Una genesi complicata, quella di Mind Burns Alive, un disco messo in cantiere due volte, nel 2020 e nel 2022, che tuttavia non ha mai visto una forma definitiva, trovata con pertinacia solo alla fine dello scorso anno e realizzata compiutamente a metà del 2024.
C’era quindi molto attesa per il quinto album in studio dei doomsters Pallbearer, per verificare se l’antico granitico approccio sarebbe tornato a scuotere le casse dello stereo, o se la band, come era evidente nel precedente Forgotten Days (2020), avrebbe mutato definitivamente pelle, per diventare qualcosa d’altro rispetto a ciò che i fan della prima ora conoscevano.
Con questo eccellente Mind Burns Alive si può affermare che la mutazione sia definitiva, che il magma distorsivo delle prime prove in studio sia scomparso quasi totalmente, per lasciare spazio a un approccio più melodico e atmosferico, in cui le lunghe suggestioni strumentali e le armonie conducono la scaletta dell’album in territori limitrofi al prog. Certo, non mancano esplosioni elettriche e ribollenti muri di chitarre, ma sono funzionali, semmai, a un linguaggio più forbito, che sceglie la digressione e il crescendo come principale forma espressiva.
Se è vero che anche in passato i Pallbearer non sono mai stati una band di allegroni, oggi, l’elemento malinconico, si è ulteriormente accentuato, in virtù anche dei temi trattati, visto che l’album affronta il malessere mentale degli esseri umani di fronte all’oscurità in cui il mondo sta sprofondando, con il suo fardello di disperazione motivato da guerre, pandemie e catastrofi ambientali. Le nostre menti prendono fuoco, bruciano lentamente di fronte ad avversità esistenziali che sono diventate universali, che affossano le speranze rivolte a un futuro sempre più tetro, insufflando nelle nostre anime del vapore acido della paura.
Con queste premesse, è ovvio che il disco sia avvolto spesso in un velo di tristezza che la potenza del metal non può certo esprimere al meglio. Ecco, allora, l’opener "Where The Lights Fades", un brano che farà storcere immediatamente il naso a chi è aduso a sonorità estreme, e che porta la musica della band originaria dell’Arkansas verso una dimensione inaspettata: arpeggio melodico, voci pulite, tappeto di tastiere, un mood sospeso tra prog e pop, che solo la seconda parte del brano movimenta un poco con un suggestivo crescendo. Un brano inaspettato e splendido, che cattura immediatamente all’ascolto di un disco che ha parecchie frecce al proprio arco.
La title track apre ruvida e pesante, ma il riff delle chitarre è straordinariamente melodico, l’andamento epico, il ritornello irresistibile, il finale intenso e liberatorio. "Signals" è l’ennesima canzone che allontana i Pallbearer dai loro esordi, l’incipit per voce e morbido arpeggio di chitarra è tremante, il brano si riempie poi molto lentamente tra volute sonore meste e arrese, salvo poi inasprirsi in un crescendo, che è la sintesi perfetta di come si possa forgiare una splendida melodia anche nel metallo più incandescente.
"Endless Place" è il capolavoro piazzato proprio nel cuore del disco, undici minuti di assoluta perfezione, che ricalcano lo svolgimento del brano precedente (quanto tristezza e quanta melodia!), prima che le trame ascendenti di un sax acuminato attraversino la coltre crepuscolare, cavalcando la tempesta elettrica sottostante. Più introspettiva, la successiva "Daybreak", il brano più melodico della scaletta, che porta la band in un mondo parallelo e sognante, per tornare poi sulla terra con la conclusiva "With Disease", che mostra l’antica ferocia senza tuttavia dimenticare accenti più melodici e un mood complessivamente angosciato e sofferente.
Mind Burns Alive è quello che si potrebbe definire il disco della svolta definitiva per quanto riguarda la breve ma intensa carriera dei Pallbearer. Il doom c’è ancora, ma non è il piatto più sostanzioso della premiata ditta. Circostanza, questa, che potrebbe allontanare molti fan della prima ora, e avvicinarne, invece, altri, più abituati a una musica che rifugge facile etichette e che ama suoni contaminati e sperimentali. In senso assoluto, visto con gli occhi di un ascoltatore neutrale, Mind Burns Alive è semplicemente un gran disco, ricco di sfumature, suggestivo per quel rinnegare almeno in parte il passato, alla ricerca di più intriganti forme espressive.