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MAKING MOVIESAL CINEMA
Normal People
Lenny Abrahamson, Hettie Macdonald
2020  (BBC/Hulu )
DRAMMATICO SERIE TV
9/10
all MAKING MOVIES
03/05/2020
Lenny Abrahamson, Hettie Macdonald
Normal People
La sorpresa, guardando Normal People, non è che sia una delle serie più belle ed evocative di quest’anno, ma che siano riusciti, in sole sei ore, a mantenere un’assoluta fedeltà al romanzo e a dare vita a due personaggi di un’umana imperfezione assolutamente struggente.

“- I tuoi amici sanno di noi? Quello che è successo quando eravamo a scuola e tutto quanto?-

-No. Johanna lo sa, cioè credo abbia intuito qualcosa… Ma gli altri no, non credo. Potrebbero aver capito che qualcosa è successo, ma io non gliel’ho mai detto-

-Saresti imbarazzata se lo scoprissero? Che stavamo insieme al liceo insomma…-

-Si-

-Mmm…-

- In un certo senso-

-Perché?-

-Perché è stato umiliante-

-Per il modo in cui ti ho trattata?-

-Si…E per il fatto che l’ho tollerato-”

 

La sorpresa, guardando Normal People, non è che sia una delle serie più belle ed evocative di quest’anno, ma che siano riusciti, in sole sei ore, a mantenere un’assoluta fedeltà al romanzo e a dare vita a due personaggi di un’umana imperfezione assolutamente struggente.

Il romanzo da cui è tratto, “Persone Normali” di Sally Rooney, è stato un vero e proprio caso letterario. Una giovane autrice che a 27 anni pubblica un piccolo romanzo, una piccola storia che parte da una piccola città nella contea di Sligo, in Irlanda. Le persone che racconta, quelle persone normali, sono due adolescenti, Marianne e Connell che vengono da mondi diversi pur frequentando lo stesso liceo.

La particolarità del romanzo della Rooney è che, con una prosa molto semplice, riesce ad andare dritta al cuore dei protagonisti e a restituirceli con grande realismo, e crudezza a tratti. Ci fa guardare nelle loro anime senza filtro.

La serie, grazie anche alla partecipazione della Rooney alla sceneggiatura, è totalmente fedele al ritmo e allo spirito del romanzo.

Ci siamo abituati a serie che raccontavano adolescenti di plastica, il cui linguaggio scimmiottava la moda del momento e le cui disavventure si risolvevano sempre alla fine dell’episodio.

Poi c’è stata Skins, Tredici (rigorosamente la prima stagione), Euphoria e infine Skam. I ragazzi hanno finalmente una loro voce, non sono raccontati da uomini e donne adulti, giudicanti e perbenisti. I taboo sono crollati: gli adolescenti fanno sesso, si ubriacano e fanno uso di droghe. Ma soprattutto, i loro problemi non sono banali.

Al liceo Marianne non riesce ad integrarsi e subisce violenze psicologiche e fisiche tra le mura domestiche. A scuola è vista come quella ricca e snob, fredda e scostante, motivo per cui nessuno prova ad abbattere le mura che si è costruita attorno. Connell è molto popolare anche se ha poco in comune con i suoi amici, manca di leggerezza, è timido e riflessivo, ma pur non essendo sé stesso attorno agli altri, non rinuncerebbe mai al suo status.

Tra loro nasce subito un’intesa che va oltre le parole, pure oltre il sesso. Sembrano condividere lo stesso modo di sentire. Si frequentano, prima di nascosto, si feriscono a vicenda, si allontanano e si ritrovano a più riprese in un arco temporale che va dal liceo alla fine dell’università.

Girata tra Irlanda, Finlandia e persino in Italia la serie deve molto alle incredibili interpretazioni dei due protagonisti: Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal. Nelle numerose interviste entrambi benedicono la chimica che si è immediatamente creata tra loro e che li ha aiutati a superare l’imbarazzo nelle scene più intime.

Mentre Edgar-Jones ha già recitato in Gentleman Jack (HBO) e in War of the Worlds (Fox), per Mescal è la prima esperienza televisiva ed è sorprendente l’intensità che dà al personaggio di Connell, alle sue insicurezze, le sue paure. E’ raro vedere sul piccolo schermo un personaggio maschile rappresentato in tutta la sua fragilità.

Bella la regia, molto dinamica, quasi seguisse lo sguardo di Marianne e Connell, dai corridoi della scuola alla campagna romana in un costante guardarsi e cercarsi, una fotografia a tratti eterea. Azzeccatissime anche le scelte musicali: da Nick Drake a Elliott Smith, passando dai paesaggi sofisticati di RY X al pop delicato dell’irlandese Orla Gartland e infine alla cover di Love Will Tear Us Apart di Nerina Pallot.

Trovate la playlist su Spotify a questo link: https://open.spotify.com/playlist/2wX5xRauuto4aN5sVbaswZ?si=9r_zSfPHRqqH01whs3bKww

Normal People è quindi un viaggio nella vita, nella testa e nell’anima di due persone, normali appunto, ma di una normalità così vera, nei momenti di gioia e in quelli di dolore, una normalità senza veli e senza veti dalla quale non potrete più staccarvi.

 

“- Hai mai pensato di invitarmi al ballo? So che è stupido, ma sono curiosa di saperlo-

- Ad essere sincero…no. Vorrei averlo fatto. Avresti detto di si?-

- Si- ”.


TAGS: Coming of age | Connell | Marianne | Normal People | Paul Mescal | Persone Normali | Sally Rooney