Cerca

logo
TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
I Love You, I'm Sorry
Gracie Abrams
2024  (Interscope)
POP
all TRACKS
12/05/2025
Gracie Abrams
I Love You, I'm Sorry
Tratto dal secondo album in studio della cantautrice americana Gracie Abrams, I Love You, I'm Sorry è il resoconto spietato e senza filtri di una relazione d'amore collassata

I Love You, I’m Sorry è un titolo che veicola due concetti apparentemente inconciliabili, l’amore e il dispiacersi, la cui conflittualità è stata cristallizzata nel tempo da quella iconica frase tratta da Love Story, pellicola di Arthur Hiller, datata 1970: “Amare significa non dover mai dire mi dispiace”.

Chi ama non ha bisogno di scuse, perché seguendo il proprio cuore non sbaglia mai. Questo, almeno, nel mondo zuccheroso di una relazione perfetta tra due anime nobili capaci di ogni sacrificio pur di consegnare la felicità nelle mani dell’amato.

Ovviamente, tutto ciò difficilmente avviene nel mondo reale, in cui le storie d’amore, anche le più intense e stabili, vivono di alti e bassi, di tormenti, di recriminazioni, di conflitti, e di dolore. Semplicemente, è la vita, il quotidiano, che intercetta l’amore anche quando lievita a mezz’aria, riportandolo coi piedi per terra.

E’ questo il tema dell’appassionata ballata scritta dalla cantautrice statunitense Gracie Abrams, insieme all’amica di lunga data Audrey Hobert e al produttore Aaron Dessner, membro fondatore della band The National e già al servizio di Taylor Swift (Folklore e Evermore).

Con I Love You, I’m Sorry, terza traccia del suo secondo album in studio, The Secret Of Us (2024), la Abrams affronta senza filtri il tracollo di una relazione amorosa al collasso.

 

Credimi, so che è sempre stato un problema mio

Ti amo, mi dispiace…

Mi affaccio malinconicamente fuori dalla finestra e guardo il sole tramontare sul lago

Potrebbe non sembrare reale, ma va bene,

Perché è proprio così che va la vita

 

Questa ballata sulla fine di un amore mostra chiaramente il cuore spezzato della Abrams, esplorando temi come il rimorso, le opportunità mancate e la disperata speranza di riconciliazione. Abrams dipinge il ritratto agrodolce di un amore sbiadito, e il desiderio palpabile per ciò che avrebbe potuto essere si tinge della dura realtà del presente. La sentiamo alle prese con la logica del “se”, quella voce fastidiosa che chiede di continuo se i due amanti avrebbero potuto risolvere i loro problemi in qualche modo. Le liriche, quindi, traboccano di cruda onestà, riconoscendo sia gli aspetti positivi che quelli negativi della relazione ("Sei il migliore ma sei il peggiore").

Il titolo stesso racchiude il nucleo emotivo della canzone: scuse sincere intrecciate con un amore che si rifiuta di morire. È un sentimento con cui la maggior parte di noi può identificarsi, è il desiderio di riavvolgere il tempo e correggere i propri errori, il tutto riconoscendo la dolorosa verità dei fatti.

I Love You, I'm Sorry" prosegue la narrazione iniziata da Abrams con il suo singolo del 2020, "I Miss You, I'm Sorry”, facendo abilmente riferimento al suo predecessore sia nel titolo che nella struttura, grazie a quel ritornello finale che rispecchia l’outro della canzone pubblicata quattro anni prima, come se la cantautrice volesse sottolineare la connessione emotiva fra i due brani, come se stesse rivisitando lo stesso dolore, ma attraverso una nuova prospettiva.

Sfido la fortuna, si vede

Per fortuna non hai mandato qualcuno ad uccidermi

Ti amo, mi dispiace

Eri il migliore ma eri il peggiore

Per quanto possa sembrare malato, ti ho amato per prima

Ero uno stronza, ecco quello che è

Un'abitudine da calciare, la maledizione secolare