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REVIEWSLE RECENSIONI
15/12/2021
Marracash
Noi, loro, gli altri
Noi, Loro, Gli Altri è un album in cui Marracash esce da sé stesso e si concentra a narrare ciò che gli sta attorno. 42 minuti in cui il rapper riesce a far emergere tutte le sue sfaccettatute, per un progetto destinato a lasciare il segno.

Il nuovo disco di Marracash, Noi, Loro, Gli altri, arriva dopo quasi due anni esatti da Persona (una distanza che per i suoi standard è molto breve) e sicuramente con meno preavviso rispetto a quanto non ci si sarebbe mai aspettati. L'album infatti è stato annunciato Mercoledì per il Venerdì della stessa settimana.

Un totale di 14 brani inediti (12 effettivi) che coprono 42 minuti in cui il rapper milanese riesce a far emergere tutte le sue sfaccettature, accompagnato da solo tre collaborazioni (Guè, Calcutta e Blanco), quasi interamente prodotti da Marz e Zef e sponsorizzato con tre copertine diverse, ciascuna per uno degli elementi del titolo: Noi, Loro e infine Gli altri.

Il disco si apre con “Loro” e a seguire “Pagliaccio”, due tracce che si inseriscono nel filone del rap più aggressivo presente nel disco (forse uno dei lati più apprezzabili del progetto) e in cui la seconda è arricchita anche dal sample dell'aria lirica “Vesti la giubba”, interpretata da Luciano Pavarotti. A questo filone si aggiungono anche l’immensa “Cosplayer” e la conclusiva “Cliffhanger”, in cui Marra si lascia andare a sfoghi di vario tipo riguardanti la società odierna. In “Cosplayer”, ad esempio, si espone con commenti per nulla scontati su temi relativi alla cosiddetta cancel culture, con una raffinatezza del tutto inattesa, quando si tratta di parlare di argomenti che dividono così tanto. Ovviamente non mancano accuse anche alla scena odierna, soprattutto in “Pagliaccio” in cui si sbottona e afferma “Siccome tutti dicono cazzate poi non si sputtanano a vicenda, non esce dal suo personaggio perché si vergogna di chi è”, in riferimento alla nuova scena che nell’ultimo anno e mezzo sta emergendo. Tutti i testi poi, sono ovviamente permeati da giochi di parole e citazioni, come il rapper ci ha sempre abituato.

L’altro lato del progetto è quello più sfacciatamente pop, in cui alcuni brani sono usciti in maniera sorprendente, altri sfociano un po' nel banale. Nella prima categoria troviamo sicuramente “Gli altri (giorni stupidi)”, di fatto un remix dell’omonima traccia di Rokas e EDONiCo (che a livello strumentale ricordano molto The Weeknd) e la collaborazione con Guè che, grazie al sample di  "Infinity", risulta più leggera. Nella seconda categoria invece si potrebbero citare “Io” e “Crazy love”, da un lato perchè suonano molto più banali rispetto a tracce di livello come quelle citate precedentemente, soprattutto nei ritornelli, dall'altro perchè in un disco con ottimi sample come questo, l’utilizzo de “Gli angeli” di Vasco in “Io” non è stato dei più felici.

In “Dubbi” e “Noi” riesce ad emergere tutta la maturità artistica di Marracash, entrambe scritte perfettamente. Nella prima si fa il punto della situazione su cosa significa essere un rapper che ormai ha sorpassato i 40, mentre nella seconda Marra si lascia andare ad uno storytelling in cui parla di un amico di infanzia, forse lo stesso di “Il nostro tempo”. Musicalmente minimali, le due tracce non alleggeriscono sicuramente l’ascolto del disco, ma sono il motivo per cui Marracash è stato riconosciuto come una delle migliori penne della scena rap italiana di sempre.

All'appello mancano soltanto le altre due collaborazioni: quella con Calcutta in “Laurea ad honorem”, che anche se nei primi ascolti non convince, poi, una volta capita e superate le aspettative, può conquistare; e quella con Blanco in “Nemesi”, in cui il rapper milanese sforna due strofe molto belle ed aggressive e un pre-ritornello urlato che sorprende: decisamente fuori dai canoni di ciò che si aspetterebbe da Marracash. Blanco però, in questa traccia, da l’idea di aver fatto il compitino: a differenza del suo disco, in cui riesce a variare, qui realizza il classico ritornello con una soluzione molto simile a quella adottata nei brani con Sfera e Madame; buona, certo, ma le aspettative nei suoi confronti sono ben altre.

In conclusione Noi, Loro, Gli altri può essere considerato un’ottima prosecuzione di Persona, un album in cui Marra esce da sé stesso e si concentra a narrare ciò che gli sta attorno. Il disco presenta la maggior parte delle canzoni di un ottimo livello, al netto di qualche banalità, e, nonostante nel suo complesso possa risultare un po’ pesante, è al contempo anche un album necessario. Questo soprattutto per l’ascoltatore medio del rap nel 2021, che qui è costretto ad abituarsi nuovamente a progetti meno usa e getta e più impegnativi, pensati per restare nel tempo. L'obiettivo del disco è infatti chiaramente non solo quello di lasciare un segno nel mondo del rap, ma anche di far sì che questo segno perduri. E se questo era il fine, visti i risultati, si può certamente dire che ci è riuscito.