L’ultimo disco in studio di Stevie Nicks risale ormai a sei anni fa. 24 Karat Gold (Songs From The Vault), uscito nel 2014, era composto da quattordici canzoni che riposavano nei cassetti della Nicks (anzi erano secretate, come suggerisce il titolo del disco) e che sono tornate a vedere la luce solo quando la bionda cantante di Phoenix ha deciso di riprenderle in mano e rileggerle, reinterpretarle, rivederle con gli occhi della maturità. Canzoni, dunque, che arrivano da un passato a volte remoto, risalenti a un periodo compreso fra il 1969 e la metà degli anni novanta, ma che venivano ripresentate alle nostre orecchie in abiti modernamente vintage, senza che trasparissero i segni del tempo, ma mantenendo, invece, intatto il proprio nitore d'origine.
Il suono era esattamente quello che tutti si sarebbero aspettati, quello cioè meravigliosamente stilizzato in album come Rumours o Bella Donna: un amalgama perfettamente equilibrata di rock americano, appassionato romanticismo e pop da classifica, che è diventato un marchio di fabbrica di valore assoluto.
Non è, quindi, un caso che quell’album non solo ricevette giudizi entusiastici dalla critica, ma ottenne un successo, forse non inaspettato, ma di certo superiore alle aspettative, dal momento che scalò le classifiche statunitensi e britanniche, attestandosi alle prime piazze nelle rispettive top ten.
Live In Concert – The 24 Karat Gold Tour (colonna sono di un omonimo film uscito nelle sale il 24 e 25 ottobre dello scorso anno) è la fotografia del tour di promozione di quel disco, un doppio cd che coglie il meglio delle performance live della Nicks, accompagnata da una band coi fiocchi, composta da Carlos Rios alla chitarra, Al Ortiz al basso, Drew Hester alla batteria, Ricky Peterson e Darrell Smith alle tastiere.
Da 24 Karat Gold, in realtà, vengono eseguite solo tre canzoni (Belle Fleur, Starshine e If You Were My Love), mentre il resto della scaletta si concentra sul meglio della carriera della Nicks, pescando da album solisti (Edge Of Seventeen, Stop Draggin’ My Heart Around) e da quelli, ancora più celebri, registrati con i Fleetwood Mac (Gold Dust Woman, Landslide, Rhiannon). La prima facciata, poi, si chiude con una splendida versione di Moonlight (A Vampire’s Dream) che la cantante originaria dell’Arizona dedica all’amato Prince.
In realtà, non ci sarebbe un motivo valido per acquistare questo live, dal momento che, se siete fan della Nicks o dei Flettwood Mac, queste canzoni le avrete ascoltate, anche dal vivo, chissà quante volte (ricordo che nel 2019 uscì un box triplo, dal titolo Stand Back, con un terzo cd interamente live). Tuttavia, la performance, pur non riservando soprese, è suonata talmente bene e con così tanta classe che, almeno per quelli che come il sottoscritto sono fan della prima ora, non dovrebbero lascierselo sfuggire. La solita grande voce, che l’età ha arricchito di sfumature, le solite canzoni, la solita, impagabile, meraviglia.