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REVIEWSLE RECENSIONI
04/02/2019
Maggie Rogers
Heard It In a Past Life
Qui ci sono canzoni, confezionate ad arte, ma stranamente genuine, e capaci, grazie a melodie di presa immediata di scalare le classifiche di ascolto e di divenire autentici tormentoni

Maggie Rogers è diventata famosa nel 2016 con Alaska, canzone che ha scritto in circa 15 minuti e che, incredibilmente, è diventata una super hit. Si, avete letto bene: solo quindici minuti. E la cosa sbalorditiva è che la Rogers ha scritto Alaska per una master tenutosi presso la New York University e diretto da Pharrell Williams. Il quale, intuendo il grande potenziale del brano, ha realizzato un video, diventato poi virale, per accompagnare la canzone, contribuendo così all’inaspettato successo della Rogers.

L'EP di debutto della cantante indie-pop, Now That the Light Is Fading, era stato rilasciato, meno di un anno dopo, il 17 febbraio 2017, e arrivava dopo due album pubblicati in modo indipendente, The Echo (2012) e Blood Ballet (2014).  L'esordio su una major avviene, dunque, con questo Heard It In a Past Life che, a pochi giorni dalla sua uscita, ha già strappato numerosi consensi e critiche entusiastiche da buona parte della stampa specializzata.

Che sia nata una stella è difficile dirlo e probabilmente lo capiremo solo fra qualche tempo; ma che la Rogers sia dotata di un grande talento, è fuori di dubbio. Heard It In a Past Life non è certo un disco dal grande valore artistico, ma se lo scopo è quello di riempire il dancefloor e intasare i passaggi delle radio FM, lo scopo è perfettamente centrato. Le dodici canzoni che compongono la scaletta, infatti, sono tutte clamorosamente orecchiabili, ma la materia pop dance è rivisitata con gusto e stile personalissimi, circostanza che colloca la Rogers in una terra di confine fra mainstream e indie, con risultati spesso sorprendenti.

Intendiamoci: non c’è nulla che faccia gridare al miracolo, ma il risultato complessivo è di gran lunga superiore alla media del prodotto. Se le liriche, che hanno per tema l’ultimo anno e mezzo di vita della Rogers, e raccontano gioie, dolori e spaesamenti di una ventenne alle prese con un cambiamento radicale della propria vita, lasciano un po' a desiderare, queste dodici tracce di synth pop, nonostante il mood spensierato e prevalentemente divertito, sono però attraversate da una profonda emotività, che le rende credibili e sincere.

Insomma, qui ci sono canzoni, confezionate ad arte, ma stranamente genuine, e capaci, grazie a melodie di presa immediata (la celebre Alaska, Light On, The Knife, la splendida Overnight), di scalare le classifiche di ascolto e di divenire autentici tormentoni.

E quando inizia l’ascolto di Past Life, una gemma per pianoforte e voce, languida e dolente, è evidente che Maggie Rogers non è solo la new sensation del pop americano, ma un’artista dotata di una splendida voce e capace anche di commuovere con canzoni adulte e dense di sentimento. Perché, in fin dei conti, Maggie ha solo ventiquattro anni e la leggerezza non è un crimine, anzi. Certe canzoni, però, danno l’esatta misura di che cosa ci si potrebbe aspettare in futuro. Il presente è questo Heard It In a Past Life, dance pop, ma di gran classe. Godetevelo, e per il resto: ad maiora!