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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
14/06/2018
U.S. Hard Rock Underground
Macho Songs (#5)
"Avete messo in copertina una donna nuda, unta, a quattro zampe, con un collare da cane attorno al collo e il braccio di un uomo che tiene il guinzaglio e le sbatte in faccia un guanto perché lo annusi. Non lo trovate offensivo? Non lo trovate sessista?" (This is Spinal Tap)

"You put a greased naked woman on all fours with a dog collar around her neck, and a leash, and a man's arm extended out up to here, holding onto the leash, and pushing a black glove in her face to sniff it. You don't find that offensive? You don't find that sexist?"

(This is Spinal Tap)

Nessuno se ne abbia a male, ma l’hard rock dei primi anni ’70 fu una musica sessista.

Sessista nel senso che ha sostenuto (e in parte ancora sostiene) evidenti e pregiudiziali differenze tra i sessi. Esistono le eccezioni, certo, ma sono assai limitate. Il fatto che la maggior parte dei musicisti e la maggior parte dei fans fosse di sesso maschile è una causa evidente dell’assunzione di un punto di vista così esclusivamente e prepotentemente “mascolino” da sfociare in un atteggiamento a volte scostante, a volte stereotipato, a volte perfino scopertamente misogino.

Del resto, all’inizio degli anni ‘70, dopo qualche anno passato all’insegna dell’amore libero e femminismo radicale, il rock era precocemente ritornato su posizioni di arcaico domino fallico senza per giunta giovarsi delle “buone maniere” ancora in voga negli anni ’50 quando, per la prima volta, la musica scoprì relazioni non solo d’amore e virtù tra i due sessi.

Recuperando certe allusioni allegoriche tipiche del blues già dagli anni ’20, la donna ritorna ad essere, né più né meno, oggetto: ora di dolore, ora di piacere materiale. Poco altro.

Peraltro, la rivoluzione sociale del ’68 aveva almeno sdoganato il sesso come argomento di discussione nazionalpopolare e anche i cantanti ne beneficiarono non avendo più necessità delle più o meno raffinate metafore di Robert Johnson.

I even flash my lights, mama, this horn won't even blow

Got a short in this connection, hoo well, babe, it's

way down below

I'm goin' heist your hood, mama, I'm bound to check

your oil

I'm goin' heist your hood, mama, mmm, I'm bound to

check your oil

(Robert Johnson – Terraplane Blues)

In campo Hard Rock Underground esiste una forma ben standardizzata di “canzone sessuale” che può essere, a seconda dai casi, di “sesso goduto” (ed esibito come trofeo) o “sesso frustrato” (e causa di rabbia e risentimento). Inutile sottolineare come in entrambi i casi sia la ragazza ad essere fautrice del piacere o causa della frustrazione. Suo dovere è fare sentire il proprio uomo un vero “maschio”, pur se facendolo spesso è trattata da sgualdrina; ma del resto quando ciò non accade le è immancabilmente addebitata ogni colpa della mancata relazione (o eiaculazione, fuor di metafora). Comunque vada, finirà che la troietta avrà comunque spillato quanti più soldi possibili all’uomo che solo con il sudore della fronte se li era onestamente guadagnati.

Se certi luoghi comuni derivano ancora dalla tradizione blues, la sfacciataggine e la boria sono tutte “bianche”.

Nine below zero on the outside,

but I brought my baby's temperature to a hundred and ten

Nine below zero out on the outside,

and I brought my baby's temperature to a hundred and ten

Ever since the little girl put me down for another man

I give 'r all of my money, my lovin' and everything

All of my money, all my lovin' and everything

I brought my baby's temperature up to a hundred and ten,

and she done put me down for another man

Sonny Boy Williamson II – Temperature 110

Da notare poi come la seduzione messa in atto dalla donna sia sempre “inflitta” quasi con premeditata malvagità e quindi subita dall’uomo, che, lottando contro la natura, si sforza di non cedere (o eccedere): un concetto che, estremizzato, conduce alla nota giustificazione “Non sono io che l’ho stuprata, è lei che stava in bikini…”.

Eva mangiò la mela, Adamo fu spettatore innocente.

Ecco un terzetto di canzoni (che in realtà… sono quattro) paradigmatiche e che certo hanno ispirato numerosi gruppi dell’underground:

“Evil Woman”

Ce ne sono due: un pezzo della band biker-rock Crow, riproposta dai Black Sabbath dell’album d’esordio e la “Evil Woman” portata al successo dagli Spooky Tooth di Spooky Two (1969); quest’ultima vanta un incedere veramente possente ed un assolone rabbioso di chitarra.

Now I know just what you're looking for

You want me to claim that child you bore

Well you know that it must he not be

And you know the way it got to be

 

Evil woman, don't you play your games with me

Evil woman, don't you play your games with

***

Woman, thought you were a blessin'

Then I caught you messin'

Evil woman

Woman, you ain't got no feelin'

You're just a dirty dealin'

Yeah

 

“Heartbreaker”

Gli stessi Zeppelin che sostenevano che l’anima della donna fosse stata “creata giù in basso” sfogano tutta la loro rabbia nel riff più strutturato del secondo album.

Work so hard I couldn't unwind, get some money saved;

Abuse my love a thousand times, however hard I tried.

Heartbreaker, your time has come, can't take your evil way;

Go away, Heartbreaker.

 

“American Woman”

Immaginatevi un gruppo francese che porta al successo una canzone sulle sgualdrinelle italiane. Questo fecero i canadesi Guess Who, e gli americani apprezzarono molto!

American woman Stay away from me

American Woman Mama let me be

Don’t come Hanging around my door

I don’t want to see your face No more

I got more important Things to do

Then spend my time Growing old with you

American Woman Get away from me

American woman Mama let me be

Don’t come Knocking around my door

I don’t want to see your shadow No more

Colored Lights Can hypnotize

Go and sparkle Someone else’s eyes

Now woman I said get away

American Woman Listen what I say

 

“Ho visto i Guess Who fare questa versione di American Woman dal  vivo un anno fa e raramente sono rimasto tanto offeso da un concerto. Burton Cummings, proprio come fa sul disco, si è abbandonato ad un’elucubrazione lunga e stizzita sulla yin yankee in una specie di stile poetico beat esaltato:

American bitch

American cunt

American slut

American lesbian

American school girl

American housewife

American beaver

Ecc, ecc, ecc. Non vi offendereste anche voi se quel canadese pervertito venisse giù a prenderci tutti i soldi e anche a denigrare le nostre donne? Certo che sì! Almeno finché non capite, come alla fine e successo a me, che quel tipo di cose sono proprio ciò che rende fantastici i Guess Who. Non hanno il minimo buon gusto, non gli importa nemmeno se mettono in imbarazzo tutte il pubblico, sono dei veri delinquenti senza neanche dovercisi sforzare.” (Lester Bangs - Guida ragionevole al frastuono più atroce)

Tra i rocker sconosciuti questo tipo di canzone assume tratti ben definiti: lunghezza contenuta, vocalità cattiva e soprattutto riff stentoreo, solitamente il più robusto dell’album.