L'amore secondo Isabelle è un film che si regge almeno all'ottanta per cento sulla recitazione di una meravigliosa Binoche, che è protagonista ma anche vero (e solo?) punto di grande interesse di questo film. Il suo "bel sole interiore" (come da titolo originale) messo in scena dalla regista parigina Claire Denis, è ciò che porta Isabelle a cimentarsi in diverse relazioni sentimentali con uomini di vario tipo, per andare a colmare un vuoto, un bisogno acuito da un'età non più troppo tenera, che induce la donna a pensare a un futuro di solitudine senza amore, senza riferimenti, nonostante Isabelle sia ancora una donna bellissima, piacente e molto affascinante.
L'idea iniziale era quella di una serie di cortometraggi collettivi che avrebbero dovuto tradurre in immagini i Frammenti di un dialogo amoroso di Roland Barthes, poi il segmento curato dalla Denis ha preso tutt'altra piega, diventando una riflessione sui sentimenti e sulle relazioni di una donna matura il cui materiale di partenza è stato fornito proprio da esperienze passate della stessa Binoche e della scrittrice Christine Angot, con la quale la Binoche aveva collaborato in passato.
Rimaneggiata la materia e sceneggiata dalla stessa Claire Denis ne viene fuori un film molto parlato, senza una vera e propria struttura, che esplora le insicurezze, i desideri, le titubanze, le paure e gli slanci di vita di una cinquantenne divorziata, madre di una figlia che qui si vede pochissimo, alla ricerca di un nuovo amore, di un nuovo moto del cuore che possa ridare emozioni, ma soprattutto fiducia, a un futuro nel quale Isabelle non vuole vedersi come "roba passata".
Isabelle (Juliette Binoche) è separata, è una donna molto bella di cinquant'anni ben inserita nel mondo dell'arte parigina, affascinante, appassionata ma alquanto insicura per quel che riguarda le questioni di cuore. Isabelle ha l'impressione che i sentimenti forti della vita siano ormai alle spalle, per riprendersi quella vitalità ormai lontana si aggrappa a relazioni poco solide, frequenta infatti un banchiere sposato e un po' viscido con il quale si lascia coinvolgere in noiosi amplessi e in situazioni un po' umilianti come il momento in cui Vincent (Xavier Beauvois) le conferma che non lascerà mai sua moglie per lei.
C'è poi un giovane attore di teatro (Nicolas Duvauchelle), un uomo invaghito di quei momenti di una relazione che precedono la prima volta per poi sgonfiarsi nell'entusiasmo una volta conquistata biblicamente la compagna, un uomo con il quale Isabelle inscenerà un tira e molla verbale a tratti imbarazzante. Non manca il ritorno di fiamma con l'ex marito François (Laurent Gréville) che non filerà proprio per il verso giusto ma nemmeno l'interessamento di un amico storico come Fabrice (Bruno Podalydès) confinato da Isabelle nella più classica delle "friend zone".
Tra alti e bassi, confronti con le amiche e le colleghe, nuovi incontri e vari ripensamenti, Isabelle finirà per chiedere aiuto a un consulente sentimentale (o sensitivo, Gérard Depardieu) dispensatore di consigli da "biscotto della felicità".
Claire Denis tratteggia con il suo film una donna in un momento di crisi che non vuole rimanere ai margini della vita, non vuole essere messa alle corde dall'età e non vuole rassegnarsi alla mancanza di un legame profondo. Se la struttura è libera, semplice e a volte può dar l'impressione d'essere finanche ripetitiva, ogni piccola mancanza è qui sopperita da un'interpretazione di grandissimo talento di Juliette Binoche, che costruisce una donna fragile in modo originale, che a volte fatica a terminare le frasi, a prendere decisioni e la porta in scena con un lavoro sulla parola fantastico (la visione in lingua originale sarebbe d'obbligo). In alcuni momenti la Binoche riesce a portare ilarità e disperazione nella stessa espressione, cambiando le sfumature nel giro di un millesimo di secondo, passando dal sorriso al pianto con una naturalezza da interprete d'eccellenza (e lo è senza dubbio).
Da questo lavoro di rielaborazione viene fuori un film piacevole, non troppo profondo ma nemmeno troppo scontato, se non si grida al miracolo per il lavoro della Denis rimane almeno una delle migliori Binoche che si possano trovare sulla piazza.