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REVIEWSLE RECENSIONI
Magnitudo
Percossa Fossile
2025  (Go Down Records)
POST-PUNK/NEW WAVE PROGRESSIVE METAL / HARD ROCK ALTERNATIVE
7,5/10
all REVIEWS
16/07/2025
Percossa Fossile
Magnitudo
Primo lavoro di lungo respiro per la band padovana sotto contratto con la Go Down Records, un terremoto di creatività senza tregua per 10 tracce di ottimo livello e dal respiro internazionale.

“Sorprendere sempre” sembra essere il pay-off di questo super trio sonoro che approda per la prima volta su un'etichetta indipendente con una discreta quantità di brani. Stupisce la durata delle tracce - spesso oltre i 5 minuti - meraviglia la struttura dei brani che si fermano e ripartono più volte e quasi sempre prendono derive inaspettate. Niente male in un’epoca di omologazione e standardizzazione da algoritmo. Chissà, poi arriverà la smentita con la dichiarazione che è tutto frutto dell’AI.

Molto bello il suono della batteria di Mattia Gobbo, una grancassa di chiarezza e potenza di livello internazionale che non è sempre facile registrare con questa qualità. La chitarra di Pietro Salmaso è ruggente e potentissima quando in chiave heavy, ben definita quando in chiave stilistica diversa, dove picchia senza picchiare ma arriva tutta forte e diretta. Il basso di Axel Franco fa il suo dovere e la sua voce potente e arrabbiata è un punto di riferimento costante.

In sostanza Magnitudo suona davvero bene, anche banalmente dal telefonino, mentre su un impianto serio spacca parecchio: woofer in crisi e tweeter impazziti. Un album da ascoltare in motocicletta, semisdraiati su un chopper, sognando un Easy Rider veneto.

 

"WC", la prima traccia (titolo evocativo in caso di forte magnitudo), è bella tirata e subito mette in chiaro i fondamenti del lavoro sfornato. Velocità ottimale e giusta atmosfera per esordire. La si immagina già come apertura dei live.

"Cöins" offre un passaggio apparentemente British con rombi di California, altri 5 minuti di galoppate.

In "Droga" la sostanza non è così esplicita, ma anche fosse solo cicoria in padella l’effetto è garantito. Brano tutto strumentale dove a parlare è solo la musica. Tinte tra le più multicolor, basso e chitarra insieme a dilaniare le pelli delle casse; ruotano le chiome e scricchiolano le cervicali, anche quelle più allenate. Doppio finale a sorpresa.

Con "Drown" annega solo il bagnino accorso a salvare, mentre tutto il resto torna sano e salvo a riva. La quarta traccia prosegue l’opera della precedente, stavolta con le parole di Axel, mentre il rullante di Mattia inquieta in apertura e chiusura, lasciando che la chitarra di Pietro acceleri in un assolo di gran livello.

 

"Boiling Sweat" è probabilmente il pezzo più radiofonico dell’album: coretti deliziosi e riff tormentati che ricordano mostri sacri del rock onirico, senz’altro apprezzati dai nostri tre musicisti. Anche in questo caso il finale è creativo e per niente scontato.

In "Please" si tira un po’ il fiato all’inizio del pezzo, “Please don’t go in the bathroom store” e comunque ci si scatena alla prima occasione, in coerenza con lo stile della band. Mai doma.

Con "Nora" aumentano di nuovo i battiti e le pulsazioni: stacchi e bridge vertiginosi, bei cori di accompagnamento. Cameo finale con una voce dal forte accento americano, contenuto non decifrato. Un giorno sapremo. 

 

Gran finale con la trilogia di "Magnitudo":

"Magnitudo Pt. 1" alza il sipario del quasi funky intervallato dal quasi noise; tanto volume e voci al vento con l’ugola verso il grunge. 

"Magnitudo Pt. 2" prevede circa 6 minuti di divertimento, a ribadire che potrebbero in futuro suonare per 15 minuti di fila saltando da un genere all’altro senza annoiare nessuno, in questo sono perfino psichedelici. Se non si tenesse sott’occhio lo scorrere del player non si avrebbe percezione di quando un brano inizia e quando finisce.

"Magnitudo Pt. 3" è un congedo, quasi un non ritorno, ma tanto, prima o poi, (a)live ci si incontrerà.