Il wuxia (o wuxiapian) è un genere codificato di origine cinese nato non al cinema ma in letteratura, ai primi del Novecento, almeno nelle forme che, pur con qualche scarto, sono a noi familiari proprio grazie a diverse opere cinematografiche, che hanno riscosso in anni recenti ottimi successi anche dalle nostre parti. In letteratura il wuxia è una sorta di mix tra il poema cavalleresco e il genere occidentale del cappa e spada, quello de I tre moschettieri ad esempio.
Nonostante ci siano dei punti di contatto con le narrazioni cavalleresche, nel wuxia in genere i protagonisti sono eroi solitari, a volte addirittura appartenenti a congreghe non troppo specchiate, spesso di estrazione affatto nobile ma ricchi in onore, o ancora, come nel caso de La congiura della Pietra Nera, personaggi redenti. Il riferimento più calzante è quello alla cultura giapponese del samurai e della via del bushido, il codice d'onore e di comportamento proprio degli uomini virtuosi.
Al cinema il genere si sviluppa in Cina negli anni '20, con forme un poco diverse da quelle moderne, che anche noi abbiamo imparato ad apprezzare, giunge da noi tra la fine degli anni '60 e i '70 in seguito al successo dei film di kung fu. Visto l'apprezzamento che riscuotevano i primi, i distributori tentarono anche la via del wuxia, portando in Italia titoli che però non sono rimasti nella nostra memoria. Se tutti gli appassionati di cinema probabilmente sono in grado di citare i titoli di alcuni dei film con Bruce Lee, è possibile che molti di loro (compreso chi scrive) abbiano difficoltà a nominare qualcuno dei film wuxia distribuiti in quegli anni.
Sparito a fine anni '70 e riproposto con qualche timido tentativo qua e là, il wuxia ricompare e ottiene questa volta una grande visibilità nel nuovo millennio grazie a titoli come La tigre e il dragone di Ang Lee, La foresta dei pugnali volanti di Zhang Yimou o The assassin di Hou Hsiao-hsien, arrivando in piccola parte anche a contaminare l'universo Marvel in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli nel quale recita anche Michelle Yeoh, protagonista di questo La congiura della Pietra Nera e molto in auge in questo periodo grazie alla suo ruolo in Everything everywhere all at once. Ma veniamo a noi...
Una leggenda narra che chiunque ritrovi entrambe le parti del corpo mummificato del monaco indiano Bodhi diverrà il solo e incontrastato maestro delle arti marziali. La setta della Pietra Nera, comandata dal Re della Ruota (Wang Xueqi), è alla ricerca delle spoglie del monaco. Una volta sottratte all'attuale proprietario, la migliore guerriera della setta, Pioggia Lieve (Kelly Lin), tradisce i suoi compagni fuggendo con il cadavere mummificato e dandosi alla macchia. Alla sua ricerca si metteranno tre assassini agli ordini del Re della Ruota e vecchi compagni di Pioggia Lieve: Lei Bing (Shawn Yue), il Mago (Leon Dai) e Foglia Turchese (Barbie Hsu).
La giovane donna, però, per sfuggire ai suoi ex compagni, si fa cambiare i connotati da un dottore, assumendo le sembianze di una donna più matura e prendendo il nome di Zeng Jing (Michelle Yeoh). Questo avviene dopo che Zeng Jing ha passato del tempo con il monaco Jian Hui (Li Zonghan), il quale ha mostrato alla guerriera una nuova via grazie alla quale Zeng Jing si è redenta e ha iniziato una nuova vita fatta di semplicità, lavoro e forse, grazie all'incontro con il semplice Ah-sheng (Jung Woo-sung), d'amore.
Ma la Pietra Nera è ancora sulle sue tracce alla ricerca del corpo di Bodhi, il confronto sarà inevitabile e scoperchierà verità inaspettate.
Qualcuno accredita la regia di questo La congiura della Pietra Nera al solo regista taiwanese Su Chao Pin, altri indicano una co-regia dello stesso insieme al produttore John Woo, nome decisamente più blasonato e molto più noto al pubblico occidentale grazie anche (e soprattutto) al suo periodo hollywoodiano durante il quale Woo ha siglato film action molto celebri come Face/off, Mission Impossible II, Senza tregua, Windtalkers, Nome in codice: Broken Arrow e altri ancora (anche se le cose migliori le fece indubbiamente a Hong Kong).
In effetti il tocco di Woo è riconoscibile in alcuni elementi del film, pensiamo solo al cambio di identità della protagonista che avviene tramite un mutamento dei lineamenti, espediente narrativo già usato da Woo nello scambio di corpi tra Nicolas Cage e John Travolta in Face/off.
Divisione dei meriti a parte, La congiura della Pietra Nera è un ottimo wuxia che presenta personaggi ben delineati, ognuno con le proprie peculiari caratteristiche: la singolare tecnica di spada di Zeng Jing, il lancio degli aghi di Lei Bing, i trucchi da illusionista del Mago, tutti elementi che rendono riconoscibili i protagonisti e gli scontri accattivanti, coreografati in maniera splendida, sempre dinamici e mai troppo stucchevoli.
Alla base una storia semplice che si segue con piacere, con le sue piccole rivelazioni e il giusto brio. Il wuxiapian non è un genere appetibile a tutti i palati, richiede allo spettatore un certo grado di abbandono e fiducia, non di meno è un genere che quando ben fatto non manca di ripagare lo sforzo, il film di Su Chao Pin e John Woo è una buona scelta nel caso si volesse tentare l'approccio.