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NEWS E CONCERTICOMING SOON
Live il 18/11 a Bologna e il 19/11 a Milano
Marie Davidson
2025  (DNA Concerti)
FESTIVAL/CONCERTI
all NEWS E CONCERTI
31/08/2025
Marie Davidson
Live il 18/11 a Bologna e il 19/11 a Milano
Marie Davidson, la producer franco-canadese che ha costruito la sua carriera sfidando le convenzioni della musica elettronica, sarà live in Italia per due date: il 18/11 al Locomotiv di Bologna e il 19/11 al Biko di Milano.
di La Redazione

18 nov 2025
Bologna
Locomotiv

19 nov 2025
Milano
Biko

 

 

Marie Davidson ha sempre seguito la sua strada.

La producer franco-canadese ha costruito la sua carriera sfidando le convenzioni della musica elettronica. I suoi primi quattro album l’hanno consacrata come una forza innovativa nel panorama del clubbing, con un debutto, Perte d’identité (2014), che ha posto le basi di un sound fatto di elettronica organica e narrazione introspettiva. Ogni uscita ha esplorato il suo rapporto ambiguo con la vita notturna, spingendosi sempre più verso sonorità ricche e stratificate, dal Detroit techno all’Italo disco, fino a esplodere in Working Class Woman (2018), album nominato al Polaris Music Prize. Qui, Davidson metteva alla berlina la cultura del clubbing e la sua stessa identità frammentata con un’ironia tagliente e disincantata, più che lottare con l’esistenziale, lo sbatteva direttamente sulla pista da ballo.

Nel 2020, però, Renegade Breakdown ha cambiato completamente le regole del gioco. Con il desiderio di esplorare altri territori sonori, Davidson ha formato una band con il marito e collaboratore di lunga data Pierre Guerineau (suo partner anche nel duo Essaie Pas) e il produttore Asaël Robitaille. Insieme hanno dato vita a un progetto profondamente collaborativo, ispirato ai dischi che ascoltavano ai party post-serata nel salotto di casa: jazz, chanson francese, elettronica. Per la prima volta, Davidson si è messa davvero a cantare.

 

Quattro anni e una pandemia dopo, Davidson torna al club con il suo sesto album, City of Clowns, ma non aspettatevi il solito clubbing. Le pulsazioni techno e i monologhi spoken word di Working Class Woman riemergono a tratti, ma qui si mescolano con le strutture pop e la sensibilità melodica di Renegade Breakdown. Anche per lei è un esperimento insolito: “In un certo senso richiama quello che facevo prima della pandemia, ma con un’evoluzione,” racconta. “Non volevo ripetermi”. Ma a plasmare il suono e lo spirito dell’album è anche un nuovo nemico: il potere invisibile della tecnologia.

Nel 2022, mentre lavorava all’album, Davidson ha letto The Age of Surveillance Capitalism di Shoshana Zuboff, un saggio che denuncia il capitalismo della sorveglianza come una nuova forma di oppressione economica, ormai infiltrata in ogni aspetto della nostra vita. La lettura l’ha profondamente colpita, spingendola a riflettere su quanto la tecnologia abbia ridefinito il nostro modo di vivere e persino di percepire noi stessi. “Oggi siamo più consapevoli di queste dinamiche,” dice, “ma allo stesso tempo ci siamo rassegnati”.

L’influenza del libro non è esplicita, ma si insinua nell’album attraverso titoli di brani, testi e scelte stilistiche. L’intro di "Validations Weight" inizia con la voce della stessa Davidson, che gradualmente si fonde con Amazon Polly, il software di sintesi vocale dell’azienda, fino a essere completamente sostituita da esso. È un’erosione dell’umanità che attraversa tutto l’album, dalla paranoia elettronica di "Statistical Modelling" al battito implacabile di "Demolition", dove Davidson assume il punto di vista di una macchina: “I do what I do / And I do it well”, dichiara con una voce profonda e distorta. Il pezzo esplora il potere seduttivo della tecnologia, che ti convince di avere il controllo quando in realtà sei tu quello controllato. “La sorveglianza è fatta per demolire la tua volontà. Ti conquista con dolcezza e sensualità, e quando ti accorgi del pericolo è troppo tardi”.

