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REVIEWSLE RECENSIONI
11/12/2019
Nostromo
Minuetto
Nicolò Santarelli in arte Nostromo è l’ultimo arrivato in una lunga schiera di artisti a metà tra Indie e It Pop, secondo le definizioni attualmente in voga ma che alla fine, senza troppo sottilizzare, è semplicemente la versione riveduta e aggiornata di quella tradizione cantautorale che ci portiamo dietro dagli anni ’70 e che, per certi versi, ha fortemente limitato il nostro sguardo sull’evoluzione dei generi e sul nostro modo di approcciarci alle novità.

“Minuetto” rappresenta un esordio piuttosto standardizzato da parte dell’artista marchigiano, laddove standardizzato non significa “mediocre” ma, semplicemente, che certi stilemi ormai ultra consolidati sono stati fatti propri dall’autore e declinati in maniera piacevole ma priva di particolari innovazioni.

Siamo dunque a metà strada tra Calcutta e Fulminacci, in bilico tra la spensieratezza ironica del primo e i richiami nazional popolari del secondo, per un lotto di canzoni che si muovono con disinvoltura tra contemporaneità e retromania, tra dimensione quotidiana e richiami esistenziali.

È così che in “Giradischi”, il primo singolo uscito, si può creare una rima con Spotify, all’interno di un brano che ha come oggetto principale il simbolo per eccellenza del vintage musicale; oppure ne “Le canzoni di mia madre”, dove la malinconia e la nostalgia della persona amata vengono oggettivate nel ricordo agrodolce legato all’infanzia. O ancora la sottile ironia di mescolare la cassa del Conad alle buste Crai, il disorientamento di entrare in un rapporto avvertendo che non esistono regole per viverlo alla perfezione, la speranza che arrivi quell’istante indeterminato che possa dare significato all’esistenza, piuttosto che il nuovo ricorso all’ironia con una canzone d’amore emblematicamente intitolata “Vegan”, che è un po’ una delle parole del momento.

Il tutto con ingredienti musicali scontati ma funzionali all’insieme, con canzoni presumibilmente nate alla chitarra acustica e in seguito rivestite di un suono full band sempre molto discreto e assolutamente classico (quasi nullo il ricorso all’elettronica), dove la voce di Nicolò spicca ed è valorizzata a dovere, dove le melodie sono sempre efficaci, memorizzabili e altamente cantabili.

Lo abbiamo sperimentato qualche sera fa, in occasione dello showcase di presentazione, dove quasi tutti i pezzi sono stati da lui eseguiti in solitaria, chitarra e voce, e hanno dimostrato di funzionare egregiamente.

A febbraio dovrebbe partire il tour vero e proprio e consiglio di recuperarlo, se passerà dalle vostre parti. Sarà anche solo uno dei tanti ma i requisiti per arrivare lontano li possiede sicuramente.


TAGS: italiana | itpop | loudd | lucafranceschini | Minuetto | Nostromo | recensione