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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
16/10/2023
Live Report
Klangphonics, 13/10/2023, Santeria Toscana, Milano
Accattivanti, subliminali, incredibilmente eleganti nella costruzione delle architetture melodiche e terribilmente danzerecci nel momento in cui decidono di lasciar scivolare la mano sul lato techno. L’elettronica organica, innovativa e analogica dei Klangphonics è un’eccellenza europea e l’abbiamo testata con mano al Santeria per l’unica data italiana del tour.

Dopo aver incendiato palchi europei del calibro del World Club Dome e dell’Amsterdam Dance Event, i Klangphonics arrivano in Italia per la prima volta un venerdì sera di ottobre, per mettere a ferro, fuoco, sudore e adrenalina il Santeria a tempo di beat irresistibili e mai scontati.

Il trio tedesco non si diverte solamente a sperimentare sui sintetizzatori, ma a creare un ponte tra produzione e vera e propria performance live di musica elettronica, usando una combinazione di elementi elettronici e acustici. Il risultato è un sound profondamente elettronico ma al tempo stesso organico, che unisce la deep house con la techno melodica, senza dimenticarsi la varietà di atmosfere possibili dell’elettronica pura. Sul palco quindi non vediamo solo tre persone dietro un mixer come potrebbe avvenire in un club, ma sintetizzatori, una batteria e una chitarra, dove le percussioni e gli strumenti musicali si fondono nelle sequenze dei synth, creando una performance che diviene il perfetto equilibrio tra una serata ad un club e una ad un concerto.

I brani dei Klangphonics, inoltre, pur rimanendo sempre nell’alveo dell’elettronica e della techno, si dimostrano sempre molto vari, dal beat sempre presente e capaci di trasportare chi ascolta in un flow inebriante, tra pulsazioni elegantissime e terribilmente accattivanti e atmosfere oniriche, che inanellandosi l’una nell’altra lasciano i neuroni senza scampo, intrappolati senza volontà di tregua in un labirinto di sonorità subliminali.

 

 

Ben Kopfnagel (batteria), Maxl Walmsley-Pledl (chitarra e produzione) e Markus Zunic (synth e percussioni) sono attesissimi. Il bel locale del Santeria Toscana riporta un cartello di sold out all’ingresso e il pubblico inizia a popolare l’area tra bar e teatro già da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Davanti al palco, alle nove precise, si inizia già ad osservare una fauna umana più variegata di quanto ci si potrebbe aspettare a seguito di un pensiero superficiale. Giunti alla presenza dei tre stregoni del beat organico ci sono persone di ogni età e genere, per un ventaglio numerico che va dai 25 ai 55 anni, composto da coppie di ogni stagionatura e gruppi di amici o di amiche, pronti a farsi trasportare nel corpo, ma forse ancora di più nella mente, dal suono dei Klangphonics.

La serata inizia pochi minuti dopo le 21 con un dj set dello stesso Markus Zunic, che con una semplice maglietta nera con il logo dei Klangphonics si posiziona dietro il suo Pjonieer Dj, dove dalle mille manopole della sua consolle improvvisa per un’ora un antipasto sonoro di alto livello, ispirato innegabilmente alle sonorità e produzioni della sua band, ma anche per questo regalando un set perfetto per l’inizio della serata. Non tutto il pubblico si scalda subito e a ballare già dalle prime note si è in pochi, forse anche a causa del fatto che i volumi sono decisamente troppo bassi per la musica proposta e, per quanto a livello intellettuale e compositivo l’offerta sia degna di un menu degustazione stellato, il non poter fruire da subito di un contesto “da club” adeguato anche nei volumi penalizza un po' la performance, che però fortunatamente conquista il pubblico almeno nella seconda parte, dove non si esime dal far finalmente sentire la sua presenza al tenero Markus.

Markus, dal canto suo, è bellissimo vedere come sia innamorato del suo strumento e lo guardi e accarezzi con amore ancor prima che con erotismo, confezionando e costruendo passaggi e paesaggi sonori come se li leggesse vividamente sulla sua consolle e, ammaliato per primo dell’effimera creatura sonora che sgorga dai suoi tocchi, sia felice già solo nel vederla produrre quel colorato coacervo di pulsazioni, che fino a pochi attimi prima era solo parte della sua mente. Noi che eravamo lì a beneficiarne ballando e facendoci trasportare, non eravamo che spettatori di un incantesimo di cui Markus ci ha consentito di far parte.

