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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
23/07/2018
The Freewheelin' Briozzo
lo strano caso dello spot Sperlari in 7/8
Noi musicisti – ma immagino anche voi persone normali – ogni tanto soffriamo di anomali fenomeni di percezione dovuti all’attenzione compulsiva con cui sezioniamo gli ascolti nel dettaglio.

Noi musicisti – ma immagino anche voi persone normali – ogni tanto soffriamo di anomali fenomeni di percezione dovuti all’attenzione compulsiva con cui sezioniamo gli ascolti nel dettaglio. Seguiamo linee di basso per evitare di perderle sotto gli strati sonori degli arrangiamenti, curiamo maniacalmente la eco di un suono finché non sparisce del tutto, teniamo il tempo con qualunque parte del nostro corpo (va be’ non proprio tutte) e armonizziamo con tutti gli intervalli possibili anche la sirena dell’ambulanza. Questa attitudine ci permette di cogliere, riconoscere e catalogare ogni forma di musica in qualunque situazione. A quale musicista non è mai capitato di addormentarsi durante una canzone e, destandosi pochi istanti dopo, avere l’impressione che il pezzo abbia saltato qualche beat allo stesso modo in cui, quando entriamo in galleria con l’autoradio accesa, facciamo quel gioco di continuare a cantare la canzone quando il segnale sparisce per vedere se andiamo perfettamente a tempo, in modo da riprenderla all’uscita dal tunnel? Come dite? Sono solo io a farlo?

Comunque, il punto è che il nostro orecchio spropositato ci fa cogliere sempre e ovunque le cose belle e quelle brutte, le tracce regolari e quelle anomale. Vi dico tutto questo perché stamattina, mentre ascoltavo Radio Popolare andando in stazione, è partito lo spot natalizio della Sperlari. Ve lo ricordate il celebre cofanetto e Gianrico Tedeschi che lo pubblicizzava alla tele negli anni 70? Lo spot radiofonico del 2017 invece dice che “non c’è Natale senza Sperlari” ed è uno spot molto efficace e piuttosto in linea con gli standard della pubblicità radiofonica se non fosse che stamattina vi giuro che l’ho sentito in un edit in 7/8.

L’ho cercato in lungo e in largo nella rete, ho anche chiesto su Facebook informazioni all’agenzia di comunicazione che lo ha prodotto, ma non c’è traccia. La cosa mi sta facendo impazzire. Ho avuto forse un’allucinazione?

Ma, a parte questo sconforto, la cosa mi ha sorpreso positivamente: se effettivamente esiste un “radio edit” in 7/8 significa che finalmente i miei amati tempi dispari sono stati sdoganati anche a supporto dei consigli per gli acquisti, il che è molto strano perché non sai mai come la gente può reagire a un 7/8. I tempi dispari, se li prendi per il verso sbagliato, ti destabilizzano, ti fanno perdere l’equilibrio e possono generare insofferenza. Associare un 7/8 a un prodotto può anche indurre il consumatore a cambiare idea per la mancanza di linearità.

Non è il caso mio. Anzi. Se effettivamente esiste una versione dello spot radiofonico della Sperlari in 7/8 sono pronto a diventare il fan numero uno, e voi della Sperlari non preoccupatevi: non c’è nessun rischio che qualcuno, battendo il tempo dispari, si incarti.

(Segue versione in 4/4).