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MAKING MOVIESAL CINEMA
Oppenheimer
Christopher Nolan
2023 
DRAMMATICO
7,5/10
all MAKING MOVIES
06/11/2023
Christopher Nolan
Oppenheimer
La vita di Robert Oppenheimer vista da Nolan: gli studi, il rapporto con gli altri fisici, le simpatie comuniste, il progetto Manhattan, il successo e la caduta in un film meno "nolaniano" del solito per il regista inglese.

L'altra faccia del Barbenheimer. Con Oppenheimer Christopher Nolan rientra in un contesto visivo/narrativo più normalizzato rispetto ad alcune delle sue opere più recenti.

A parte Dunkirk che era fatto di un'altra pasta, alcune dei film recenti più celebri di Nolan giocavano molto con la macchina cinema, con le teorie della fisica (o con altro) e con la sfida che il regista inglese pone a sé stesso nel portarle sullo schermo; pensiamo ad alcuni di quei film di Nolan che sono stati definiti "film cervello" come Inception o Tenet, in parte anche Interstellar, film di difficile interpretazione per una gran parte del pubblico e per i quali Nolan ha dato spesso l'impressione di uscire dal seminato, di aver fatto il passo più lungo della gamba o di aver sbracato totalmente nella gestione dell'equilibrio delle sue opere (rimane poi tutto da verificare se e quanto a Nolan interessi davvero mantenere quell'equilibro).

In Oppenheimer invece la gestione della struttura narrativa da parte di Nolan sembra essere più docile e addomesticata, nonostante la pellicola in questione non sia comunque di facile assimilazione, questo per motivi differenti rispetto a quel che accadeva per i film sopra citati.

Oppenheimer racconta la storia dell'omonimo fisico scomponendola in tre linee cronologiche divise e due macro-capitoli intersecati che Nolan battezza "fusione" e "fissione", uno girato a colori e uno in uno stiloso bianco e nero. La progressione del racconto su più linee temporali non da subito è chiarissima, inoltre l'accumulo di personaggi e nozioni, non solo fisiche ma anche relazionali tra i vari protagonisti, richiedono una concentrazione che diventa impegnativa se unita alla durata importante e alle poche divagazioni all'interno di una storia poggiata principalmente su dialoghi, idee, spiegazioni.

 

Il film inizia quando il suo protagonista, Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) è alle prese con le fasi finali del suo dottorato; nel corso dei suoi studi il giovane fisico ha l'opportunità di incontrare e confrontarsi con altre menti brillanti del suo tempo, una su tutte il fisico danese Niels Bohr (Kenneth Branagh) il quale lo indirizzerà verso un percorso di studi da tenersi in Germania dove Oppenheimer incontrerà Isaac Rabi (David Krumholtz).

Affascinato dalle teorie sulla fisica quantistica di Werner Heisenberg (Matthias Schweighöfer) Oppenheimer cerca di riportarle e approfondirle nel corso di studi di cui sarà insegnante presso l'Università della California (CalTech) dove formulerà interessanti ipotesi sulla struttura dei buchi neri.

In seguito alla scoperta della fissione nucleare Oppenheimer fu tra i primi a ipotizzare l'applicazione della nuova reazione in campo bellico, verrà scelto dal generale Groves (Matt Damon) per dirigere a Los Alamos il Progetto Manhattan finalizzato alla costruzione di una bomba atomica volta a porre fine alla Seconda Guerra Mondiale.

Nella comunità scientifica non mancano i dubbi su quanto lo sviluppo di un'arma così distruttiva possa essere opportuno, anche Oppenheimer ne avrà, soprattutto tenendo conto dell'ipotesi non del tutto negata dai calcoli scientifici, che una forza di tali proporzioni potesse distruggere l'intera atmosfera terrestre, ipotesi di cui il fisico parlò anche con Einstein (Tom Conti) e che comunque non dissuase Oppenheimer dal portare a termine quel compito che solo più tardi gli procurò più di un rimorso di coscienza.

Proprio in seguito a ciò Oppenheimer iniziò a promuovere un'apertura verso la Russia al fine di limitare il rischio di utilizzo dell'atomica e una politica di flessione della corsa agli armamenti, cosa che non piacque ai vertici del Governo U.S.A. e che permise al Presidente della Commissione per l'Energia Atomica Lewis Strauss (Robert Downey Jr.) di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e pareggiare qualche conto in sospeso con il celebre fisico.

 

È probabile che il mercato, una parte di critica, l'Academy, alcuni di quei fan detrattori delle ultime cose fatte da Nolan, vorranno far passare il messaggio che questo Oppenheimer sia un film decisamente migliore dei vari Tenet, Dunkirk o Interstellar, ma io mica sono proprio convinto che sia davvero così.

Per quanto Nolan dica che Oppenheimer non sia un biopic (perché il biopic è noioso) Oppenheimer è un biopic, e no, non è noioso ma forse un po' "pesante" sì (termine che fa ribrezzo, lo so, ma che può dare un'idea della corposità dell'opera).

Oppenheimer è un film denso, che lascia lo spazio al cinema più mainstream o spettacolare giusto in un paio di occasioni: la prima è la sequenza splendida relativa al test Trinity realizzata con un lavoro sulla tensione e soprattutto sul sonoro (e sulla mancanza di esso) da Oscar, il momento di maggior impatto, è proprio il caso di dirlo, di tutto il film. La seconda è la costruzione sul finale dell'esito ultimo di quella sorta di processo attraverso il quale si tenta di screditare la figura di Oppenheimer, questa soluzione è invece più banalotta e risaputa. Per tutto il resto della durata c'è la vita di Oppenheimer con tale densità di eventi e personaggi che il film in alcuni passaggi diventa frastornante come la bomba.

È un buon film Oppenheimer, graziato anche da un cast spaventoso. Oltre a un Cillian Murphy in gran spolvero ci sono Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett, Casey Affleck, Benny Safdie, Rami Malek, Kenneth Branagh, Matthew Modine, Gary Oldman e un cesto d'altra gente, va da sé che dal punto di vista della recitazione non si può chiedere altro. Ben realizzato, interessante come approfondimento sulla vita del fisico americano, forse un film meno "nolaniano" di altri.