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THE BOOKSTORECARTA CANTA
Ordo Mortis
Salvatore Conaci
2018  (WritersEditor)
LIBRI E ALTRE STORIE
all THE BOOKSTORE
17/07/2018
Salvatore Conaci
Ordo Mortis
Intervista a Salvatore Conaci, autore di Ordo Mortis
di Silvia Spadon

Salvatore Conaci è un giovane scrittore laureato in Lettere Moderne con una tesi su “Letteratura e Massoneria”. Affascinato dai simboli e dalle pratiche esoteriche, oltre che dalla parte oscura che risiede in ogni essere umano, pubblica la raccolta di racconti horror Perle nere (Montedit, 2015), in cui narra di amori maledetti e tetri segreti. Del 2018 è il romanzo Ordo Mortis (WritersEditor), un thriller esoterico incentrato sulla presenza minacciosa di una setta occulta, e sulla lotta di un giovane insegnante per sradicare il terrore e l’ignoranza dagli abitanti di un piccolo paese dell’entroterra calabrese.

Come e quando è nata la tua passione per l’esoterismo, la massoneria, e per il legame che queste due realtà hanno con la letteratura?

La passione per i primi due nacque che ero appena un bambino. L’ho coltivata nel tempo, ed è giunta fino ai miei vent’anni. Il legame con la letteratura l’ho creato (o l’ho scoperto) all’università: da qui la mia tesi.

Alessio Conci è il protagonista di Ordo Mortis. È un giovane uomo preso da sé stesso e dai propri obiettivi, che a un certo punto scopre che vi è più di un’angolazione da cui vedere la realtà. Egli impara che non tutto ciò che vede, sente e tocca è esattamente come appare, e da quel momento il suo rapporto con la vita cambia drasticamente. Quali sono i punti di forza di Alessio, e come hai gestito la sua caratterizzazione?

I punti di forza di Alessio risiedono nel suo fascino inconsapevole (che gli vale alleanze importanti e unioni interessanti) e nella sua curiositas, che lo spinge sempre oltre il dubbio, oltre gli ostacoli. È stato difficile gestire Alessio. Come affermato in altre sedi, lo sento il mio alter-ego letterario, e bilanciarlo, calibrarlo, e modellarlo per bene è stato arduo. Voleva somigliare a me più di quanto io volessi concedergli.

Qual è stato il tuo rapporto con il mondo editoriale? Come hai capito che avevi trovato la casa editrice giusta per il tuo romanzo?

Il rapporto con questo mondo è difficile. Non solo per me, ma per buona parte degli scrittori, che lavorino con grandi o con medie case editrici. A differenza delle mia prima esperienza (col mio primo libro, Perle nere), però, trovare un editore per Ordo Mortis è stato relativamente semplice. Sono arrivate tantissime proposte, tutte da editori seri (che non chiedono contributi, per intenderci). La scelta è stata la risultante di più fattori. Ho analizzato le proposte giunte, e, carta alla mano, ho capito chi faceva per me.

Cosa stai leggendo in questo momento?

Sto leggendo Anonimo di Poznanski e Strobel.

In Ordo Mortis ha ampio spazio il rapporto conflittuale che c’è tra realtà e apparenza. Tutti i personaggi devono infatti fare i conti con verità mai neanche immaginate, e con la constatazione che la loro vita sia stata vissuta nell’inganno. Quali sono gli altri temi fondamentali trattati nel romanzo?

Uno dei temi a cui tengo particolarmente, e che, proprio per questo, ho tenuto al sicuro, in secondo piano, è quello dell’amore. Un amore che, nel libro, ha delle connotazioni particolari: assume tinte belle partendo, però, da una posizione di clandestinità. È l’amore a muovere l’universo, e non volevo proprio che mancasse questo tema nel mio romanzo.

Leggendo la raccolta di racconti Perle nere e il romanzo Ordo Mortis, si ha l’impressione che tu voglia sottolineare la fragilità e l’impotenza dell’uomo di fronte ai misteri della vita. È per questo che ti dedichi allo studio dell’esoterismo e delle leggende antiche? Scriverne ti aiuta a esorcizzare la paura dell’ignoto?

Mi aiuta certamente a esorcizzare la paura del vuoto. Il terrore dell’enigma, e quindi dell’assenza di certezze, su ciò che ci attende dall’altra parte.

Alessio Conci è un personaggio che parte in sordina, per poi rivelare aspetti di sé sempre più interessanti. A fine lettura si ha la sensazione che egli abbia ancora qualcosa da dire e da fare. Lo ritroveremo in un’altra tua opera, o dobbiamo salutarlo?

Lo rivedremo certamente in futuro. Non si sa quando, non lo so nemmeno io, ma lo rivedremo sicuramente!