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REVIEWSLE RECENSIONI
12/06/2019
Rita Payés & Elisabeth Roma
Imagina
Con i grandi successi di cantanti come Marisa Monte, Chico Buarque o Mercedes Sosa, è il lato vocale della Payés a emergere e l’aspetto chitarristico non ne soffre...

Sulle note di Tom Jobim si apre il debutto dell’appena diciannovenne Rita Payés: il valzer sentimentale ‘Imagina’ (con il recente testo di Chico Buarque) è solo il primo dei tanti pezzi dal repertorio brasiliano con cui la cantante catalana ha deciso di confrontarsi nell’omonimo album. Ma non è sola nell’impresa: alla chitarra la accompagna un’affermata musicista classica, la madre Elisabeth Roma.

Per quanto lo suggerisca la scelta dei brani, tra cui fanno capolino anche alcuni capolavori argentini (ad esempio, Alfonsina y el Mar), non siamo di fronte al tipico duo voce e chitarra perché la giovane Payés è anche trombonista e spesso riserva un piccolo spazio per il suo strumento.

Rita Payés nasce in realtà come strumentista ma, attraverso l’esperienza della Sant Andreu Jazz Band, costituita da giovani prodigi sotto l’ala del catalano Joan Chamorro, si è avvicinata al canto. Adesso, mantiene uno stretto legame fra voce e strumento: possedendo un’ampia estensione ripropone, nel virtuosismo, l’atteggiamento del trombone.  

Con i grandi successi di cantanti come Marisa Monte, Chico Buarque o Mercedes Sosa, è il lato vocale della Payés a emergere e l’aspetto chitarristico non ne soffre, anzi: Porque llorax blanca nina (brano di musica sefardita della Spagna medievale) e Melodia Sentimental (un classico di Villalobos) vengono perfettamente incontro alla Roma. Si tratta di due mondi musicali lontani, accomunati però da suoni caldi ed esotici: ecco che anche l’unica pecora nera del disco, lo standard ‘If the Moon Turns Green’, si colora in maniera originale.

Equilibrio. Questa è la chiave del disco: democraticamente, madre e figlia si valorizzano vicendevolmente. Sarebbe però interessante sapere cosa pensino i brasiliani “veri” di questo disco (per ora i tour del duo si sono limitati all’Europa). Sicuramente, la scelta de brani è accurata e gli arrangiamenti altrettanto efficaci. Inoltre, Rita Payés è indiscutibilmente dotata e il suo registro grezzo lo dimostra. L’uso che ne fa è leggermente meno carico e affettato di tante cantanti dell’attuale scena sudamericana e questo le fa onore.

Insomma, la forma e il gusto ci sono ma, in termini di espressività c’è ancora un po’ da lavorare.   

Talento e tecnica non mancano e la giovane età è senza dubbio dalla sua parte. Se Rita Payés è davvero la grande promessa che i festival europei hanno declamato, lo scopriremo presto.


TAGS: ElisabethRoma | imagina | jazz | nuovoalbum | recensione | RitaPayés | world music