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PREVIEW, EVENTI E COMUNICATICOMING SOON
Neuzeit
J.Peter Schwalm, Arve Henriksen
2020  (RareNoise Records/Goodfellas)
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19/10/2020
J.Peter Schwalm, Arve Henriksen
Neuzeit
“Neuzeit”, primo album in duo di J.Peter Schwalm e Arve Henriksen, usciràil 27 novembre via RareNoise Records.
di La Redazione

Il modo in cui definiamo l'epoca in cui viviamo dipende dal punto di vista da cui l'analizziamo. In una scala temporale ci stiamo solo ambientando al 21° secolo; se la guardiamo in una prospettiva ancora più ampia siamo siamo nel pieno dell'Antropocene. Potremmo trovarci all'alba di una nuova era illuminata e interconnessa o sull'orlo di una sesta estinzione di massa. 
 
Il termine Neuzeit, che il compositore elettroacustico tedesco J. Peter Schwalm e il trombettista norvegese Arve Henriksenper hanno scelto per il loro primo album in duo, è quello con cui in tedesco ci riferisce all'Età Moderna, iniziata nel XVI secolo e testimone della affermazione della civiltà occidentale. Schwalm ha però scelto questa parola per la fusione letterale di "nuovo" e "tempo", cioè un periodo segnato da un cambiamento improvviso e drastico. Per prendere in prestito un'altra parola dal tedesco, particolarmente di moda, essa cattura abilmente lo Zeitgeist del nostro presente, un momento in cui gli sconvolgimenti politici, la pandemia globale e i catastrofici cambiamenti climatici sembrano pronti a inaugurare una nuova incerta esistenza. "Neuzeit riflette il momento del cambiamento dopo una crisi", dice Schwalm. "Le carte sono rimescolate, sono possibili rivoluzioni in qualsiasi direzione. Ci sono opportunità per rimettere le cose a posto, ma c'è anche un lato oscuro".

In uscita il 27 novembre 2020 con RareNoise Records, “Neuzeit” non è solo il commento sonoro di quest'epoca instabile, ma ne è anche il prodotto. La collaborazione è nata quasi interamente nella realtà alterata generata dalla pandemia di COVID-19. Schwalm ha iniziato a realizzare le composizioni a febbraio, quando in molte città del mondo sono iniziati i lockdown. Consapevole del fatto che lui e Henriksen non sarebbero stati in grado di incontrarsi in un vero e proprio studio, Schwalm ha organizzato la collaborazione a distanza, con conversazioni al telefono e scambio di idee e musica via e-mail. Una volta registrate le parti, Schwalm ha lavorato in studio per mesi, assemblando e mixando tutto il materiale per arrivare al prodotto finito. "La mia intenzione era quella di offrire ad Arve spunti che potessero ispirarlo ad entrare in un territorio dove nessuno di noi due si era mai avventurato prima. Dopo alcune conversazioni al telefono abbiamo ristretto il campo a un'idea di base. Il nostro punto di partenza era piuttosto formale e orchestrale. All'inizio è stato un processo di lavoro piuttosto lineare ma allo stesso tempo molto creativo, dato che non potevamo incontrarci in studio a causa della pandemia. Ma mi sono presto reso conto che Arve è un esecutore e co-compositore molto veloce e creativo".

