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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
05/02/2021
Ricky Warwick
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con Ricky Warwick sul nuovo album da solista “When Life Was Hard And Fast”, in uscita il 19 febbraio 2021 con Nuclear Blast Records, e sulle incredibili avventure iniziate quando, a 14 anni, ha iniziato a suonare la sua prima chitarra economica ritrovandosi a supportare Ramones, Motorhead, Megadeth e Iron Maiden!

Qual è il significato del titolo dell’album e a cosa ti riferisci?

Ripenso a quando ero un bambino: sono cresciuto a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e ripenso alla vita prima dell’avvento cellulari, a quando ero giovane e avevo sogni nel cassetto, aspirazioni, speranze e paure. Se mi guardo indietro mi rendo conto di quante cose siano cambiate: allora sembrava che ci fossero più chance, la gente usciva e viveva di più, non passava il tempo fissando un telefono, erano tempi diversi e mi piace ricordarli. Poi è chiaro, dobbiamo andare avanti e guardare al futuro, ma questo è il background delle mie canzoni!

Cosa mi puoi raccontare del duetto con tua figlia Pepper nella bellissima ballata “Time Don’t Seem To Matter”? È un’idea molto bella. Qual è il messaggio racchiuso nella canzone?

La canzone parla di quando sei lontano dalle persone che ami. Prima della pandemia ho passato tantissimo tempo on the road, che trovo sia forse l’unico difetto dell’essere un musicista: il dover stare lontano dalle persone che ami; così ho scritto questa canzone sul tema della lontananza. A volte, in ogni caso, non è tanto la quantità di tempo che spendi con le persone che ami, ma la qualità, e la canzone parla di questo. Ho chiesto a Pepper se voleva cantare (è una brava musicista, canta, suona diversi strumenti) e lei ha detto “ok”. Trovo abbia fatto un ottimo lavoro ed è stato davvero un bel momento. Sono molto fiero, come padre, di averla nel disco.

Nella cover troviamo la “Ards TT Motor Car Race” che si teneva proprio in Irlanda del Nord. Sei un amante delle auto d’epoca o questa gara ti riconnette al tuo paese di origine?

La foto mostra un campo della fattoria di mio nonno, dove avvenivano tutti gli incidenti durante quella gara. La corsa costeggiava proprio la fattoria e mio papà mi raccontava sempre storie sulla TT Race, che è stata vinta, oltretutto, da un Italiano davvero famoso: Nuvolari! Vinceva quasi tutti gli anni! Da piccolo ero affascinato da queste storie e quando ho iniziato a lavorare per “When Life Was Hard And Fast”, immediatamente ho pensato: “ok, ho delle foto di quella gara, funzionano perfettamente con le canzoni, con il titolo e tutto il resto… in più, c’è una connessione personale con la mia vita, per via della fattoria di famiglia”.

Cosa mi puoi dire in merito alla fantastica collezione di chitarre vintage di Keith Nelson? Ti sei divertito con queste bellezze durante la registrazione a Los Angeles?

Continuo a scherzarci sopra, dicendo che è l’unico motivo per cui ho voluto Keith come producer dell’album, ma non è vero, è uno scherzo! Lui ha alcune chitarre meravigliose e alcuni magnifici amplificatori vintage ed è stato incredibile poterli usare per il disco: suonano benissimo! Ero come un bambino in un negozio di caramelle! Ero tipo: “fammi provare quella Les Paul!” ed è stato fantastico, ha uno studio pazzesco, un equipaggiamento super, una fantastica collezione di chitarre… ed è un producer fantastico! Ha fatto un lavoro ineccepibile con questo disco.

Nel disco troviamo diverse super collaborazioni: le vuoi citare? Cosa apportano all’album?

Nell’album troviamo musicisti che per me sono come eroi, sono un loro fan ma sono anche buoni amici. Ho già lavorato prima con molte di queste persone, come ad esempio con Joe Elliott, che è uno dei miei più cari amici e ha anche prodotto i miei primi due dischi come solista, inoltre è l’anima dei Def Leppard, il tipo che ha venduto 115 milioni di album! Perciò sa quello che fa, è un cantante fantastico e ha partecipato alla title track. Andy Taylor poi: ho lavorato con lui all’epoca degli “Almighty”, siamo amici da sempre e ho collaborato con lui nel suo album solista che uscirà più avanti quest’anno, lavorando su diverse canzoni; mi ha restituito il favore suonando magnificamente la chitarra nel mio album. Poi abbiamo ancora Luke Morley dei Thunder… e io amo i Thunder e Luke è un incredibile chitarrista. Dizzy Reed dei Guns, che per me sono amici, ma sono anche amici di super talento, ed è fantastico averli nell’album. 

