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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
21/12/2020
Adam Minkoff
Morricone 90
Adam Minkoff, formidabile polistrumentista newyorkese, architettò un appassionato e sorprendente tributo per celebrare i novant’anni del Maestro ideando il progetto “Morricone 90” insieme a un gruppo di talentuosi musicisti.

Ritenete plausibile registrare ogni settimana un pezzo di Ennio Morricone per un anno intero, in onore delle sue novanta primavere, mantenendo la vivacità e serietà creativa del Maestro abbinate a una spiccata originalità interpretativa?

Beh, nulla è impraticabile se parliamo di Adam Minkoff.

Trentasettenne polistrumentista di New York City, dotato di innate capacità compositive, è anche un eccelso arrangiatore con delicata predisposizione per la sezione orchestrale. Ha suonato live e registrato per un’innumerevole quantità di artisti fra cui Tedeschi Trucks Band, Amy Helm (fenomenale il suo apporto nell’eccellente “This Too Shall Light”), Dweezil Zappa, Doyle Bramhall II e Gregg Allman.

Minkoff ha sempre amato le sfide impossibili, ed è indimenticabile a questo riguardo il suo debut album dedicato a Igor Stravinsky.

“Til The End My Dear: Arrangements of Stravinsky” è un lavoro formidabile. Adam mischia alcune sue trascrizioni, che si allineano a precedenti registrazioni di “The Rite Of Spring”, ad altre sempre di sua interpretazione, costruite addirittura “a orecchio”. E geniale è stata l’idea di adattare il tutto ad un rock/jazz ensemble con chitarra, basso, tastiere, batteria e quattro fiati.

Tutto ciò per spiegare che da tali presupposti non si poteva che arrivare a un altro colpo stupefacente per omaggiare l’artista da lui più amato: Il Maestro Morricone.

Non viene scelta la produzione più famosa, a parte la sorpresa finale di cui in seguito parleremo, ma si punta a sviscerare e reinterpretare, film dopo film, quelle composizioni che hanno comunque caratterizzato l’unicità della “carriera cinematografica” di Morricone, senza seguire una precisa cronologia. Si attinge a una particolare traccia ogni volta, soggettivamente.

Ogni singolo brano viene pubblicato sui suoi profili social - ed in seguito su Bandcamp - il sabato, e contempla, oltre agli approfonditi dettagli di produzione, anche un artwork personalizzato. Si parte il 10 novembre 2018, giorno in cui il compositore compie novanta anni.

Ecco tromba, trombone e Farfisa in rilievo per “Go-Kart Twist” dal film “Diciottenni Al Sole” (1962) fino ad arrivare a “It’s Wrong For Me To Love You”, da “Butterfly” (1981). E ci troviamo al 2 novembre 2019…

In mezzo tante eccellenze: assecondato da uno stuolo di talentuosi artisti, non possiamo non citare alcune perle.

“Una Donna Che Ti Ama” (“Le Casse”, 1971) presenta la deliziosa Gabby Sherba al canto e non fa rimpiangere lo stupendo originale con Astrud Gilberto, mentre “Uccidete Il Vitello Grasso E Arrostitelo” (1970) prevede Minkoff cimentarsi alla chitarra acustica, elettrica e baritono oltre a basso, clavinet e vibrafono, aiutato da un tappeto sonoro ricco di trame create da Hammond organ e fiati.

“Incontro a Venezia” (“Per Amore”, 1976) è commovente. Il musicista riesce a rievocare la struggente melodia grazie ad un arrangiamento memorabile, con lui stesso, Akie Bermiss, Sami Stevens e il batterista Sean Dixon al canto. Inoltre Rob Hecht al violino e Christina Courtin alla viola, aiutati dall’organo di Kevin Bents, “danno il La” ai poderosi Dan Brantigan-tromba-, Brian Drye-trombone- e Michael Eaton-sassofono- e l’atmosfera magica permane in tutti e quattro i minuti.

In “Alla Luce Del Giorno” (“Metti Una Sera A Cena”, 1969) accanto a una potente “fuzz guitar” si fanno strada il clavinet e addirittura un sitar elettrico (Bob Stander). 

Ero molto preoccupato quando ho affrontato Tra Tanta Gente perché volevo cantare in italiano, mantenendo però il mio accento senza averne uno finto e impostato…” Minkoff confeziona il capolavoro in questa traccia tratta da “La Cuccagna” (1962). La sua voce fa rivivere con un pizzico di sana nostalgia l’interpretazione del grande Luigi Tenco. La sua performance al piano è altrettanto impeccabile, mentre Michael Eaton è spettacolare al flauto, sassofono soprano e tenore, clarinetto e basso clarinetto. Una menzione particolare per la formidabile Elizabeth Ziman che lo accompagna al canto.

Uno dei concetti cari a Morricone era il raggiungimento della redenzione attraverso la musica: sicuramente “Pomeriggio In Paese”, dal film ”I Basilischi” (1963) è ben rappresentativa di questo pensiero. I richiami ancestrali che arrivano dalla voce di Sami Stevens, il “pump organ”, il vibrafono e il basso di Minkoff si incastrano alla perfezione nel clarinetto e nel flicorno dei già citati Eaton e Brantigan.

Vicino alla fine di questo avvincente viaggio troviamo anche esperimenti sui generis con sintetizzatori in “Fox Astratto” (film “Der Richter Und Sein Henker”, 1975) e “Scenes from The Untouchables” (1987) che non fanno altro che confermare la duttilità dell’autore.

Giungiamo così al termine del percorso, siamo al 2 novembre 2019, citato all’inizio, con “It’s Wrong For Me To Love You”, pezzo che vede la partecipazione di Anthony Cole al sax, Todd Caldwell all’organo con Akie Bermiss “lead vocalist”.

Ebbene il 10 novembre, giorno del novantunesimo compleanno del Maestro ecco la chicca finale: “Western Suite”, divisa in “Part I” e “Part II”. Se nelle varie settimane l’argomento western era stato solo sfiorato sporadicamente con “Cheyenne” e “Pastures Of Plenty”, ora è il momento di scatenarsi con più di sessanta composizioni su questo tema, che spaziano dal 1963 al 2015, racchiuse in 27 minuti. E poiché stiamo dando i numeri, aggiungiamo pure il 26, come gli strumenti suonati da Adam in quest’ultima operazione. Così riviviamo anche la magia dei brani più noti in un particolarissimo medley che vede alla ribalta la maggior parte degli interpreti di questa lunga carrellata. Ospite d’eccezione da segnalare è Chris St. Hilaire dei “London Souls”, ai timpani e tubular bells.

Pensare che la eterna musica di Morricone abbia così influenzato un giovane autore in America non può che comunicare un messaggio di universalità soprattutto analizzando come Minkoff abbia fatto sue anche le opere meno conosciute, superando ogni superficialità, mettendosi al servizio dell’arte.

Un progetto monumentale, che, nel 2020, vedrà ancora due preziosi contributi non previsti inizialmente. Il primo a maggio con “Rapina” (“La Proprietà Non è Più Un Furto”, 1973) concepito come bonus track e il secondo con titolo “Elogio”, contenente quattro ulteriori creazioni del Maestro, uscito il 10 Novembre per celebrare quello che sarebbe stato il suo novantaduesimo compleanno.

In quest’ultimo compare la dedica, scritta in italiano: “ti amiamo e ci manchi, Ennio Morricone.”


TAGS: AdamMinkoff | alessandrovailati | loudd | Morricone90