Una canzone leggendaria, oggetto di numerose cover, il cui strano titolo deriva dal motto di Boys Town, una comunità formata nel 1917 da un prete cattolico di nome Padre Edward Flanagan.
Situato a Omaha, nel Nebraska, Boys Town era un luogo dove i ragazzi in difficoltà o senza casa potevano richiedere aiuto. Nel 1941, padre Flanagan stava guardando una rivista chiamata The Messenger, quando si imbatté in un disegno di un ragazzo che portava un ragazzo più giovane sulla schiena, con la didascalia: "Non è pesante, signore, è mio fratello".
Padre Flanagan pensava che l'immagine e la frase catturassero lo spirito di Boys Town, quindi ottenne il permesso di utilizzarla e commissionò una statua del disegno con l'iscrizione: "Non è pesante, padre, è mio fratello". La statua e la frase sono diventate, poi, il simbolo identificativo di Boys Town. Nel 1979, quando anche le ragazze furono ammesse all’interno della comunità, il nome fu cambiato in Girls And Boys Town, mentre il logo è stato aggiornato con l'aggiunta del disegno di una ragazza che trasporta una ragazza più giovane.
La storia dei due fratelli, però, non era solo simbolica, ma si riferiva a un fatto realmente accaduto proprio nella comunità di padre Flanegan. Nel 1921, a Boys Town, era residente un ragazzo che aveva difficoltà a camminare. Indossava tutori per le gambe, ma faceva una gran fatica a deambulare, così gli altri ragazzi spesso facevano a turno portandolo in giro sulla schiena.
La vicenda della casa di accoglienza di Boys Town era una di quelle storie edificanti che tanto piacevano all’opinione pubblica americana, cosìcche, nel 1938, uscì nelle sale un film intitolato Boys Town, interpretato da Spencer Tracy, nel ruolo di padre Flanagan, e da Mickey Rooney. Nel 1941, venne addirittura realizzato un sequel intitolato Men Of Boys Town, in cui venne usata per la prima volta la frase "Non è pesante, padre, è mio fratello", parole che successivamente ispirarono una canzone.
"He Ain’t Heavy, He's My Brother" nacque dalla collaborazione fra due grandi compositori del tempo, e cioè Bobby Scott (pianista che aveva collaborato per artisti come Aretha Franklin, Marvin Gaye e Bobby Darin) e Bob Russell (paroliere alla corte di Duke Ellington e Carl Sigman), che morì poco dopo a causa di una grave malattia.
Questa fu pubblicata originariamente come singolo da Kelly Gordon, cantante, songwriter e produttore, noto per aver messo mano a "Ode To Billie Joe" di Bobbie Gentry, brano che nel 1968 vinse ben tre Grammy Awards.
Il brano, però, raggiunse un considerevole successo quando, sempre nello stesso anno, fu pubblicata come singolo dagli Hollies (che nel frattempo avevano perso Graham Nash, che era andato a formare i CS&N). Questi erano alla ricerca di canzoni da interpretare, quando nelle mani del chitarrista Tony Hicks finì la demo di "He Ain’t Heavy, He's My Brother", che precedentemente era stata offerta a Joe Cocker, il quale l’aveva sdegnosamente rifiutata. Hicks si innamorò subito del brano, ma lo riteneva troppo lento e troppo sdolcinato, come se fosse un 45 giri suonato alla velocità di un 33.
Quando lo propose alla band, gli Hollies si misero al lavoro, lo accelerarono e unirono l’orchestra, lasciando invariati solo i testi di Russell, che di lì a poco, come accennato, sarebbe morto, ragion per cui la band rinunciò alle royalties derivanti dalla pubblicazione. In quelle sessioni di registrazione, al pianoforte compare un imberbe Elton John, che hai tempi lavorava come turnista e che fu pagato, per il suo contributo, “la bellezza” di 12 sterline.
La canzone, che nella versione degli Hollies raggiunse la terza piazza delle classifiche inglesi e la settima di quelle statunitensi, è stata nel tempo coverizzata da moltissimi artisti, tra cui Neil Diamond, Gotthard e dagli Housemartins sul loro disco d’esordio, London 0 Hall 4, in una suggestiva versione a cappella.