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REVIEWSLE RECENSIONI
06/12/2023
svegliaginevra
Nessun Dramma
"Nessun dramma", il nuovo album di Svegliaginevra, indica la strada da percorrere per continuare ad unire qualità artistica a successo commerciale. E se ancora la dimensione live rimane un po' deludente, il disco si rivela in realtà uno dei migliori italiani dell'anno.

Cominciamo dalle note dolenti così possiamo archiviarle in fretta: è un peccato che (probabilmente accadrà anche all’estero ma in Italia è un problema diffuso) ci sia tutta questa discrepanza tra il valore di un artista su disco e la prova che questi riesce ad offrire sul palcoscenico.

Se ne parla già da tempo e le cause non sono semplici da individuare; sospetto però che la radicale trasformazione del mercato, coi dischi che non si vendono più e non rendono dunque necessario andare in tour per promuoverli, nonché il conseguente puntare tutto sui singoli, con relativo inserimento sulle playlist dei vari servizi streaming, abbia giocato una parte non indifferente nella faccenda. Oggi è importante totalizzare ascolti, suonare dal vivo in ogni buco possibile e immaginabile non paga più, il live può accadere solo come diretta conseguenza del raggiungimento di certi numeri, e servire così a monetizzare maggiormente.

Insomma, quel che affermavano Dente e Vasco Brondi in un’intervista a Mucchio Selvaggio di una quindicina di anni fa non è più valido ormai: si diventa bravi dal vivo suonando dal vivo, ma mi pare ovvio che, a guardarsi in giro, a ben pochi artisti di casa nostra (ma immagino sia una dinamica comune, che interessa soprattutto gli addetti ai lavori) importi davvero.

 

Dico questo, sperando di non farmi odiare da nessuno, perché mi è difficile nascondere la delusione per il fatto che il concerto di presentazione di quello che per me è uno dei dischi italiani dell’anno, non sia stato all’altezza della situazione. Svegliaginevra è cresciuta esponenzialmente in sede di scrittura, e parliamo di un’artista che già coi suoi primissimi singoli aveva dimostrato di valere parecchio. In questo disco si è superata ma, ahimè, sul palco, nonostante l’evidente impegno profuso unito ad una genuinità e ad una spontaneità che non possono non conquistare, c’è ancora tanto da lavorare: tenuta vocale, presenza scenica, interazione con la band, gestione delle dinamiche generali del concerto necessitano di diversi aggiustamenti.

Se ho iniziato così, è solo perché per sfortunate circostanze mi trovo a scrivere di Nessun dramma il giorno dopo averne ascoltato le canzoni dal vivo, in una serata all’Arci Bellezza di Milano, che è stata anche l’occasione per riunirsi con tutta una serie di ospiti che hanno collaborato con Ginevra nelle varie fasi della sua ancora breve carriera (sul palco sono saliti Cimini, M.e.r.l.o.t, cmqmartina e Goldielocks, con cui ha collaborato nel brano “American Wedding” e che ha anche aperto il concerto, mentre tra il pubblico era presente Riccardo Zanotti).

 

Il disco, lasciando perdere ogni considerazione di cui sopra, è in realtà bellissimo. Ginevra Scognamiglio ha esordito a gennaio 2020, appena prima del Covid, e nel giro di tre anni ha fatto tre dischi, ha ottenuto un contratto di distribuzione con la Sony, ha aperto per artisti importanti come Paolo Nutini, ha dato la sua “Elastico” alla serie tv From Scratch, ha realizzato un numero di ascolti nel complesso importante in un’era in cui, piaccia o no, lo streaming si è mangiato tutto.

Nessun dramma cita nel titolo una celebre aria d’opera ma è soprattutto il resoconto, in tono leggero e spesso autoironico, di tutta una serie di vicissitudini sentimentali e non degli ultimi anni. Lo fa con il tono leggero e disincantato che ha sempre avuto, uno stile narrativo che si sposa alla perfezione con la leggerezza Pop della sua musica, una leggerezza che non ha tuttavia mai fatto rima con frivolezza.

 

A questo giro la squadra si è allargata, con il solito produttore Leonardo Lombardi (ELLE) affiancato da figure come okgiorgio, Marco Barbieri, Simone Bertolotti e Tommaso Colliva. Stessa cosa per quanto riguarda gli autori, con diversi brani firmati assieme a Fiodor Fogliato e due collaborazioni importanti: con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari in “Gelatai” e con Galeffi in “Lacrime e mascara”.

È un modo di lavorare tipicamente da major (basti vedere cosa è successo coi Måneskin) che personalmente non ho mai amato più di tanto; bisogna però ammettere che l’impronta stilistica di Ginevra non è stata per nulla snaturata: le canzoni sono sempre quelle, It Pop ed Indie Pop fusi insieme a formare una miscela irresistibile, impreziosita dal talento di Ginevra per le melodie vocali e per i ritornelli. Ancora una volta sono tutti potenziali singoli, il tutto senza mai ricorrere a trucchi da industria mainstream, senza mai ammiccare volutamente alle classifiche.

 

Il lavoro di produzione, per quanto collettivo, risulta straordinariamente omogeneo: vestito sonoro quasi sempre leggero, che dà spazio agli strumenti analogici e raramente sovraccarica i singoli brani di elementi. Ci sono certamente degli episodi un po’ più ruffiani, dove il Beat spinge di più e si respira un’aria vagamente Italodisco (“Ghiaccio” e “La tua ragazza”, dove è evidente che sia stato fatto un certo lavoro di hit making).

“Gelatai” possiede poi l’impronta inconfondibile di Zanotti, è forte come tutto quello che è uscito dalla penna dell’artista bergamasco negli ultimi tempi, eppure la trovo inferiore al resto del disco, vagamente fuori posto, oltre ad essere quella con il testo in assoluto meno convincente (è senza dubbio un problema della mia visione estetica ma credo che l’accostamento dei gelatai alla solita citazione trita di Game of Thrones non si possa davvero sentire).

Decisamente meglio “Lacrime e mascara”, malinconica ballata semi acustica ideale per chiudere la scaletta (e devo dire che la versione chitarra e voce ascoltata dal vivo è stata la cosa più bella del concerto), dove la sinergia tra Ginevra e Galeffi appare più che evidente.

Menzione speciale per “Alla fine di tutto”, densa di carica emozionale, una delle cose più intense che l’artista campana abbia mai scritto.

 

Nel momento di massima saturazione dell’offerta musicale e nel mezzo della prima grande crisi dell’It Pop, Nessun dramma indica la strada da percorrere per continuare ad unire qualità artistica a successo commerciale. E se ancora la dimensione live rimane un problema c’è solo una cosa da fare: suonare ovunque e il più possibile.