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Le vicende personali della cantautrice e produttrice Natalie Bergman hanno fortemente influenzato la sua musica, a partire dal suo acclamato debutto da solista Mercy, scritto all’indomani di un grave lutto e intriso di riflessione spirituale.
Con My Home Is Not In This World, nuovo lavoro uscito il 18 luglio per Third Man Records, Bergman entra ancor più nell’esperienza vissuta, ma si eleva a una grazia quasi ultraterrena con un album che brilla di soul gospel, malinconia country-western e grinta rock ‘n’ roll, il tutto filtrato attraverso la sua inconfondibile voce.
“Il titolo è un riconoscimento del mio desiderio di questo posto laggiù”, dice Bergman del nuovo disco. “Rappresenta il mio desiderio di non essere parte di ciò che sta accadendo digitalmente. Cercavo di essere l’antitesi di molta musica moderna. Ci sono alcuni suoni terrosi e molte delle canzoni parlano d’amore. Allo stesso tempo, parla di trovare il mio posto sulla terra, anche se non mi sono mai veramente sentita a casa”.
Il singolo principale di My Home is Not in This World, “Gunslinger”, è un classico cinematografico che attraversa i generi. Flirtando con il desiderio e il disastro, Bergman rende omaggio a un fuorilegge che non riesce a togliersi dalla testa. Con un sottofondo di archi, bassi multipli e una melodia color Laurel Canyon, tenuta insieme dall’organo Nashville del fratello Elliot, le linee di chitarra solista di Natalie Bergman in “Gunslinger” si scaldano con strutture retrò e tangenti da inno. Le strofe dettagliate si restringono in ritornelli da cantare in coro, mentre “Potrebbe avere uno sguardo vagabondo, può farmi cadere con il suo sorriso” si trasforma in “Se mi riporti indietro, tesoro, non mi riporterai indietro?”. “Gunslinger” è calda e inquieta, incantata dal mistero e da una valigia “piena di piccoli tesori”.