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MAKING MOVIESAL CINEMA
Lovely Boy
Francesco Lettieri
2021  (Vision Distribution)
DRAMMATICO
6,5/10
all MAKING MOVIES
21/01/2022
Francesco Lettieri
Lovely Boy
Film realizzato per la tv che salta le sale e approda direttamente su Sky, Lettieri confeziona un bel film che nulla ha da invidiare ad altri prodotti italiani pensati per il cinema...

Francesco Lettieri ha alle spalle la direzione di moltissimi video musicali realizzati per giovani artisti della scena italiana, solo dell'anno scorso il suo esordio nel lungometraggio di finzione con Ultras, una storia corale ambientata nel mondo della tifoseria organizzata; per il suo nuovo film il regista napoletano passa dal corale al racconto su un solo individuo, un individuo solo. È proprio la solitudine, la mancanza di appigli affettivi veri il tema portante delle vicende di questo lovely boy protagonista del film, destinato a divenire in modo programmatico un lonely boy interpretato in maniera molto ispirata dal bravo Andrea Carpenzano, bel volto già ne La terra dell'abbastanza dei D'Innocenzo e in altri film nostrani. Lo sfondo è l'ambiente della scena underground romana legata alla musica trap, Lettieri sceglie un contesto attuale per raccontare una storia che non parla di musica bensì di un giovane che si perde, smarrito in un'esistenza che sembra non avere senso, in un mondo privo di importanza, valori ed elementi per cui all'apparenza possa valere la pena vivere. La storia è narrata con un alternarsi di tempi, il passato tra ascesa musicale, droghe, vuoto esistenziale, e il presente con il protagonista in una comunità di recupero in Trentino, lontano da tentazioni e immerso in un mondo dove i rapporti personali, anche molto difficili, contano più del resto, sono anzi praticamente l'unica cosa rimasta, o quelli o la solitudine più nera.

 

Roma, giorni nostri. Nic (Andrea Carpenzano), con il nome d'arte di Lovely Boy, insieme a Borneo (Enrico Borello) fa parte di un duo musicale ascrivibile alla scena trap locale anche se lui stesso ne ricusa un po' la definizione, ciò che fanno loro non ha nome e forse nemmeno importanza, il duo è in ascesa, il loro manager Padella (Riccardo De Filippis), un mezzo sfigato, cerca di fargli avere i contatti giusti nella speranza di fare il botto e di arrivare ai soldi veri, ma a Nic questa cosa sembra non interessare più di tanto, persosi nel mondo delle droghe, senza mai arrivare alla vena, sembra in realtà non essere interessato più a niente, non troppo al rapporto con i genitori, molto largo e permissivo, né in maniera significativa a quello con la giovane Fabiana (Ludovica Martino) che proprio a causa del suo rapporto con Nic sarà costretta a crescere in fretta. In parallelo la vita in comunità, dopo la droga, la montagna, il Trentino, il lavoro quotidiano e i rapporti con persone che hanno vissuto esperienze spesso molto peggiori della sua, il contatto con qualcosa e un percorso molto difficile da portare avanti.

 

Film realizzato per la tv che salta le sale e approda direttamente su Sky, Lettieri confeziona un bel film che nulla ha da invidiare ad altri prodotti italiani pensati per il cinema, il grosso del lavoro lo fa Carpenzano che ha il volto giusto per questo genere di narrazione dal quale emerge un disagio personale del quale è difficile capire i motivi, l'uso delle droghe sempre più invasivo nella vita del protagonista sembra più conseguenza che causa di un malessere apatico che sembra non far riconoscere un valore in niente, né nella musica (dove per stessa ammissione di Nic volutamente non ci sono contenuti) né nelle relazioni personali. C'è un bel contrasto tra la scena musicale e i momenti di lavoro e confronto con gli altri membri della comunità, con Daniele (Daniele Del Plavignano) che diventerà una sorta di tutor per Nic, con lo scombinato Martino (altro bel volto quello di Martino Perdisa), con Lorenzo (Pierluigi Pasino) che si sente in qualche modo vicino a Nic, anche lui cantante ma nella cover band ufficiale di Foggia dei Queen. Lovely Boy è un film che fotografa bene la perdita di riferimenti, l'assenza di direzione senza arrogarsi la presunzione di giudicare o demonizzare i protagonisti, lasciando anzi un velo di speranza finale anche se, come dice lo stesso Nic, "la vita è comunque una merda".