Eletto per convenzione ormai da moltissimo tempo come uno degli immancabili sotto le feste natalizie, La vita è meravigliosa è a tutti gli effetti una fiaba ben ancorata al mondo del reale che, puntando sui buoni sentimenti e su quella solidarietà che tutti quanti a Natale sentono più vicina e possibile, veicola un messaggio positivo sempre valido, oggi magari dal sentore trito e abusato ma pur sempre apprezzato, soprattutto se proposto a qualcuno comodamente seduto sul divano di casa, al buio, con le lucine dell'albero di Natale a riscaldare l'ambiente con la loro intermittenza.
È proprio La vita è meravigliosa ad aver fatto guadagnare a Francesco Rosario Capra (in arte Frank), nato in Sicilia nel 1897, la nomea di regista buonista, cantore del lato positivo della vita, del riscatto dell'uomo comune, del lieto fine, tutti aspetti che effettivamente nel cinema di Capra non mancano ma che, a guardar bene, sono accompagnati anche da molto altro. Ciò nonostante Capra è stato consegnato alla Storia della Settima Arte come regista capace di far star bene il popolo, gli spettatori, e anche questo, il film di cui parliamo oggi ne è chiara dimostrazione, è in buona parte vero.
Ad ogni modo, il tocco di Capra e la visione de La vita è meravigliosa rimangono un'ottima maniera per passare una delle serate da riempire lungo le feste di Natale.
George Bailey (James Stewart) è un sognatore, un uomo che vorrebbe girare il mondo e magari finire a costruire grattacieli altissimi in una grande città, sogni che aveva fin da quando era un operoso ragazzino. George Bailey è anche un uomo onesto con un fortissimo senso della responsabilità che gli impone di mettere davanti al suo sempre il benessere del prossimo, è un uomo semplice ma anche speciale che ha a cuore i componenti della sua comunità e le loro vite, una devozione che gli impedisce di realizzare i suoi sogni.
George Bailey è anche un uomo disperato perché in un dato momento della sua vita le cose sembrano iniziare a girare dannatamente male, ed è proprio lì, quando Bailey rischia di compiere un gesto irreparabile, che il Signore Onnipotente e un modesto angelo di seconda classe, Clarence (Henry Travers), prendono a cuore il suo caso: salvare Bailey potrà essere l'occasione per Clarence di guadagnarsi finalmente le ali. Per farlo dovrà ovviamente conoscere per bene il suo protetto, da lì sarà un attimo andare in flashback e ripercorrere la vita di George: l'infanzia, il lavoro nella finanziaria immobiliare del padre (e poi sua), l'amore per Mary (Donna Reed), gli scontri continui con l'avido capitalista Henry Potter (un Lionel Barrymore senza saetta) e così via fino a tornare a quella potenzialmente tragica vigilia di Natale del 1945, su quel ponte, sotto quella neve.
La vita è meravigliosa è senza dubbio il film di Natale perfetto, apologo morale sui benefici del buon cuore e della solidarietà, della dedizione e dell'impegno. Ciò nonostante il Capra bollato frettolosamente come buonista, non manca qui di menare staffilate alla società americana dell'epoca che, se da un lato guardava a prospettive economiche e di benessere in ascesa, dall'altro era già consapevole della deriva fatta di avidità, sopruso e sfruttamento del più debole che il "suo" sistema del capitale avrebbe nel corso degli anni reso sempre più estesa, conflittuale e deleteria.
In parte Capra rovescia la struttura del Canto di Natale di Dickens; se quest'ultimo faceva vedere al suo Ebenezer Scrooge le sofferenze prodotte dal suo essere un avido taccagno usando l'espediente fantasmatico, Capra, a mezzo angelo celestiale, mostra a Bailey quanto peggiore sarebbe stato il mondo senza la sua bontà, facendo comprendere al protagonista l'importanza del suo posto nella vita degli altri e così rincuorandolo, non provocando in lui un mutamento quindi ma semplicemente dandogli la forza di tornare a essere quello che fino al giorno prima era sempre stato.
Certo, c'è del buono, è la parte fondamentale di La vita è meravigliosa (altrimenti il titolo sarebbe stato qualcosa come La vita è una merda), perbacco, stiamo o non stiamo parlando del film di Natale per eccellenza (o uno dei)? Però approfondiamolo Capra, il rischio di avergli affibbiato una fama non sempre del tutto veritiera permane.