggior parte di loro esisteva già e molti di questi, probabilmente, quando morirò continueranno per il loro cammino. Certo sembrano non invecchiare mai e in tanti (troppi forse) casi vengono a mancare solo per rinascere più in là, ma in certe storie sono sicuramente già più anziani e saggi del sottoscritto, hanno alle spalle tutta la tragicità di una esistenza intera e possiedono quello sguardo sicuro e comunque ottimista di quanto bello, meraviglioso e straordinario sia il nostro vivere.

Come per tutte le cose importanti della vita ci sono i momenti più importanti e quelli meno, racconti indelebili e tante storie dimenticabili e dimenticate, parole, disegni e visioni imprescindibili e il resto che poco conta o solamente probabilmente è irrilevante. In ogni luogo che ho vissuto la Marvel si è preso la maggior parte dello spazio, quasi sempre lì in bella vista o dietro/dentro qualche mobile, mensola o personal computer. Tante volte penso a quanto mi sono perso, mi sto perdendo e mi perderò nel continuo divenire di questo universo (universi), ma poi so che è sempre stato così, basta alzare lo sguardo e osservare quel che abbiamo intorno in ogni attimo. Nel frattempo, invece possiamo continuare a sorprenderci per qualche novità, per un ricordo all’improvviso, per la speranza di essere ancora parte integrante di questo futuro ancora in espansione e mai sazio di affrontare tutto ciò che ci aspetta.

Nella Marvel l’invenzione più grande è stato rendere tutto questo una esperienza propriamente umana: sotto lo stesso cielo, tra le stesse strade e nel nostro medesimo tempo. Qualità e difetti di ognuno inclusi. Chiunque guardi in aria a New York cerca istintivamente qualcuno che volteggia con una ragnatela, rotea tra le nuvole un “martello”, sfreccia con dei propulsori o utilizza semplicemente delle ali piumate attaccate alla schiena. Hell’s Kitchen, Queens, Broadway, Upper East Site, Madison Avenue, Contea di Westchester, tra tetti, vicoli, parchi, grattaceli e periferia si percepisce la presenza degli eroi della Casa Delle Idee (altro modo con cui viene comunemente chiamata la Marvel). Persino il Wakanda, Latveria e la Terra Selvaggia ormai sembrano esistere sulle carte geografiche più aggiornate. Nell’universo Marvel, l’uomo con le proprie limitate capacità (e nonostante i superpoteri), pur non essendo al centro di tutto (ci sono Dei, Divinità, Alieni e Forme Ancestrali di ogni dove e quando), è l’essere privilegiato che può sperimentare, combattere e infine vivere all’altezza del significato e della bellezza di quel tutto, percepibile e non.

Come avrete ben capito questo mio sproloquio poco originale, un po’ confusionario e molto (molto) emotivo non è altro che il tentativo di salutare colui che ha ideato e permesso quel che vi ho raccontato, che ha creato e/o co-creato questo universo, che a supervisionato, espanso, adattato e fino all’ultimo respiro plasmato la Marvel utilizzando proprio quella “sua” umanità che non può che essere definita se non da autentico supereroe. Il più grande dei supereroi per quanto mi riguarda. Il più grande di tutti.  Stan Lee ci ha lasciato in queste ore ma mai e poi mai potrà essere dimenticato. Addio Stan “The Man” Lee, con infinito amore ti ringrazio e ti auguro di sorridere come hai sempre fatto anche lì dove adesso ti trovi. Excelsior!

(Disegno di MIRKO FASCELLA)