Il Paganfest è uno dei festival più celebri della scena folk e pagan metal, nato per celebrare le sonorità e le atmosfere mitologiche di questo genere musicale. L'evento, che ha avuto la sua prima edizione nel 2008, ha girato l'Europa portando sul palco alcune delle band più iconiche di quel panorama musicale che al metal unisce elementi folk, melodie tradizionali e potenti riff. Dopo una pausa di circa dieci anni, il festival è finalmente tornato, confermandosi come un appuntamento imperdibile per gli appassionati.
La lineup del ritorno è stata più che esplosiva, portando sul palco dell’Alcatraz di Milano band di fama internazionale quali Alestorm, Ensiferum, Týr, Heidevolk ed Elvenking.
Le porte dell'Alcatraz si sono aperte alle 17:00 accogliendo un pubblico entusiasta, tanto che molti degli astanti sono accorsi vestiti a tema vichingo, piratesco o medievale. L’atmosfera era elettrica sin dall’inizio, con bandiere, corna ricolme di birra e chi più ne ha più ne metta.
Ad aprire le danze sono stati gli Heidevolk, band olandese il cui nome significa "gente della brughiera", che ha saputo scaldare il pubblico con il suo folk viking metal ispirato alla storia della Gheldria (una provincia dei paesi Bassi) e alla tradizione germanica. Brani come “Saksenland” e “Vulgaris Magistralis” hanno risuonato potenti tra i presenti, accompagnati da cori e headbanging collettivo.
A seguire, gli Elvenking, orgoglio italiano del power folk metal dal 1997, che hanno infiammato l’audience con la loro miscela di melodie accattivanti e riff incisivi. Formati a Sacile (Friuli Venezia Giulia) e noti per la loro capacità di unire svariate influenze quali metal, folk, hard rock, pop, rock progressivo e musica classica, sono tra i gruppi metal italiani più apprezzati in altri Paesi. La setlist ha incluso sia brani più recenti sia i classici intramontabili quali “The Divided Heart” e “Pagan Revolution”.
Dopo una breve pausa, è stato il turno dei Týr, direttamente dalle Isole Faroe. La band (il cui nome deriva da Týr, dio della guerra, della vittoria, della gloria e dell'eroismo nella mitologia norrena, l’equivalente di Marte per la mitologia romana) ha trasportato il pubblico in un viaggio attraverso la mitologia norrena e le tradizioni scandinave e faroesi, con la loro caratteristica fusione di heavy metal e folk tradizionale. Canzoni come “Hold The Heathen Hammer High” e “By the Sword in My Hand” hanno scatenato un’ondata di entusiasmo tra i fan.
Gli Ensiferum, autentici veterani della scena folk metal finlandese, hanno dominato il palco con la loro energia travolgente e dai toni epici, dove le tematiche riguardano prevalentemente il paganesimo e il nazionalismo finlandese. Il set è stato un crescendo di emozioni, alternando brani epici a pezzi più aggressivi come “Lai Lai Hei” e “From Afar”, accompagnati da un pubblico che ha cantato ogni singola parola.
A chiudere la serata sono stati gli scozzesi Alestorm, con il loro inconfondibile True Scottish Pirate Metal. Con la loro irriverenza e il loro sound festaiolo, hanno trasformato l’Alcatraz in una vera e propria taverna piratesca, facendo ballare e cantare tutti i presenti. La band, capitanata dall’esuberante Christopher Bowes, ha mantenuto alta l’energia con una scaletta ricca di hit, tra cui “Keelhauled”, “P.A.R.T.Y.” e “Mexico”. L’atmosfera è diventata ancora più euforica quando Bowes ha incitato il pubblico a “remare la nave”, trasformando il parterre dell’Alcatraz in un mare in tempesta.
Il momento più folle della serata è stato senza dubbio quando la band ha inaspettatamente suonato una cover di “Hangover” (brano del cantante britannico Taio Cruz) in chiave pirate metal facendo impazzire i presenti, che l’hanno accolta con ilarità e cantando a squarciagola. Uno dei più esilaranti, invece, è stata l’esecuzione di “Fannybaws”, il cui divertente testo ha mandato in estasi il pubblico, che rispondeva alla band con cori goliardici rendendo così l’esperienza ancora più coinvolgente. Tra effetti scenici colorati, danze, coriandoli e una scenografia a tema piratesco (e paperesco), gli Alestorm hanno regalato un’ora e mezza di pura adrenalina e divertimento senza freni.
Il concerto si è concluso con due delle hit più amate dai fan: “Drink”, che ha fatto esplodere l’entusiasmo del pubblico con la sua melodia festaiola, e “F**ed With An Anchor”, il brano più irriverente della band, che è stato cantato a squarciagola da tutto il locale, finendo con un “dolce” messaggio da parte della band nei confronti dei fan: dei palloni gonfiabili che formano la frase “F**k You”. Un finale esplosivo che ha lasciato il pubblico esausto ma soddisfatto, chiudendo in bellezza una serata difficile da dimenticare.
Il ritorno del Paganfest in Italia è stato senza dubbio un trionfo di energia, musica e divertimento. Le band hanno saputo regalare performance indimenticabili, confermando ancora una volta la forza di un genere che mescola mitologia, folklore e metal in un’esperienza unica. Il pubblico, entusiasta e coinvolto, ha dimostrato quanto questo tipo di eventi sia importante per la scena musicale, creando una connessione speciale tra artisti e fan.
Con la sua line up e l'atmosfera festosa, il Paganfest si conferma come un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della musica metal e delle tradizioni più epiche. La serata dell'Alcatraz di Milano resterà indimenticabile, segnando un ritorno che non può che confermare la leggenda di questo festival.