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REVIEWSLE RECENSIONI
25/06/2021
Cosmo
La terza estate dell’amore
Una nuova pubblicazione di Cosmo non è certo una cosa che passa inosservata, soprattutto considerando che con questo nuovo album ha voluto fare qualcosa di nuovo. Infatti, se già normalmente non è possibile parlare di un disco senza considerare il messaggio che l’artista vuole comunicare, in questo caso è proprio impossibile.

Ho degli amici che è meglio che stai attento / Se ti prendono ti abbracciano (Wow)”.

Già da questi due versi di “Dum Dum”, prima traccia de La terza estate dell’amore, si capisce quanto questo ultimo lavoro di Cosmo sia un disco attuale e voglia dire la sua su tutto il vissuto dell’ultimo anno e mezzo, senza mezzi termini. Già dall’ascolto di questo primo brano, inoltre, si capisce anche quanto Cosmo abbia voltato pagina, cambiato direzione artistica e si sia allontanato dalla ricerca del brano da classifica (non che ci fosse nulla di male, anzi) per intraprendere un percorso diverso.

La terza estate dell’amore è sin dal titolo un chiaro richiamo alla prima “Summer of Love” del movimento hippie degli anni Sessanta e Cosmo stesso, sin dalle prime dichiarazioni sul nuovo album, spiega molto bene come questo disco sia un manifesto di un “movimento” che ancora non ha un nome, ma che è assolutamente tangibile.

La terza estate dell’amore è una pernacchia in faccia a chi nega l’essenzialità della festa e dello spirito di comunità. Non ce ne facciamo niente delle città cadavere, luoghi di morte dell’anima e del corpo. Le vogliamo cambiare. Vada a farsi fottere il pil, si fotta la Borsa. Questo messaggio e dedicato a chiunque si sia visto rubare tutto il tempo migliore della propria vita, a chi crede nell’aggregazione e nello spirito di comunità, a chiunque voglia prendere questa grande macchina e sedersi accanto al pilota per farla rallentare, sostare, ripartire quando è il momento. Verso destinazione ed esperienza altre. Verso il futuro”.

Sembra infatti che questo nuovo Cosmo sia un artista rinato, non solo nella presa di posizione davanti a fatti che è difficile ignorare, ma anche musicalmente, come dice in “Antipop”: “Tu fai hit / Io torno vergine”; una dichiarazione d’intenti che si evidenzia anche nella sua musica, che esce un po’ dall’elettro-pop con cui lo avevamo conosciuto per abbracciare nuove influenze.

Uno dei grandi pregi di Cosmo è stato quello di riuscire ad avvicinare molti ragazzi (compreso chi scrive) al mondo della musica elettronica italiana, facendo scoprire loro suoni fino a quel momento inesplorati, in una formula che l’artista piemontese ormai ha più che brevettato: la creazione di un brano dall’impianto pop ma con suoni completamente provenienti dal mondo dell’elettronica.

Con questa Terza estate dell’amore, però, Cosmo cambia direzione musicale, fa un nuovo passo e chiede a chi lo ascolta, di farlo con lui. Una richiesta che prevede anzitutto coraggio: quello necessario a reinventarsi e a creare una nuova “formula”, pur sapendo che quella vecchia andrebbe benissimo comunque e sarebbe stata una strada senza dubbio più facile.

Dal punto di vista dell’arrangiamento il focus sulla voce c’è sempre, ma è l’impianto di suoni che la circonda che cambiano: tantissime le influenze dalla world music, oltre a quelle techno e post-dubstep, che vanno a creare un mix davvero unico, soprattutto considerando che viene messo a servizio di canzoni che comunque puntano al pop. Un genere che, soprattutto in Italia, sembra intoccabile (stilisticamente parlando), e che Cosmo ci ricorda che può essere rinnovato sino alle sue radici.

Grazie al portato di novità di cui questo disco si fa carico si potrebbe rimanere un po’ frastornati e straniti al primo ascolto, però fidatevi e andate avanti, ascoltatelo tante volte e riuscirete ad “entrarci”: a quel punto sarà evidente non solo il rilievo che l’album acquisisce nel qui e ora, ma anche quello che molto probabilmente avrà negli anni a venire.

La terza estate dell’amore rappresenta al tempo stesso sia un importante momento di valutazione su quello che abbiamo vissuto, sia una necessaria occasione di ripartenza, perché in fondo non possiamo sperare nel cambiamento che tanto desideriamo affidandoci esclusivamente a qualcuno che deciderà per noi, ma dovremo rimboccarci le maniche e rincominciare a impilare un mattoncino alla volta, di modo da plasmare la realtà in cui desideriamo vivere, ognuno nel contesto in cui è, ma tutti accompagnati dalla musica di Cosmo.

Buon ascolto.


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