Hai iniziato molto presto, a 14 anni, andando in tour con The Almighty a supporto di nomi incredibili come Ramones, Motorhead, Megadeth e Iron Maiden: che emozioni ti ricordi di quell’epoca?

Penso all’euforia del fatto che tutto quello che avevo sognato stava improvvisamente diventando realtà. Stavamo suonando per i nostri eroi, stavamo girando il mondo in tour, trasformando il nostro sogno nel nostro lavoro. È una sensazione pazzesca e lo è ancora… non è cambiato nulla!

Come è stato essere chiamato per ridare vita ai Thin Lizzy, la tua band preferita sin dagli inizi?

Beh, se ti capita una cosa del genere, non può andare meglio di così! La tua band preferita di sempre ti chiede di cantare le sue canzoni! Fin da piccolo credo che chiunque sogni di cantare nella sua band preferita e quel sogno per me è diventato realtà. Ancora oggi mi sembra surreale, anche dopo dieci anni è un onore e un privilegio per me poterlo fare… incredibile! Sono molto fortunato!

Cosa cambia a livello di atmosfera quando suoni per i Thin Lizzy o i Black Star Riders e quando ti dedichi ai tuoi progetti da solista?

I Black Star Riders sono una band, siamo in 5 e abbiamo tutti lo stesso peso nelle decisioni, la stessa voce in capitolo, c’è democrazia. Quando ho un’idea per i Black Star Riders sono pienamente conscio che Scott, Christian, Robbie e Chad aggiungeranno anche le loro ispirazioni a quell’idea e adoro questo, è incredibile quando accade. Inoltre c’è lo stile dei Black Star Riders, al quale dobbiamo allinearci ed essere fedeli, perché è quello che fa dei Black Star Riders la band di successo che è. Quando si parla del materiale che produco come solista, invece, non ci sono regole: non ci sono altre persone con altre idee, non c’è democrazia, c’è la democrazia di uno solo, che sono io, quindi divento egoista e quando scrivo le canzoni non mi importa di cosa pensino gli altri, mi interessa solo ciò che penso io, ed è bello avere anche questa libertà e provare cose nuove. Sono davvero grato di avere sia i Black Star Riders sia, contestualmente, di poter fare anche un album da solista: posso vivere entrambe le esperienze.

In “Clown Of Misery” hai davvero usato la registrazione fatta con il tuo iPhone, inviata a Keith?

Si! Ho ancora sul mio iPhone la registrazione originale! Ho avuto un’idea per la canzone, ho preso la chitarra in mano e ho iniziato a suonare e a cantare registrando la canzone con il telefono. L’ho spedita a Keith dicendogli: “Cosa ne pensi? Dovremmo registrarla!”. E lui mi dice: “È fatta!”. E io: “Ma cosa diavolo stai dicendo? È il mio iPhone”. E lui mi dice: “La adoro, è perfetta, lasciamola com’è”. Così dico sempre, scherzando, che è la canzone più economica che io abbia mai registrato! Non sono neanche dovuto andare in studio e le ho dedicato davvero poco tempo! Ma è uscita davvero bene alla fine!

Com’è stato creare l’album durante questo folle periodo di lockdown e pandemia, quanto tempo hai dedicato al progetto?

Per fortuna è stato registrato prima del caos, ad aprile 2019, quasi un anno prima della pandemia! Quindi, anche la canzone di cui parlavamo non ha nulla a che vedere con la pandemia. La gente pensa “sai quella canzone è sicuramente stata registrata durante il lockdown” e invece no! Un anno prima! Anche il significato di alcune canzoni può sembrare legato alla pandemia, ma non è così, ed è pazzesco come con il passare del tempo e con l’evolversi delle situazioni, le canzoni possano prendere un significato diverso. Quando stavo scrivendo le canzoni, però, non avevo assolutamente idea che sarebbe arrivato un virus folle che avrebbe messo in ginocchio tutto il mondo.

Il background politico di “I’d Rather Be Hit” potrebbe perfettamente accordarsi al modo folle in cui questo momento terribile sembra essere gestito, o no, visto che hai scritto la canzone prima della pandemia?

In realtà, non posso sopportare Donald Trump: ha preso il potere 4 anni fa e penso che sia una persona terribile. La mia idea tuttora non è cambiata.

Dici che la tua prima chitarra economica ti ha salvato la vita, com’è iniziato tutto quanto?

