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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Killing In The Name
Rage Against The Machine
1992  (Epic)
METAL
all TRACKS
23/10/2023
Rage Against The Machine
Killing In The Name
Il primo, esplosivo singolo dei Rage Against The Machine, che visse una seconda vita nel 2009 grazie a...X Factor

Tra le band politicamente schierate nel panorama musicale anni ’90, gli americani Rage Against The Machine si posizionarono alla sinistra estrema, innervando il loro adrenalinico rap metal di una tensione rivoluzionaria, comunicata senza filtri attraverso liriche che criticavano apertamente le politiche economiche e guerrafondaie statunitensi, la società dei consumi e dei privilegi, la falsità dei media asserviti al potere. Non le mandavano a dire, insomma, perché la musica, secondo la visione del leader e chitarrista, Tom Morello, doveva essere intesa come strumento sociopolitico e veicolo per l’attivismo.

Così, quando il 2 novembre del 1992, un giorno prima dell’uscita del loro omonimo disco d’esordio, il gruppo pubblica Killing In The Name, primo singolo estratto dall’album, è subito chiaro a tutti che i RATM non solo picchiano duro, ma sono pronti a combattere la loro personale battaglia dalla pare degli ultimi e dei reietti contro ogni ingiustizia perpetrata dalla società.

Con Killing In The Name lanciano la prima bomba molotov: questa incendiaria canzone se la prende con le forze di polizia statunitense, accusate di razzismo e di simpatie, nemmeno troppo velate, nei confronti de Ku Klux Klan (“Some of those that work forces, are the same that burn crosses”). Quanto può essere legittima una struttura di potere quando le persone che la compongono hanno una mentalità oscura e distorta? E’ questo il senso di un brano che ci mise un attimo a creare un autentico pandemonio, perché non solo criticava aspramente la polizia, ma anche perché il testo, semplicissimo e diretto, nel concitato finale, ripeteva per ben sedici volte la parolaccia “fuck you” seguita, ad abundantiam, anche da un deciso “motherfucker”.

Circostanze, queste, che suscitarono lo sdegno da parte dell’opinione pubblica, la conseguente censura di alcune radio e anche violente rappresaglie da parte delle forze dell’ordine contro il pubblico dei RATM (nel 2000, durante un concerto gratuito a Los Angeles, la polizia aggredì gli spettatori con pallottole di gomma e spray al peperoncino).

Se questa era la situazione negli States, dove la canzone non entrò mai in classifica, in Inghilterra, invece, Killing In The Name ebbe un ottimo riscontro di vendite (arrivando alla posizione numero 25 delle chart), dopo che un dj britannico, Bruno Brookes, passò accidentalmente la versione completa e non censurata del brano durante il programma Top 40 della BBC Radio 1.

La canzone nacque per caso quando, nel 1991, un anno prima che i Rage Against the Machine pubblicassero il loro album di debutto, Tom Morello stava dando una lezione di chitarra nel suo minuscolo appartamento a West Hollywood, insegnando a un suo studente come suonare al meglio alcuni riff hard rock. Mentre stava provando gli strumenti, la sua Telecaster e un basso Ibanez, il riff partì quasi per caso, il chitarrista interruppe la lezione, prese il suo registratore a cassette Radio Shack, e registrò quel piccolo frammento di musica, perché non andasse perso. Il giorno dopo, Morello portò con sé la cassetta in uno studio a North Hollywood, dove lo aspettavano gli altri componenti della band, che lavorarono sul pezzo fino a dargli un prima forma definitiva, che non è quella che oggi conosciamo. All’inizio, infatti, la canzone era strumentale e venne suonata, in questa versione, per la prima volta, il 23 ottobre 1991, durante un concerto alla California State University.

Inaspettatamente, il brano tornò molto di moda qualche anno più tardi, nel dicembre del 2009, quando il dj inglese Jon Morter, con la complicità della moglie Tracy, lanciò su Facebook la campagna "Rage Against The Machine For Christmas No. 1", invitando tutti gli appassionati di musica ad acquistare la canzone. Lo scopo dell’iniziativa era quello di impedire al vincitore di X Factor, la celebre competizione canora televisiva, di raggiungere il numero uno di Natale nel Regno Unito, per il quinto anno consecutivo. L’iniziativa ebbe un immediato clamore (al 15 di dicembre la pagina Facebook vantava più di 750.000 iscritti), aumentato ulteriormente quando fu annunciato il vincitore di X Factor, e cioè Joe McElderry che interpretava una versione della canzone di Miley Cyrus, The Climb.

Dal momento, però, che i proventi per le vendite della canzone di X Factor venivano in parte destinate ad attività benefiche, anche i coniugi Morter incoraggiarono i loro iscritti a fare beneficenza, creando la pagina Justgiving allo scopo di raccogliere fondi per Shelter, un ente che aiutava i senzatetto, raccogliendo così in breve tempo circa 70.000 sterline, a cui si aggiunse in seguito il contributo dei Rage Against The Machine, sorpresi per l’inaspettato exploit.  

Come andò a finire, vi starete chiedendo. Ebbene, Killing In the Name è stato il primo singolo a raggiungere il primo posto natalizio nel Regno Unito, vendendo ben 502.000 copie, e registrando così il record di download in una settimana nella storia delle classifiche britanniche.Questa inaspettata vittoria è costata all'industria delle scommesse del Regno Unito oltre un milione di sterline in pagamenti. Gary Burton, patron della Coral, il più importante bookmaker inglese, dichiarò al Daily Telegraph: "È il più grande shock natalizio di tutti i tempi, e sebbene sia costato all'industria oltre un milione di sterline, almeno ora mantiene vivo l'interesse, dopo che il dominio di X Factor ha quasi ucciso le scommesse sulle classifiche musicali festive."

Un’ultima curiosità. Alle 6 del mattino del 29 giugno 2022, la stazione pop di Vancouver KiSS Radio 104.9 FM ha trasmesso Killing In The Name in loop per 10 ore consecutive. Il giorno prima, due famosi DJ della stazione erano stati licenziati, alimentando così la speculazione che i restanti membri dello staff stessero suonando la canzone per protesta. Ma non era così. In realtà si trattò di una trovata pubblicitaria per annunciare un nuovo format di rock alternativo intitolato SONiC. Uno stratagemma che funzionò benissimo, dal momento che riviste come Rolling Stone ed Esquire riportarono la notizia di quella che sembrava un'insurrezione radiofonica, mentre invece era solo un efficace piano di marketing.