Same Side è il progetto solista di Kevin Geyer ed è l'ennesimo tassello della sua serie di progetti musicali di ampio respiro: l'alt-rock sovraccarico dei tedofori underground The Story So Far, il supergruppo indie-meets-pop-rock Pile Of Love e il quartetto jangle anni '90 Elder Brother. Tutti i suoi sforzi rappresentano parti distinte della sua personalità artistica, ma il secondo LP di Same Side, Oh No, è forse l'incapsulamento più autentico dell'anima musicale del cantante/chitarrista della Bay Area in questi giorni: chitarre acustiche lussureggianti, energia temperata e un songwriting del tutto vulnerabile.
Prodotte dal collaboratore di lunga data Ben Hirschfield, le canzoni di Oh No hanno preso forma nello studio di Geyer nel centro di San Francisco ("Volevo trovare un posto dove potessi fare rumore senza infastidire il mio fidanzato", dice ridendo), dove si è ritirato nel 2022 per scrivere nuova musica per The Story So Far, ma dove si è presto ritrovato a immergersi nella strumentazione spartana e nel delicato melodismo in cui si era tuffato in In Place del 2021.
Le 10 tracce che ne derivano portano con sé un senso di purezza artistica che scaturisce da un'ispirazione di primo impulso, il suono di un autore che insegue un'idea dal suo primo rumore al suo massimo potenziale. "Il mio istinto è quello di prendere qualsiasi cosa venga fuori e cercare di renderla migliore possibile", dice Geyer. "L'innocenza deriva dal fatto che non cerco di essere così serio su tutto e invece lascio che accada".
Per questo motivo, le canzoni di Oh No non sono esagerate, ma sono invece caldamente colorate da vignette di luoghi e tempi: il tipo di momenti che sembrano grandi e importanti quando ci si trova, ma che alla fine svaniscono con il tempo. L'ipnotica "Cruise", dal titolo appropriato, racconta di quando a Geyer fu rubata l'auto mentre i The Story So Far erano in crociera con la S.S. Neverender dei Coheed and Cambria, mentre la canzone di punta dell'album, "What You're Missing", immersa in una calma da campeggio e in una produzione d'atmosfera, descrive la sensazione da brivido che si prova quando il pullman della band frena durante un viaggio notturno. Altrove, Geyer rivela una profonda insicurezza infantile nel brano che dà il titolo all'album, poi racconta la storia di un matrimonio immaginario alimentato da un viaggio di troppo al bar per placare la sua ansia nel dronante singolo precedente "Now".
"I miei testi tendono ad avere una sorta di scherzosa paura", dice l'autore. "Si ha la sensazione di dire: "Oh no, ci risiamo". Ma alla fine non si può stare seduti ad aspettare che le cose migliorino. Devi superarlo e andare avanti con la vita".
L'impegno a non soffermarsi sulle cose che sarebbero potute accadere nella vita è alla base di ogni decisione musicale che Geyer prende in Oh No, fidandosi intrinsecamente del suo istinto e lavorando duramente per non pensare troppo a nessuna parte del processo. Se si sentiva giusto, è entrato nelle canzoni, e questo senso di pace interiore fa sì che l'album metta in primo piano il suo potente spirito di autostima.
"Che questo renda l'arte migliore o meno è davvero irrilevante", dice con semplicità a proposito del suo approccio alla scrittura delle canzoni. "È bello avere uno spazio in cui posso fare quello che voglio. Non si tratta di un'opera che rappresenta l'apice della qualità di una canzone. Si tratta invece di rendere una canzone mia, di avere uno sbocco che si concentra meno sul risultato e più sul processo".