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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
24/07/2018
Mason
Harbour
Eclettismo ben sopra la media per questo terzetto della Virginia organizzato attorno al poli-poli strumentista Jim Galyon...

Eclettismo ben sopra la media per questo terzetto della Virginia organizzato attorno al poli-poli strumentista Jim Galyon (chitarra, sax, flauto, occasionalmente pianoforte) ma dominato per lunghi tratti dal suono dell’Hammond di Steve Arcese, cupo, distorto ai limiti del gotico truculento, una quinta scenica che conferisce un sentore di voodoo negroide al soul già bollente del gruppo (Let It Burn). Brani derivati da jam libere, e laddove l’improvvisazione si fa più elastica e addirittura jazzata, il gruppo funkeggia su giri di basso e organo dalla pelle bianca, come i migliori Climax Blues Band con l’aggiunta di fiati alla Black Widow. Ma se nel bel mezzo di Electric Sox And All doveste risvegliarvi dall’incubo pensando di essere da qualche parte tra Gentle Giant e Weather Report, niente paura: abbandonatevi ai sette minuti di Tell Me, heavy rock stracarico di cowbell da roadhouse, pulsioni di basso e strati chitarristici in puro sound motociclistico marca Steppenwolf. Se non vi basta c’è poi Travelin', stessa roba ma ancora più martellante nel basso profondo e sabbathiano di Arcese. Per i temerari seguono gli otto minuti e mezzo di Harbour, landa crepuscolare in cui è veramente difficile capire dove il gruppo vada a parare, finché non ci rendiamo conto di essere nel mezzo di un depresso blues esistenzialista e rallentato come il battito di un malato, in cui uno svogliato Tim Buckley si presta alle saghe sociopatiche dei Van Der Graaf. Tra tanto cupo torpore, la rilucente Golden Sails, Ian Anderson che canta Tangerine con CSN&Y, acquista ancora più risalto grazie ad un appiccicoso ritornello. Nella stessa vena folk-prog anche l’elegia pastorale di Charlotte. Ce n’è per tutti!

La Gear Fab ha ristampato l’album in CD nel 1999, con tanto di 2 bonus tracks ed esaurienti note di copertina. Più complessa la situazione del LP originale, distribuito dalla piccola Eleventh Hour e catalogabile come R2. Sono due le versioni che circolano: la primissima stampa è una “private press”: in copertina la scritta MASON su cartoncino giallo incollato sulla busta esterna bianca e label interamente gialla; una seconda versione presenta la stessa copertina in bianco e nero che sarà poi del CD e label nera/arancione.

Steve Arcese: organ, bass, vocals

Jim Galyon: bass, flute, sax, guitar, vocals

Margan Hampton: drums, vocals