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MAKING MOVIESAL CINEMA
21/07/2021
Kate Herron
Loki
Terza serie del nuovo corso Marvel post Endgame, per Loki c'erano grandi aspettative (solo in parte mantenute purtroppo) sia per la natura ambigua e imprevedibile del personaggio, sia per il talento innegabile di Tom Hiddleston, sia per la possibilità di sperimentare con una serie che poteva avvicinarsi più all'approccio innovativo di WandaVision che non a quello classico di The Falcon and the Winter Soldier.

Diciamo che la grossa novità portata da Loki, ormai credo lo sappiano tutti, è l'introduzione del concetto del multiverso, affiancata dalla rivelazione di un nuovo villain che potrebbe diventare fondamentale per il prosieguo della fase quattro. A parte un'accelerazione verso il finale nelle ultime due puntate la serie sembra non avere una direzione precisa e coerente, ondeggiando tra eventi temporali, versioni alternative, spiegazioni e tradimenti, la visione non risulta mai troppo interessante o appagante se non per momenti isolati, valorizzati dalle doti degli attori nel cast, Hiddleston soprattutto ma anche un Owen Wilson molto convincente. La noia si affaccia a più riprese, lo spaesamento pure, la perplessità anche, come detto da più parti in alcuni frangenti sembra di trovarsi di fronte effettivamente a un Doctor Who in salsa Marvel al cospetto della distruzione di Gallifrey, e questo sarebbe un gran complimento se non fosse per il fatto che il paragone potrebbe tenere solo se fatto con alcune delle puntate più fiacche della serie storica della BBC. Si voleva iniziare a parlare del concetto di multiverso? Volevamo anticipare il personaggio di grande calibro dei giorni a venire? Benissimo, non erano però necessarie sei puntate fuori fuoco per imbastire un discorso che molto probabilmente verrà ripreso a breve (Doctor Strange in the multiverse of madness?). Il multiverso, qui sta in fondo il succo di tutto Loki. Certo, poi c'è un buon lavoro di sviluppo del personaggio, che già era tra i più interessanti del MCU, ma principalmente ciò che conta è il multiverso. Introducendo questo concetto tutto sarà più o meno giustificabile: contraddizioni dovute a personaggi in forza ad altre case cinematografiche? il multiverso! Attori che prima o poi lasceranno i loro ruoli e che andranno sostituiti? il multiverso! Operazioni necessarie di retcon? Il multiverso! Vogliamo azzardare anche potenziali collaborazioni con la Distinta Concorrenza? Il multiverso! Il multiverso è la panacea di tutti i mali e offre infinite possibilità.

Detto questo e detto della delusione generale provata durante la visione del serial, di questo Loki cosa rimane? Il multiverso! Ok, questo l'abbiamo detto. C'è l'introduzione della TVA e dei Custodi del tempo, figure marginali del mondo Marvel che tengono sotto controllo il flusso temporale evitando che si dirami dando vita a realtà alternative, interessanti più per l'omaggio al suo creatore (Marc Gruenwald) che non per il resto, c'è un buon collegamento con il passato e si risponde alla domanda where is Loki? che aleggiava da tempo, abbiamo un Loki in versione femminile che fa girare la testa al nostro Dio dell'inganno che, narcisista com'è, non poteva che innamorarsi di sé stesso, personaggio che poi fa girare la testa a Loki ma non so quanto lo faccia con quella degli spettatori (a mio avviso un grande mah?). Nel penultimo episodio siamo graziati dalla comparsa del "vero" Loki interpretato da Richard Grant, quello della Marvel delle origini e posi cos'altro? Si, ecco, alla fine arriva Polly. No, scusate, alla fine arriva mamma! Nemmeno, chi arriva? Spoiler, si ecco, alla fine arriva Kang in un'interpretazione sopra le righe di Jonathan Majors, gran personaggio, sì, ma forse in futuro, per ora curb your enthusiasm!


TAGS: DarioLopez | KateHerron | Loki | loudd | serie TV