E cantava “Penelope” e cantava “Telemaco” e c’erano anche tante di quelle sfumature preziose che fanno preziosa la vita di un uomo. Erano “Cose da difendere”, titolo di un esordio che la critica ha dolcemente accolto, accarezzato con lode e forse, come ormai capita di regola, non troppo illuminato dai riflettori di scena persa com’è a correr dietro ai burattini d’alta moda. Ed è così che si finisce a lasciare per strada nomi e artisti, penne e scritture che forse avrebbero meritato altro. LEDI ne è solo un esempio che di certo noi non ci lasciamo sfuggire. Il prossimo 11 Gennaio uscirà questo secondo lavoro dal titolo “Stanze” pubblicato da RadiciMusic: data emblematica per la canzone d’autore, per lui poi che di base è genovese come il grande Faber che ormai manca a questa terra esattamente da 20 anni. Proprio quell’11 gennaio…
E non sono ricorrenze studiate o volute. Sono coincidenze. Oggi lanciamo questo video in ANTEPRIMA: parliamo del nuovo singolo estratto dal titolo “Kreuzberg”: Berlino che appare in realtà è Tirana. La Kreuzberg famosa in realtà diviene un concetto estetico e spirituale di vita. Inseguire se stessi, i propri sogni ma ancora prima il proprio io. Così come tutto il lavoro di LEDI, concettuale sulle proprie “stanze”, sul proprio mondo chiuso e segreto, privato, che poi diviene di tutti in forma canzone… ognuno avrà la sua Kreuzberg in cui cullarsi e cullare i fantasmi che non vanno via. E al suono digitale dell’esordio esce fuori il suono analogico, quello suonato, quello certamente arricchito dalle soluzioni del futuro. Non sarà un ascolto facile. Non è una canzone che pettina le mode e cerca i consensi. Non ci sono testi che recitano l’immediato. LEDI si deve ascoltare con l’appeal di chi verso la canzone va per restarci e rubare qualche altro segreto per sé.
Per ora la pubblicazione sarà digitale. Poi staremo a vedere. Dunque, appuntamento per il prossimo 11 Gennaio in tutti gli store della rete. Sarà un po’ come chiudersi un poco nelle proprie palazzine…
"STANZE”: cosa c’è nelle nuove stanze di LEDI? Ancora cose da difendere o nuove visioni che non possiamo immaginare?
Le cose da difendere non ci sono più, o meglio, ci sono ma non hanno bisogno di essere difese. Ora ci sono tutte quelle attese che per anni hanno bussato alle porte, e che si prendono il loro spazio, finalmente.
Parliamo di suono. Più cupo, forse più “acustico” in certi momenti. Sì, parliamo di suono se ti va…
Il primo disco è nato in cameretta, in due. Semplice, senza un pensiero di fondo che sia stato forte dal punto di vista della costruzione dei pezzi, degli arrangiamenti, se non il significato dei brani stessi, delle melodie, della poetica. Questo lavoro invece è nato a step e con un pensiero alla base più articolato, meno ingenuo. Sicuramente è cupo, ma insomma, le canzoni allegre mi annoiano. Scherzo. Se il primo era tutto elettronico questo è tutto suonato, e lavorato da artisti fatti e finiti, già conosciuti nel panorama nazionale da anni (Manuel Aiachini, Mattia Cominotto, Tristan Martinelli, Folco Fedele). Lavorare con loro è stato bello, ed abbiamo già messo le basi per il terzo lavoro. Volevo un disco vero, articolato. Sono 14 pezzi, due dischi in pratica e con tante anime. C'è tanta roba dentro, e su vari livelli, chi vorrà cercarla la troverà.
Lanciamo questo nuovo video in cui, se non sbaglio, c’è di nuovo Berlino come protagonista, o almeno così pare, vero? Cosa rappresenta per te questa città e perché tante visioni di lei nella tua musica?
Il bello è che abbiamo fatto in modo che sembrasse Berlino, ma non lo è. Siamo andati a Tirana, che ha più Kreuzberg di Kreuzberg stessa, perché non ha ancora acquisito quella falsità borghese e cultura adolescenziale protratta fino al ridicolo di cui una certa Berlino si nutre. Tirana - Berlino è la strada di un pezzo importante della mia famiglia, ed il pezzo parla anche di questo.
Cosa c’è di tanto speciale a Kreuzberg? Parliamo di questo posto se ti va…
In Kreuzberg c'è un'idea di mondo, è la culla degli adolescenti d'Europa. Di speciale ha che tutti vogliono vivere lì, anche se è cara e francamente brutta, sporca. Ma a Kreuzberg ci sono anche i locali, ed allora al di là di tutto, vediamoci lì la sera, e beviamo, e stiamo bene, e chissenefrega del resto. Io, si noterà dal tono, non amo né Kreuzberg né il simbolo che porta con sé, ma la vivo come vivo ogni spazio d'Europa, con leggerezza ed occhio critico, memore della strada fatta ma anche sereno del momento. Perché noi stiamo bene, in fin dei conti, se possiamo permetterci di sbronzarci la sera, vuol dire che stiamo bene.
L’evoluzione di LEDI sembra essere digitale. Eppure qualcosa mi dice che la direzione futura non assomiglia tanto alle previsioni…
In effetti sto lavorando su due fronti, uno completamente digitale ed uno solo acustico. Li amo entrambi e non voglio privarmene. Mi infastidisce il finto cantautorato solo digitale (sui contenuti, perché ne è o privo o debole) ma apprezzo invece quello vero, solo digitale. Oggi abbiamo tante possibilità, e siamo tanti, c'è proprio di tutto. Tuttavia, ciò che è mainstream, ed è banale da dire, ma suona proprio tutto uguale.
Un disco come “Stanze” oggi… cosa significa? Ci saranno orecchie buone per codificarlo? Un modo come un altro per parlare di società che circonda un cantautore del 2019...
Ho molta fiducia nelle orecchie e nel cuore di chi ascolta. Il problema oggi non è la qualità di chi ascolta, ma avere il tempo di ascoltare. Questo sì, mi perplime. “Stanze” è un lavoro complicato, pieno di pensiero, di energia, che si può gustare su molti livelli. Non abbiamo lasciato nulla al caso. Parla di dentro ma anche di fuori, e non trascura né il bello né il marcio. C'è sia il dolore che la gioia, la rabbia e la compassione. C'è desiderio di vita, c'è tanto desiderio.