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REVIEWSLE RECENSIONI
06/06/2023
Davide Diva
Oggi, domani, per sempre
Con "Oggi, domani, per sempre" Davide Diva ci fa entrare nella sua quotidianità, realizzando un album che ha le tonalità pastello della quotidianità It Pop, ma con un’apertura inedita sulle grandi questioni della vita.

In copertina c’è lui seduto su quello che potrebbe essere il divano di casa, alle sue spalle una pianta, una stampa alla parete, in primo piano una chitarra appoggiata su uno sgabello, quella che potrebbe essere la sua custodia è sistemata accanto a lui sullo stesso divano. Sulla sinistra, appesa ad una sedia, si intravede quella che con tutta probabilità è una maglia del Milan.

Ci fa entrare nella sua quotidianità, Davide Di Vanna, uno che rivendica fieramente di abitare in provincia, ma si dimentica di dirci di quale provincia si tratta. L’idea comunque è quella: è uno qualunque, è uno di noi, quanto più possibile lontano dalla definizione di “artista” che sarebbe anche normale assegnare ad un ragazzo che scrive e canta canzoni.

 

Quotidianità e temporalità, perché Oggi, domani, per sempre, come dice bene il titolo, parte dal presente per proiettarsi sul futuro, alla ricerca di qualcosa che possa durare e offrire un paradigma di universalità. Non è un caso che dei tre brevi intermezzi dedicati alle tre parole del titolo, “Per sempre”, che anche la traccia con cui il disco si chiude, sia di fatto un messaggio audio di Simone Castello, titolare dell’etichetta Costello’s per cui questo disco esce, che suggerisce la possibilità di realizzare la photo session di rito su un ghiacciaio, perché il contrasto tra la dimensione “perenne” di questo elemento naturale e l’attuale condizione di scioglimento a cui sta andando incontro, avrebbero in qualche modo reso provocatoria tutta l’esperienza di ascolto.

Alla fine le foto le ha fatte in casa, ma l’intento è stato ugualmente raggiunto: Davide Diva ha scritto un album che ha le tonalità pastello della quotidianità It Pop, ma che contiene un’apertura inedita sulle grandi questioni della vita.

Il tutto messo assieme dal brillante lavoro di produzione di Federico Carillo, che ha dato coesione ad un lotto di canzoni dallo spettro decisamente più variegato che in precedenza.

 

Rispetto a Piccolo album colorato infatti, Davide ha ampliato decisamente le soluzioni della propria scrittura, liberandosi in gran parte dello spettro di Gazzelle e andando ad esplorare altri lidi, pur sempre legati a quel mondo lì, ma se non altro con un’attenzione maggiore a non ripetersi.

Si comincia con “Registrazione 6”, che anche nel titolo mantiene quest’aria un po’ dimessa e casalinga da work in progress, vocoder, piano, una sezione ritmica leggera, un bozzetto cameristico in stile Bon Iver, costruito su un piacevole crescendo. “Castelli di sale”, uno dei cinque singoli che avevamo già avuto modo di ascoltare nei mesi precedenti, fonde It Pop malinconico con un vestito da vecchia scuola, una rappresentazione di sé velata di autoironia (l’idea del puntare alle stelle, sì, ma come il famoso rigore di Baggio nella finale mondiale del 1994), alla ricerca della dimensione comoda dell’infanzia, pur nella consapevolezza di andare avanti nel presente, forti di ciò che già si possiede.

“Ex” è l’unico brano up tempo ed è anche uno dei pochi momenti veramente solari e scanzonati, c’è dentro una verve ruffiana che sdrammatizza e fa bene all’economia della scaletta. “Oggi” è uno dei tre interludi-titletrack ed è anch’essa abbozzata, quasi da demotape, una voce e una chitarra appena leggermente sporcata dal distorsore.

 

E ancora, “Pagine”, dolcemente appoggiata sul piano, fulgido esempio di Pop contemporaneo; o “Campo minato”, che conosciamo già da diverso tempo, leggeri echi di Rnb e ritornello molto incisivo.

Colpisce anche l’interludio di “Domani”, un minuto di piano e voce che spazza via tutti i dubbi amletici sulle dimensioni temporali dicendo che, fondamentalmente, essere felici è quello che conta.

La chiusura con “La vita a volte” delinea interessanti scenari futuri, retrogusto Black in una ballata ben sostenuta dal piano, vicina a certe cose di Venerus, il messaggio di fondo che “tutti vogliamo un futuro anche se di plastica”.

 

Insomma, tra le due opzioni contemplate, guardare avanti o rivolgersi indietro, Davide Diva sceglie molto semplicemente di vivere la vita, con tutto quello che essa potrà riservare. Oggi, domani, per sempre è un passo di crescita consapevole, che fa capire come anche lui sia pronto per ricoprire un ruolo (quanto significativo lo dirà il tempo) all’interno del vasto mondo della musica indipendente del nostro paese.