La notte del 20 settembre 1973, Jim Croce, insieme al pilota Robert N. Elliott, al compagno di band, Maury Muehleisen, al comico George Stevens, al manager Kenneth D. Cortese e al road manager Dennis Rast, sale su un aereo noleggiato all’aeroporto di Natchitoches, Louisiana, per raggiungere Sherman, in Texas, dove il giorno dopo deve tenere un concerto. L’aereo, però, si schianta subito dopo il decollo, finendo contro un albero di Pecan, l’unico presente lungo il perimetro della pista di volo. Errore del pilota, svelerà un’indagine successiva, che non era nelle condizioni psicofisiche necessarie per pilotare, e che, annebbiato dalla stanchezza, decollò sottovento facendo perdere immediatamente quota al veivolo.
Muore così, a soli trent’anni, Jim Croce, esattamente il giorno prima della pubblicazione di I Got A Name, il primo singolo estratto dall’omonimo album, e hit che darà allo sfortunato songwriter un clamoroso riscontro, seppur postumo, in termini di vendite e di notorietà. A dispetto dei tragici eventi che hanno anticipato la pubblicazione del brano, I Got A Name, è una canzone assertiva, che parla di quel sentimento di felicità che si prova a essere se stesso e inseguire i propri sogni, nonostante il giudizio della gente e gli imprevisti della vita.
A differenza di quasi tutto il materiale dell’album, il brano, però, non fu scritto da Croce, ma da Charles Fox (quello che scrisse la sigla di Love Boat, per intenderci) e Norman Gimbel (altro formidabile autore di colonne sonore), e la canzone venne inserita in scaletta dal musicista come omaggio al padre di Jim, che era morto prima di vedere il figlio diventare un apprezzato cantautore folk rock.
I Got A Name, io ho un nome, e sono orgoglioso di portarlo, a testa alta, e di fare la vita che voglio, di inseguire quel sogno che, invece, mio padre aveva tenuto nel cassetto, nascosto agli occhi di tutti: “Come i pini che fiancheggiano la strada tortuosa, Ho un nome, ho un nome, Come l'uccello che canta e il rospo gracchiante, Ho un nome, ho un nome. E lo porto con me come faceva mio padre, Ma sto vivendo il sogno che lui ha tenuto nascosto”.
Il sogno di Jim è suonare, scrivere e cantare canzoni, e anche se questa passione non lo porterà da nessuna parte, nel realizzarla consiste la felicità della sua vita:” Come il vento del nord che sibila nel cielo, Ho una canzone, ho una canzone. Come il vortice dell'idromassaggio e il pianto del bambino, Ho una canzone, ho una canzone. E la porto con me e la canto forte, e anche se non mi porta da nessuna parte, ne andrò orgoglioso”.
Per quanto possa sembrare pazzo, Jim ha intrapreso un percorso e non tornerà indietro, continuerà a seguire il suoi sogni, a testa alta, orgogliosamente, nonostante lo sdegno e il disprezzo altrui. Anzi, invita tutti coloro che sono disposti a seguirlo in questo cammino verso la libertà, a unirsi a lui, perché solo così potranno vivere appieno le loro vite: “Come lo sciocco che sono e sarò sempre, Ho un sogno, ho un sogno.Possono cambiare idea (su di me, ndr.) ma non possono cambiare me…se stai andando per la mia strada, verrò con te…Andando avanti così la vita non mi sfugge”. Non bisogna vivere di rimpianti e guardare al passato, ma andare sempre avanti, vivere il presente, proiettarsi nel futuro, mantenere alto il proprio nome, la propria identità, la propria passione.
Il sogno di Croce, però, s’infranse troppo presto, e il musicista non poté mai sapere quanto quella sua canzone sarà amata dal pubblico di ogni epoca: decima piazza raggiunta nelle chart americane, in cui resterà per diciassette settimane, e poi, nel corso dei decenni, la presenza nella colonna sonora di numerosi film, tra cui Django Unchained (2012) di Quentin Tarantino, che riportò in auge il brano, facendolo conoscere anche alle nuove generazioni.