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REVIEWSLE RECENSIONI
Living The Dream Tour
Slash feat. Myles Kennedy And The Conspirators
2019  (Universal/Eagle Vision)
ROCK
7/10
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08/01/2020
Slash feat. Myles Kennedy And The Conspirators
Living The Dream Tour
La potenza di tiro, il succedersi incalzante dei brani in scaletta e una band super rodata fanno di Living The Dream Tour l’ennesima performance incendiaria che farà la gioia dei tantissimi fan sparsi in tutto il mondo.

Living The Dream (2018), quarto album in studio del chitarrista inglese e terzo al fianco dell’ormai fidato Myles Kennedy, non aveva destato grandi sorprese. Non un brutto disco, per carità, ma semplicemente la reiterazione di una formula ormai consolidata: hard rock che nasce per filiazione dall’esperienza con i Guns (quello è più o meno il suono, quello è lo stile), con la straordinaria chitarra di Slash a tessere le fila di dodici canzoni ad alto contenuto energetico.

Lo stesso, identico mood, ovviamente, lo troverete in questo nuovo live, il quarto della carriera solista di Slash (lo precedono Live In Manchester del 2010, Made In Stoke del 2011 e Live At The Roxy del 2015), registrato all’Hammersmith Apollo di Londra il 20 febbraio di quest’anno, durante una delle tappe del tour di promozione dell’album.

La differenza sta nel fatto che queste canzoni, riproposte dal vivo, suonano decisamente meglio della loro versione in studio. La potenza di tiro, il succedersi incalzante dei brani in scaletta e una band super rodata (oltre a Slash e a Myles Kennedy anche Todd Kernes al basso, Brent Fitz alla batteria e Framk Sidoris alla chitarra ritmica) fanno di Living The Dream Tour l’ennesima performance incendiaria che farà la gioia dei tantissimi fan sparsi in tutto il mondo.

In scaletta, questa volta, c’è però una sola canzone dei Guns N’ Roses (Nightrain), scelta che ha senso (e che apprezziamo) per due ordini di motivi: in primo luogo, Living The Dream Tour finisce così per differenziarsi da tutti i precedenti live solisti, in cui le canzoni dei Guns abbondavano, evitando in questo modo di replicare una formula che cominciava a essere un po’ stantia. In secondo luogo, Slash ha ormai a disposizione un songbook nutritissimo (una sessantina di canzoni in quattro dischi) da cui pescare senza bisogno di riempitivi. Se si considera, poi, che sono passati quasi dieci anni dal fortunato esordio solista, le canzoni tratte da quel disco vengono percepite ormai dal pubblico come veri e propri classici alla stregua dei successi dei Guns, rappresentando quindi i momenti più intensi e più partecipi del live act.

Fatta questa premessa, lo show è veramente di livello, prevedibile forse, ma intenso, tirato ed emozionante. Slash è ovviamente il protagonista assoluto della serata, e regala al pubblico assoli incandescenti e vere e proprie maratone alla sei corde come nelle torrenziali Wicked Stone (puro orgasmo per i cultori della chitarra elettrica) e World On Fire (quasi diciotto minuti, in cui gli assoli di Slash accompagnano la presentazione della band e un vibrante call and response fra Kennedy e il pubblico).  

Da segnalare, tra le gemme della serata, il momento in cui Todd Kerns sostituisce Kennedy alla voce per We’re All Gonna Die e un’arrembante Doctor Alibi, omaggio al compianto Lemmy, che la interpretava nel disco d’esordio, la sempre bellissima Nightrain (tra l’altro, presente in tutti i live pubblicati da Slash), e una versione strepitosa di You’re a Lie, con un lavoro di Slash alla chitarra che lascia senza fiato.

L’elegante confezione contiene, oltre a due cd, anche il dvd (notevolissimo) col video dell’esibizione e un booklet con un pugno di splendide foto. Il tutto, per una ventina di euro. Ne vale la pena.


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