 

 

Verso le 22 ha quindi inizio il live vero e proprio dei Klangphonics e dal backstage Markus, Ben e Maxl prendono posto dietro ai loro strumenti. Ben dietro una batteria moderatamente minimale ma foriera di sorprese, quali anche una sorta di molla metallica collegata ad un piatto, che lasciata cadere permette sfumature percussive ancora più originali. Maxl dietro la sua chitarra, posizionato al centro, con l’arduo compito di portare il mondo della sei corde dentro la techno, riuscendo mirabilmente nell’intento di integrare (in maniera incredibilmente naturale) svisate e assoli entro le composizioni di Markus, che da dietro un’ampia consolle, arricchita di alcune percussioni e delle sirene blu pronte all’occorrenza, dipingeva le melodie dei brani che il pubblico presente non vedeva l’ora di ascoltare.

Il set, della durata di (purtroppo solo) un’ora e mezza, ha coperto praticamente tutti i singoli principali della band e quasi tutta la loro ad oggi non ampissima produzione, composta da un album, Songs to Try (2021) e qualche manciata singoli tra 2020, 2022 e 2023. Si inizia con “Heliosphere”, la quale prepara con la sua sapiente e moderata ascesa di beat e batteria al viaggio sonoro che si sta per intraprendere per poi passare a “Laminar”, dove le pulsazioni si fanno più decise e non ballare inizia a diventare impossibile. “Holocene” si addentra a passo lieve ed elegante entro la foresta di suoni incantata per poi sfociare su “Separate Paths” e arrivare nel mezzo del live a farsi techno di raffinato livello con la bellissima ed erotica “Shapes in the Spray”, dove stare fermi dovrebbe essere considerato ingiuria.

 

La seconda parte del live il palco diventa quindi fonte di show e clubbing, tra beat e vibrazioni che attanagliano neuroni e membra dall’interno, sirene blu che iniziano a lampeggiare con “Police Techno” e le performance di Markus, anche al di fuori del suo strumento d’elezione. Prima vestito da donna in fucsia con tanto di boa piumato, poi realizzando il sogno proibito di tutti i fan accorsi: usando davvero la sua folle strumentazione per “Wash machine” e “Feeling Pressure”.

Di cosa sto parlando? Per chi non lo sapesse invito a vedere questo video, perché si tratta esattamente di vedere anche sul palco del live un soffiatore a batteria (si, esatto, proprio quelli usati per soffiar via le foglie da parte di un qualsiasi manutentore del verde), un’idropulitrice e uno spruzzino. I suoni ovviamente aiutati dalla campionatura, vista la sede che non avrebbe permesso altrimenti un volume ottimale, ma lo spettacolo è decisamente assicurato e il boato di giubilo del pubblico lo ha confermato. Inoltre, anche lo stesso Maxl, pur imbracciando sempre la sua chitarra, non è stato esente dal fattore “wow”, decidendo di suonarla nientemeno che con un avvitatore.

 

 

Il concerto termina verso le 23.30 con grande disappunto, lasciando il terribile desiderio di volerli riascoltare dal vivo quanto prima possibile, tanto da fermarsi ad un passo dal prendere il telefono per controllare i voli e poterli seguire nel tour che proseguirà per diverse date in tutt’Europa. Se ritornassero domani li rivedrei? Sì, e anche se tornassero la settimana successiva e quella ancora dopo.

L’Italia ha bisogno dell’eleganza strutturale, del genio compositivo e della lucida follia di cui l’elettronica tedesca è capace, ma soprattutto, spero non lasci ancora che questa sia l’unica occasione per rivedere i Klangphonics dal vivo nel bel paese, sarebbe un bel risparmio sui viaggi e sicuramente un tassello aggiuntivo nel far evolvere la cultura del club e del live italico e portarlo a livelli più vicini a quelli europei.

 

Photo credits: Laura Floreani