Entrambi i musicisti vantano una ricca serie di collaborazioni nel corso delle rispettive carriere. Nel 1998 l'ensemble electro-jazz Projekt Slop Shop di Schwalm ha catturato l'attenzione del leggendario musicista/produttore Brian Eno, dando vita a una collaborazione durata sei anni che ha incluso la registrazione dell'album “Drawn From Life”, la composizione della colonna sonora del film “Fear X” di Nicolas Winding Refn e la creazione di un'installazione sonora multicanale nel cratere del Vulcano del Cuervo sull'isola spagnola di Lanzarote. Schwalm ha pubblicato “Musikain”, il primo album a suo nome, nel 2006; da allora ha pubblicato altri tre album, gli ultimi due per RareNoise: “The Beauty of Disaster” nel 2016 e “How We Fall” nel 2018. Dal canto suo, Arve Henriksen negli ultimi tre decenni, si è affermato come uno dei trombettisti e improvvisatori più caratteristici e richiesti della variegata scena scandinava. Oltre a pubblicare dieci album propri attraverso Rune Grammofon ed ECM, Henriksen è stato anche membro, fin dalla sua formazione nel 1997, della band di avant-jazz Supersilent. Il trombettista ha lavorato con una lista impressionante di geni della musica di avanguardia, tra cui Jon Balke, Marilyn Mazur, Nils Petter Molvær, Arild Andersen, Dhafer Youssef, David Sylvian, Jon Hassell, Laurie Anderson, John Paul Jones, Gavin Bryars, Ryuichi Sakamoto, Bill Frisell, Terje Rypdal, Maria Schneider e Christian Fennesz, tra molti altri. I due si sono incontrati nel 2006 al secondo Punktfestival di Kristiansand, in Norvegia, un raduno annuale di musicisti sperimentali dedicato all'idea del remixing dal vivo. Da quell'anno Schwalm e Henriksen hanno entrambi partecipato regolarmente al festival e hanno spesso discusso l'idea di un progetto comune. "Ho sempre pensato che  l'idea da cui partire sarebbe arrivata al momento giusto", spiega Schwalm, spiegando che i due erano estranei l'uno al lavoro dell'altro quando le loro strade si sono incrociate all'inizio. "Quando ho visto Arve esibirsi per la prima volta al Punktfestival, non lo conoscevo e sono rimasto assolutamente stupito dal suo naturale istinto musicale", dice il compositore. “È uno dei pochi musicisti in cui penso: Lui è musica. Il modo in cui gli strumenti che suona e la sua voce si fondono in un insieme così unico è semplicemente stupefacente".  

In “Neutzeit” la voce particolare di Henriksen, combinata con l'approccio visionario alla creazione di vasti ed evocativi paesaggi sonori di Schwalm, cattura immediatamente l'ascoltatore e lo trasporta in un terreno esplorativo. L'atmosfera è vividamente impostata dal brano d'apertura, "Blütezeit", che si riferisce a qualcosa di emergente e in crescita. Le inafferrabili atmosfere che accompagnano il pezzo sembrano trasformarsi fluidamente da echi di rullante a echi di marea. Il tono del corno di Henriksen si trasforma in una voce acuta e torna indietro senza soluzione di continuità. L'elettronica pulsante e il pianoforte a rintocchi suggeriscono una terra di nessuno tra l'organico e l'artificiale. "Suchzeit" allude a una ricerca di risposte e ragioni in mezzo all'inquietudine: il corno inquisitorio di Henriksen sonda gli oscuri recessi della misteriosa ambient di Schwalm, mentre un elemento di speranza emerge nel corso del brano. La title track, con la sua suggestione di timidi e incerti passi, riassume il tema del cambiamento radicale guidato dagli eventi mondiali. Lo stesso si riflette nella copertina dell'album, una vasta distesa di mare e cielo, momentaneamente in bilico tra luce e buio che, a seconda dell'umore dello spettatore, può essere percepita come minacciosa o promettente. Con i toni elegiaci del pianoforte di Schwalm, il corno di Henriksen che respira e il ticchettio della pioggia su una finestra immaginaria, "Raumzeit" suggerisce un luogo di riflessione e di pace, sia fisica che mentale. Schwalm descrive "Schonzeit" come la pausa tra l'inizio e il finale di un Big Bang; potrebbe essere la pausa infinitesimale di un respiro trattenuto o potrebbe essere il tempo stesso, e il dialogo teso e cinematografico della coppia suggerisce qui l'intimità e l'ampiezza di quell'ambiguità.  La netta e puntinista, "Unzeit" parla del tempo sbagliato, emozionante nella stranezza dissonante del suo disegno disarticolato. "Wellenzeit", con la sua suggestione di onde, si riferisce alla ciclicità del tempo, al continuo ritorno e alla ripetizione dei ritmi della vita e della storia. Delicata e ricca di speranza, "Zeitnah" significa, semplicemente, "presto".

In “Neuzeit” J. Peter Schwalm e Arve Henriksen non solo racchiudono i sentimenti contrastanti della nostra epoca moderna, ma suggeriscono una via da seguire. La realtà di oggi sarà chiara solo attraverso la lente della storia; ma il suo modellamento, come questo album potente sembra suggerire, è interamente opera nostra.

01. Blütezeit
02. Suchzeit  
03. Neuzeit
04. Raumzeit 
05. Schonzeit
06. Unzeit
07. Wellenzeit
08. Zeitnah

J. Peter Schwalm: pianos, electronics and programming
Arve Henriksen: trumpets, percussion and voices

TAGS: ArveHenriksen | JPeterSchwalm | loudd | Neuzeit