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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
26/04/2025
Live Report
IQ, 25/04/2025, Teatro Rosmini, Borgomanero
Gli IQ scelgono l'Italia e l’associazione Ver1 Musica per la prima data del loro tour europeo. La data al Teatro Rosmini di Borgomanero regala ai fan il neo-progressive britannico della band, che punta non tanto sui tecnicismi ma sull’immediatezza melodica di brani estesi che si sviluppano per successione di temi principali.

Gli IQ amano molto l’associazione Ver1 Musica, che ha organizzato diversi loro live nel nostro paese e nel 2012 li ha fatti partecipare al loro celebre festival 2 Days Prog + 1, indubbiamente la più bella manifestazione italiana dedicata a questo genere di musica.

Un amore che ha avuto modo di manifestarsi ancora una volta, visto che la band inglese ha scelto proprio l’Italia come prima data del tour europeo in supporto al nuovissimo Dominion, uscito a marzo.

La sede prescelta è il Teatro Rosmini di Borgomanero, utilizzata più volte dall’associazione per i concerti da lei organizzati (ci sono passati recentemente anche i Flower Kings, ne avevamo parlato qui): una venue piccola e raccolta, dotata di una splendida acustica, si vede benissimo da ogni posizione, così da rappresentare davvero il luogo ideale per godersi appieno un gruppo del genere.

 

Per quanto riguarda gli IQ, non c’è davvero molto da dire: tre anni fa hanno festeggiato il loro quarantesimo anniversario e non sembrano andare incontro a cali di flessione di sorta. Certo, i fan più oltranzisti potranno sempre argomentare il livello inarrivabile dei lavori pubblicati tra gli anni ’80 e i ’90 (giusto ricordare, tra gli altri, Ever, The Wake, Subterranea e Dark Matter) ma è indubbio, almeno per chi scrive, che la band britannica in tutti questi anni non si sia mai troppo discostata dal proprio trademark stilistico, e che abbia sempre rilasciato dischi di pregevole fattura, anche nell’ultimo periodo. Dominion, da questo punto di vista, ne costituisce l’ennesima prova: cinque composizioni dalla durata media consistente (in tutto siamo attorno all’ora) e dall’ispirato livello di scrittura, con una ormai inevitabile componente di mestiere, ma nel complesso del tutto efficace.

Il concerto si apre con “Frequency”, un brano relativamente recente, che dispiega immediatamente tutta l’eleganza e la sontuosità del gruppo. Suoni nitidi e potenti, palco sormontato da tre schermi che trasmettono suggestivi visual, diversi per ogni canzone e anche particolarmente dinamici nell’andamento.

 

Contrariamente ad altre band del cosiddetto “Neo-Progressive” britannico, gli IQ non puntano molto su tecnicismi ed intricate evoluzioni strumentali, bensì sull’immediatezza melodica, coi brani, anche quelli più estesi, che si sviluppano per successione di temi principali, piuttosto che a forza di complicati barocchismi. È la chitarra di Michael Holmes ad essere spesso in primo piano, soprattutto con i lunghi assoli che infarciscono i pezzi (sempre ben modulati e mai sfoggio di virtuosismo fine a se stesso), mentre il tastierista Neil Durant non si ritaglia mai uno spazio da protagonista, preferendo lavorare all’interno della struttura del brano (sono però diversi i momenti piano e voce, come nella prima parte della splendida “Guiding Light”). La sezione ritmica è effettivamente quella tipica di un gruppo Progressive, con Tim Esau al basso e Paul Cook alla batteria a darci dentro con tempi dispari e fraseggi elaborati, anche se il tasso tecnico non arriva mai a condizionare troppo la resa del brano.

Peter Nicholls è come al solito teatrale e carismatico e anche se la sua voce non è fisiologicamente più quella di un tempo (diverse sbavature e qualche difficoltà sulle note più alte) il suo timbro resta tra i più affascinanti dell’intera scena e la prestazione di questa sera è nel complesso più che buona.

 

La scaletta è identica a quella della leg americana e canadese terminata una decina di giorni prima e dimostra ancora una volta che gli IQ non sono mai stati ricattati dal loro passato: ci sono ovviamente “Subterranea” e “The Wake”, che provocano un bel visibilio tra il pubblico (sempre molto attento e partecipe, occorre dire), ma tra gli episodi irrinunciabili compaiono da tempo anche titoli non certo datati come “Rise” (suonata dal vivo per la prima volta nel corso dello speciale Weekender dello scorso anno, e da allora mai più tralasciata), “Shallow Bay”, “Closer” e ovviamente “The Road of Bones”, lo scuro ed inquietante brano ispirato ad un serial killer immaginario (anche i visual virano pesantemente in quella direzione) title track di quello che è attualmente uno dei loro più grandi successi commerciali.

Solo due gli estratti da Dominion: la piuttosto ordinaria “No Dominion” e la ben più interessante “Far From Here”, che è un po’ un bigino di tutti i trucchi del mestiere che questa band ha inanellato nel corso degli anni, ma che riesce nonostante tutto a suonare fresca e coinvolgente.

Nel finale arriva poi una monumentale “Further Away”, direttamente dal passato remoto e senza dubbio uno dei loro apici compositivi. I bis si aprono all’insegna di un altro grande classico come “The Darkest Hour”, e a questo punto i presenti perdono la loro compostezza e si accalcano sotto al palco, complice anche l’andamento sostenuto del brano. Il concerto perde dunque quella componente teatrale che sino a quel momento era stata onnipresente (anche per una selezione di brani che ha privilegiato le atmosfere più riflessive) e si trasforma in una grande festa. A chiudere ci pensano poi i ritmi quasi tribali e il ritornello incalzante di “Ten Million Demons”, un’altra che in questi ultimi anni non manca mai e che viene spesso usata in chiusura.

 

Un altro grandissimo concerto degli IQ, che dopo tutti questi anni dimostrano di avere ancora senso di esistere, sia sul palco che in studio di registrazione. E di nuovo complimenti a Ver1 Musica per averceli riportati e per l’organizzazione come sempre impeccabile.

Ci si vede al 2 Days Prog + 1 a settembre!