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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
I Was a Teenage Anarchist
Against Me!
2010  (Sire Records)
PUNK
all TRACKS
29/06/2020
Against Me!
I Was a Teenage Anarchist
Chi di noi non ha mai voluto mettere a ferro e fuoco il mondo? Chi non ha mai cercato (e magari trovato) un’ideologia a cui appartenere, una rivoluzione o un obiettivo per cui combattere? Siete ancora quel ragazzo/a? Il mondo lo volete ancora cambiare?

Quando vai a Los Angeles e segui il punk come una religione non puoi non andare a Venice Beach. Sporca, piena di senzatetto che hanno oramai il domicilio sui marciapiedi e di turisti che spesso trovi a mangiare in locali a distanza di tre metri da queste mini baraccopoli improvvisate. Al tempo stesso però, Venice è inevitabilmente e inequivocabilmente iconica, con il fascino dell’irraggiungibile bellezza, dei meravigliosi murales, degli skater migliori; sede di più film, video e serie di quante se ne possano ricordare.

Arrivare nella piazza centrale, a metà tra il piccolo parco che getta poi sulla chilometrica spiaggia oceanica e il quartiere in cui capeggia la leggendaria scritta “Venice Beach”, è come raggiungere un luogo di culto. Ad ognuno si affastellano in testa i più diversi ricordi e proiezioni, sedimentati dopo anni di una cultura americana vista e ascoltata oltre ogni ragionevole limite. Per me è stato automatico iniziare a canticchiare una canzone: “I Was a Teenage Anarchist” degli Against Me!.

Il video scorre davanti agli occhi. Guarda: qui è dove lui scappava dalla polizia, qui è dove l’hanno preso e picchiato, qui è dove è fuggito di nuovo. Sì, ha fatto proprio questo tratto, il negozio sullo sfondo era proprio quello, la macchina della polizia era parcheggiata lì!

Quel pezzo di poco più di tre minuti ha ormai 10 anni ed è parte del quinto album in studio (White Crosses) di una band della Florida nata nel 1997 chiamata Against Me!, nota alle cronache per il suo cantante, Thomas James Gabel, un transgender che pochi anni dopo diventerà quella che noi ora conosciamo come Laura Jane Grace.

La traccia è lieve, profonda e sincera al tempo stesso, ma anche con un irrimediabile pizzico di nostalgia, di quella bella, fatta di sorrisi sulle labbra e non di rimpianti.

Chi di noi non ha mai voluto mettere il mondo a ferro e fuoco? Cambiare la realtà in cui si trova a vivere? Chi non ha mai cercato (e magari trovato) un credo o un’ideologia a cui appartenere, una rivoluzione o un obiettivo per cui combattere, di modo da definirsi in opposizione a qualcosa?

Quello che cambia nel momento in cui si cresce e ci si scontra con il mondo, però, è che quell’ideologia e quella rivoluzione forse erano esse stesse una gabbia, travestita da libertà, ma con più regole a cui inchinarsi di quante non fossero quelle da infrangere.

In molti all’epoca hanno reagito male alla canzone (non ultimo il cantante dei Rise Against, che ne ha composta una in provocatoria opposizione), interpretandola come una sorta di resa al conformismo, agitando il pugno in aria per far vedere che loro invece combattevano ancora per quella rivoluzione. Il punto però era un altro. Era non diventarne schiavi, per poi finire con l’essere uguali agli altri, solo sotto una bandiera con diversi colori.

Thomas/Laura ci ricorda che il tempo passa, siamo più o meno giovani a livello anagrafico, ma non per questo dobbiamo voler smettere di mettere a ferro e fuoco il mondo. Il punto è farlo restando noi stessi, con tutta la nostra identità e personalità, perché continueremo sempre a voler cambiare il mondo come il diciassettenne che eravamo, ma abbiamo il diritto di farlo essendo liberi di essere ed evolvere come più desideriamo, alla faccia delle regole che anche le migliori rivoluzioni ci vogliono imporre.

 

***

 

«Ero un adolescente anarchico, in cerca di una rivoluzione. Ne avevo lo stile, ne avevo l'ambizione. Avevo letto tutti gli autori, conoscevo gli slogan giusti. Non c'era altra lotta se non la lotta di classe. Ero pronto a mettere il mondo a ferro e fuoco.

Te lo ricordi, quando eri giovane e volevi mettere il mondo a ferro e fuoco?

Ero un adolescente anarchico, ma la politica era troppo comoda. Nella profondità della loro umanità, tutto ciò che vedevo era ideologia senza sostanza, e con la libertà come dottrina. Indovina chi era la nuova autorità?

Ero un adolescente anarchico, ma poi l'ambiente è diventato troppo rigido. Era una mentalità da folla. Diressero i loro mirini verso di me. Visioni ristrette di autonomia, volevano arrendessi la mia identità.

Ero un adolescente anarchico. La rivoluzione era una bugia».


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