Ho sempre amato la musica e anche le mie due sorelle maggiori hanno sempre amato la musica, quindi continuavano a comprare e a mettere su dischi. Hanno contribuito anche la radio Inglese e Radio Luxembourg che sentivo quando ero un bambino, Top of the Pops, mi sono innamorato del Rock’n’Roll e di come quelle persone apparivano, di quello che facevano: cantavano così magnificamente… e quando sono stato abbastanza grande per comprarmi una chitarra, la mia vita è cambiata!

Cosa suggeriresti alle persone che stanno iniziando ora a proporre nuova musica, o a mettere in piedi un progetto in questo campo?

Concentratevi sulla scrittura delle canzoni: bisogna creare delle belle canzoni, lavorare molto, avere un’etica del lavoro grande. Tutto questo va trattato come un lavoro, perché è un lavoro. Lavora duro, credi in te stesso, devi esplorare, imparare, devi essere positivo e umile, educato, rispettoso e devi rispettare le persone che ti vogliono dare dei consigli.

In merito alla vita da tour, qual è il concerto o il festival che più di tutti ricordi ed è stato speciale?

Sono fortunato perché sono stati così tanti! Con gli Almighty la prima volta che abbiamo suonato a Downington, suonare con i Thin Lizzy allo Slane Castle, andare in tour in America con i Black Star Riders a supporto dei Judas Priests è stato incredibile. Sono stati così tanti che è davvero difficile citare i migliori. Mi sento privilegiato e fortunato ogni volta che posso salire su un palco; avevo dato per scontato tutto questo e, dopo quello che è successo lo scorso anno, quando torneremo a suonare… beh quest’anno ci siamo resi conto di quanto ci manca la musica dal vivo, di quanto sia una cosa meravigliosa. Gli show online sono ok, data la situazione è tutto ciò che abbiamo e quindi va bene, ma niente può sostituire il contatto umano e la socializzazione che porta l’essere in uno show: l’atmosfera, l’energia, la passione non si possono sostituire.

Dobbiamo aspettarci un tour?

Si, ma come tutti gli altri sto aspettando di capire cosa succederà con il vaccino. Le cose al momento sono terribili, vorremmo essere in un posto migliore e al momento la situazione è ancora dura. Vediamo con i vaccini ma non penso che succederà qualcosa fino alla fine di quest’anno. Questo è quello che penso, che ci vorrà ancora un po’, purtroppo.

Cosa fai giornalmente per allenarti o studiare. So che sei un musicista professionista, quindi probabilmente non devi più studiare, ma la musica fa parte della tua quotidianità?

Devi sempre studiare, non puoi mai dire: “Hey, so suonare perfettamente la chitarra!”. Mi esercito ogni giorno, è un lavoro e lo tratto come un lavoro: mi alzo sul presto, preparo i miei bambini, vado nel mio ufficio, gestisco email di business, suono e scrivo musica con la mia chitarra per 4/5 ore, lavoro sulle canzoni e sulle idee, vado a correre, mi alleno e ceno. Questa è ora la mia giornata tipo. Se sei così fortunato da fare il lavoro che ami devi rispettarlo e trattarlo come un lavoro, non ha senso stare a letto e guardare mille film. Sono un gran lavoratore e anche se dopo 4/5 ore non mi ritrovo niente di valido in mano o ho scritto qualcosa di terribile, mi sento comunque di aver ricavato qualcosa da quella giornata; anche se non mi vengono idee, sto comunque suonando la mia chitarra e quindi mi sto esercitando. Lo scorso anno purtroppo mi sono mancati tantissimo i live, ma ho potuto spendere del tempo con la mia famiglia e sono stato anche in grado di lavorare: mi sono venute un sacco di idee che magari durante i tour on the road non avrei avuto, perché non avrei avuto il tempo per concentrarmi, quindi, in qualche modo, è andata comunque bene.

Mi saluta con uno “Stay safe, stay well!”, perfettamente in linea con i tempi che corrono…

Noi li aspettiamo presto in concerto!

“When Life Was Hard And Fast” è in uscita per Nuclear Blast il 19 Febbraio 2021.

 ***

The true spirt of rock n’ roll is a relentless pursuit that consumes me on a daily basis. Chasing after it, making this record was a race well run” - Ricky Warwick.

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Line-Up:

 

Ricky Warwick | Vocals & Guitar

Keith Nelson | Guitar, Backing Vocals, Percussion

Robert Crane | Bass

Xavier Muriel | Drums

 

RICKY WARWICK online:

http://rickywarwick.com/

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https://www.nuclearblast.de/rickywarwick


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