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REVIEWSLE RECENSIONI
18/06/2021
Texas
Hi
Decimo album in studio per gli scozzesi Texas, capaci ancora di scrivere canzoni pop deliziosamente retrò.

Jump On Board, uscito quattro anni fa, fotografava una band consapevole dei propri mezzi, capace ancora di sfornare deliziosi pasticcini pop, ma in una fase, se così si può dire, riflessiva e interlocutoria. All’orizzonte, infatti, si profilava il trentesimo anniversario di Southside (1989), album d’esordio e riuscitissimo melange di country, blues e rock, con il quale la storia della band scozzese ebbe inizio.

Per celebrare degnamente il debutto, il gruppo, nel 2019, aveva messo mano ai propri archivi alla ricerca di qualcosa di speciale da condividere con i fan. Furono scoperti diversi tesori provenienti dalle sessioni di Southside, ma non solo, visto che quell’attività di ricerca portò alla luce una miniera d'oro più grande: parecchi nastri di registrazioni incompiute per White on Blonde (1997), loro quarto e più celebrato disco. Sharleen Spiteri e Johnny McElhone, le due menti pensanti dei Texas, decisero che questo materiale accantonato era troppo buono per essere lasciato incompiuto. Fu avviato, quindi, un lavoro restauro, ma poi il brillante processo creativo spronò i Texas a comporre del materiale originale per un nuovo disco, il decimo in studio, prodotto dalla mano esperta di McElhone.

In Hi convergono diversi elementi sonori che includono vintage R&B (Just Want to Be Liked), atmosfere dal tocco country (Moonstar), pulsante power pop (Sound of My Voice) e il connubio riuscitissimo tra western e hip-hop (la title track con il piccante cameo dei Wu-Tang Clan). E poi c'è il singolo Mr. Haze, evidente omaggio al suono Motown, punto di fusione fra dance e soul, un viaggio nella nostalgia che campiona Love's Unkind, hit del 1977 a firma Donna Summer.

Una varietà di temi stilistici che da sempre fanno parte del bagaglio dei Texas e che in Hi, però, sembrano indossare abiti più lussuosi e sgargianti. Merito di un ottimo lavoro in studio, in fase di produzione, e del contributo indispensabile di un gruppo di sessionisti perfettamente a loro agio nel dare manforte al nucleo storico della band: Michael Bannister e Eddie Campbell (tastiere), Ally McErlaine (chitarra), Tony McGovern (chitarra). Questi quattro musicisti, insieme a Spiteri e McElhone, rispettivamente alla chitarra e al basso, infondono in ciascuna delle dodici tracce di Hi (quattordici nell’edizione deluxe) quel trasporto e quella perizia che da sempre connotano la musica dei Texas.

Non dimentichiamo, ovviamente, quell’elemento essenziale che è la voce di Sharleen Spiteri, così carica di passione e di sentimento (ascoltate Unbelievable e You Can Call Me), e capace di funzionare alla grande anche quando si misura con quella altrui: il duetto con la cantante-attrice Clare Grogan, in Look What You've Done, e con RZA e Ghostface Killah del Wu-Tang Clan, nella citata Hi, sono tra i migliori momenti in scaletta.

Il disco cresce a ogni ascolto e viene spontaneo affermare che i Texas, nonostante gli anni di carriera alle spalle, abbiano ritrovato un’esuberante spinta artistica e quell’ispirazione che ha contraddistinto i loro giorni migliori. Indipendentemente dal suo destino commerciale, Hi è un album di pop elegantemente confezionato, a cui è difficile restare indifferenti, e se anche non è destinato a fare la storia di questo 2021, risulterà un’ottima colonna sonora per accompagnare, con leggerezza, l’estate ormai alle porte.


TAGS: Hi | loudd | NicolaChinellato | pop | recensione | review | Texas