 

I temi di City of Clowns si sono fusi con la musica che Davidson stava componendo per un altro progetto: nel 2020 aveva ricevuto l’incarico di scrivere la colonna sonora per uno spettacolo della compagnia di danza Animals of Distinction. Dopo due anni lontana dalle macchine, questo lavoro l’ha riportata alla musica elettronica. Ma ci è voluto ancora un anno perché decidesse di fare un nuovo album. “Mi mancava. Una parte di me sarà sempre legata alla musica elettronica”.

La gestazione di City of Clowns è stata tutt’altro che lineare. Avviato come un progetto solista, ha preso forma tra il 2021 e il 2024, fino a diventare una collaborazione più ampia. Nel 2022, Davidson ha scelto di co-produrlo con Guerineau, mentre nel 2023 hanno coinvolto Stephen e David Dewaele dei Soulwax. Come in Renegade Breakdown, hanno unito le loro influenze per amplificare lo stile crudo e diretto di Davidson in qualcosa di monumentale, capace di travolgerti. Anche il suo ritorno al DJing ha influito sul disco. “Ho iniziato a pensare ai brani con una nuova prospettiva: ‘Funzionano in pista? Faranno ballare la gente?’ Cosa che prima non mi chiedevo mai”.

 

Davidson aveva dichiarato di non voler più fare musica da club, eppure "Contrarian", uno dei pezzi più potenti del disco, è un banger techno con beat martellanti, bassi acidi e breakdown dilatati. “Mi contraddico spesso”, sorride. “Ma per me essere artista significa questo: non rimanere fedele a quello che hai detto in passato, ma restare creativo”.

"Contrarian", come altri brani dell’album, si oppone alla disumanizzazione imposta dal mondo digitale, ribadendo la propria individualità: “Sono incoerente, cambio idea, sono assurda – e va bene così!” Lo stesso spirito emerge in "Unknowing", "Sexy Clown" e "Fun Times", tracce che affermano chi è Davidson, chi vuole essere “come artista, come donna, come persona”.

Il primo brano scritto con Guerineau, "Fun Times", è un’ironica dichiarazione sulla scelta di Davidson di non avere figli. “You make babies / I’m having fun”, canta, smontando l’idea che l’unico modo per realizzarsi, soprattutto per una donna, sia la maternità. “Pensavo che avrei avuto figli, poi ho capito che non ero pronta. Non ho bisogno di un bambino per sentirmi una donna completa. I miei ‘figli’ sono la mia arte”.

Anche "Sexy Clown" parla di identità e percezione. Davidson riflette sul suo ruolo di outsider, sul fatto che la sua vulnerabilità e il suo carattere forte non vengano mai conciliati dalle persone. Ma scrivendo questa canzone, si è resa conto di aver trovato la propria dimensione. “So chi sono. Se sembro scostante, è perché negli ultimi anni sono stata troppo amichevole”.

 

City of Clowns è un album tagliente, ma anche ironico. Davidson ha sempre usato l’umorismo nella sua musica, ma nel 2023 si è immersa nel mondo dello stand-up comedy, affascinata da figure come Bill Hicks, Wanda Sykes e George Carlin. La sua idea di DJ si è evoluta fino a diventare quella di un clown, un “intrattenitore outsider” che osserva la società da una prospettiva laterale.

Mi sono sempre sentita fuori posto”, dice. “Non sono mai stata bullizzata, ma mi è sempre stato detto che ero ‘diversa’”. Dagli anni della scuola, in cui si alzava in piedi a raccontare storie durante le lezioni, fino ai suoi live energici e fuori dagli schemi, Davidson si è sempre mossa fuori dalle righe.

Con City of Clowns, trasforma questa diversità in arte, esplorando con sarcasmo e brutalità la nostra epoca di iper-sorveglianza, alienazione e ricerca di significato. L’album affronta temi complessi, ma rimane visceralmente umano.