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REVIEWSLE RECENSIONI
04/02/2020
Iena
La morte chiama
Nichilismo, violenza e velocità. Punk di strada, cori persistenti, suoni diretti e taglienti senza compromessi. Oi! fino al midollo, ma in una delle migliori versioni nostrane ascoltate da molto tempo a questa parte. Vuoi pogare con la colonna sonora dell’apocalisse? Gli Iena ti aspettano, noi siamo già lì.

20 minuti. 8 canzoni. 8 cazzotti, nello stomaco. 8 occasioni per sorridere molto cinicamente in una pece nera, pervasa dal richiamo della morte, invocata a gran voce in ogni traccia. 20 minuti per pogare sudando sangue, felici come si può esserlo solo di fronte alla cruda consapevolezza del disastro e del disagio della nostra società. 20 minuti che si vogliono solo passare cantando a gran voce e perdendo il fiato a forza di buttarsi nella mischia.

La morte chiama, e ci renderà liberi da questo mondo malato e destinato a fallire. Gli Iena i suoi cantori, i tre cavalieri dell’apocalisse, che da Firenze nord ci regalano un Oi! punk dal sapore anni Ottanta, che prende le radici dello street punk inglese e dei nostrani Nabat, il lavoro dei francesi Rixe e l’esperienza degli ottimi altri gruppi in cui militano i suoi componenti (i bravissimi Carlos Dunga, i Bomber 80 e i xDeloreanx) per regalarci una band e un album di altissimo livello. Quello de La morte chiama è un disco (uscito solo in vinile, nero o viola) che non merita in alcun modo di essere letto come copia di alcuno dei gruppi citati, ma rappresenta un fulgido, brillante e fresco esempio di Oi! nostrano.

La morte chiama è suonato con perizia e grande competenza nell’uso dei propri strumenti (notevole l’utilizzo di chitarra e basso, compatta e diretta la sezione ritmica) ed è stato costruito molto bene, realizzando un lavoro di produzione ancora più curato rispetto al precedente Condanna a morte.

La struttura sonora di ogni canzone, inoltre, è forse quella che più porta un’onda di freschezza (soprattutto per un genere che sembra poter regalare ancora poche novità come quello dell’oi!) poiché gioca un dinamismo tra cori, riff e intrecci musicali che non è affatto scontato: ogni volta differente, senza che al contempo si perda nemmeno un colpo. Ogni traccia è diretta, veloce, incazzata, elaborata pur restando semplice. Quanti potrebbero dire di saper realizzare un tale equilibrio?

Il tutto, inoltre, con dei testi in italiano: semplici, perfettamente comprensibili e, soprattutto, per nulla banali. Basta con le solite storielle stucchevoli, basta con l’oi! che nei testi ripete “oi! oi!” ogni due per tre, basta anche con i testi impegnati. Arrivati alle soglie del nuovo decennio, con lo schifo che abita il nostro mondo e la maggior parte delle persone che popolano la nostra società, quello che emerge è solo il nichilismo.

Sconfitte, comportamenti recidivi, la condanna definitiva di una morte che aleggia e che viene continuamente richiamata. Il buio, il sangue, la tempesta perfetta, il rifiuto di ogni possibilità di redenzione ma, al tempo stesso, il sorriso cinico che si allarga sul volto e il divertimento folle al suono di quel punk di strada che si nutre di sudore e cori, cantati insieme contro tutto e tutti.

La morte chiama è la perfetta colonna sonora per l’apocalisse imminente e gli Iena sono i nostri bardi, che con strumenti scintillanti ci iniettano nuova forza nelle vene, che possono di nuovo ribollire di musica, sangue, rabbia e sudore.

Abbracciate il caos, entrate nel buio, la festa per la fine del mondo sarà la migliore di tutte e la musica che verrà suonata non può essere che pazzesca.


TAGS: hardcore | Iena | LaMorteChiama | LauraFloreani | loudd | punk | recensione