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REVIEWSLE RECENSIONI
21/12/2022
The Pretty Reckless
Other Worlds
Dopo un anno dall'uscita dell'acclamato Death By Rock'n'Roll, i Pretty Reckless pubblicano un piacevole maxi EP, comprendente la riproposizione in acustico di alcune canzoni tratte dal lavoro precedente e un pugno di cover, davvero ben riuscite.

Nato dopo un periodo assai difficile nella carriera dei Pretty Reckless (la morte dell’amico Chris Cornell e del loro produttore storico Kato Khandwala, Death By Rock ‘n’ Roll (2021) aveva segnato il ritorno sulle scene della band statunitense, che, oltretutto, aveva anche dovuto fare i conti, come tutti, con i giorni tragici della pandemia e del lockdown. Quel disco rappresentava una risposta vitale e rabbiosa ad anni cupi e a tutto il dolore accumulato, e, contro ogni più pessimistico pronostico e nonostante i presupposti non proprio favorevoli, è riuscito a dare nuova esposizione mediatica e un notevole successo commerciale alla band capitanata dalla bella Taylor Momsen (attrice, modella, e, soprattutto, rocker).

E visto che, come si suol dire, il ferro si batte finchè è caldo, sulla scia del precedente exploit, i Pretty Reckless pubblicano ora un nuovo full leght, una sorta di maxi EP, che non contiene materiale nuovo, ma alternative version, in chiave acustica, di brani tratti dal citato Death By Rock’n’Roll e alcune interessanti cover.

Di fronte a pubblicazioni di questo tipo, la prima cosa che viene in mente è il sospetto di mera operazione commerciale, che nulla ha a che fare con una vera e propria di rilevanza artistica. Eppure, Other Worlds è tutto tranne che un minestrone insapore: ci sono le canzoni, le cover sono riuscite, e il disco possiede una sua dignità, dovuta soprattutto alla ragionata coerenza nello sviluppo sonoro della scaletta e all’iconica voce della leader, il cui timbro ha ormai raggiunto una potenza espressiva piena e consapevole.

Sulla scaletta, quasi inevitabilmente, aleggia il fantasma dell’amico Chris Cornell, con cui la band aveva consolidato uno stretto legame, avendo aperto i concerti dei Soundgarden proprio nel 2017, anno della scomparsa del compianto cantante. Non stupisca, allora, la presenza di una vibrante reinterpretazione di "Loud Love", a cui la performance della Momsen restituisce l’antico vigore, e un altrettanto bella cover di "Halfway There", impreziosita dalla presenza di Matt Cameron alla chitarra e ai controcanti. E viene anche recuperata "The Keeper", scritta da Cornell per la colonna sonora del film Machine Gun Preacher (2011), che vede alle chitarre la presenza di Alain Johannes, già, in passato, al servizio del leader dei Soundgarden.

Le cover sono il fiore all’occhiello dell’operazione e funzionano tutte molto bene: la riproposizione di "Quicksand" di David Bowie è un gioiellino, grazie a una grande performance della Momsen alla voce e al prezioso lavoro al pianoforte di Mike Garson (che con Bowie aveva lavorato), così come è senz’altro riuscita anche la riproposizione di "(What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love And Understanding" dal songbook di Elvis Costello.

La riproposizione in chiave acustica dei brani tratti da Death By Rock’n’Roll, anche se non è particolarmente significativa, ha il suo picco nell’intensa "25", solo per piano e voce (e che voce!), ed è comunque piacevole anche negli altri episodi presenti in scaletta "Only Love Can Save Me Now", "Death By Rock and Roll" ed "Harley Darling".

Resta da citare, per ultimo, il remix di "Got So High", uno dei pezzi più radiofonici e pop della discografia dei Pretty Reckless, che viene poi riproposta anche alla fine, nella sua versione originale, lasciando, almeno in questo caso, la sensazione di mero riempitivo. Other Worlds, in definitiva, è un lavoro riuscito, soprattutto nella parte in cui la band capitanata dalla Momsen si mette al servizio di brani altrui, ma resta comunque un’opera di passaggio, non certo imprescindibile, e probabilmente oggetto di culto solo da parte dei fan sfegatati della band. Chi avesse voglia, invece, di approcciarsi per la prima volta ai Pretty Reckless, sarebbe meglio partisse dai precedenti lavori in studio.