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MAKING MOVIESAL CINEMA
Palm Springs - Vivi come se non ci fosse un domani
Max Barbakow
2020  (I Wonder Pictures)
COMMEDIA FANTASTICO
all MAKING MOVIES
27/11/2020
Max Barbakow
Palm Springs - Vivi come se non ci fosse un domani
Come rinfrescare in maniera divertente un canovaccio narrativo ormai adoperato più e più volte, quello del time loop, costruendo un film che baratta il suo potenziale fantastico con dinamiche da commedia demenzial-sentimentale andando a guadagnare dallo scambio quello che è il suo vero valore aggiunto.

Bisogna dire che il risultato supera di gran lunga le aspettative, Palm Springs ha tutti i numeri necessari per ritagliarsi un posto tra le commedie meglio riuscite di quest'ultimo periodo, guarda a una tradizione ormai consolidata, da Ricomincio da capo in avanti, pur mantenendo un'indole decisamente attuale e moderna.

In un tempo non precisato un terremoto apre una crepaccio portando alla luce una grotta. Oggi (ma anche ieri, ieri l'altro o domani, o dieci giorni fa o fra un po' di giorni) Nyles (Andy Samberg) si sveglia e rivive ancora una volta la stessa giornata. Non in senso letterale, Nyles è dotato di libero arbitrio e ogni giorno può fare quel che vuole, perché ha piena coscienza di quel che gli sta accadendo, ma tutti i giorni, al suo risveglio, indipendentemente da quanto successo il giorno precedente, tutto si resetta e torna sempre allo stesso giorno, ancora e ancora, quello del matrimonio di Tala (Camila Mendes) e Abe (Tyler Hoechlin), una coppia di conoscenti amici di Misty, la ragazza di Nyles. Ma il giovane non è l'unico ad essere nella condizione di dover vivere per sempre lo stesso giorno, anche il vecchio Roy (J. K. Simmons) infatti porta sulle spalle questa croce, ma invece di trovare nell'uomo più anziano un'anima affine con cui condividere un destino beffardo, Nyles ha semplicemente trovato un uomo deciso a fargli il culo nel più doloroso dei modi possibili. In occasione di uno dei confronti tra i due, fortuitamente, anche Sarah (Cristin Milioti), la sorella scapestrata di Tala, viene risucchiata nel loop e da quel momento le cose per Nyles cambieranno, perché ora il ragazzo ha davvero qualcuno con cui condividere il suo destino.

Scombina un po' le carte del filone Palm Springs in quanto il protagonista non vive mai quella sensazione di stupore, incredulità e di smarrimento che il finire in un time loop di solito provoca, tutt'altro, quando conosciamo il protagonista questi è già ben consapevole della sua situazione, sa che l'indomani si sveglierà esattamente nello stesso luogo, nello stesso momento e nella stessa condizione di oggi e nulla potrà fare per cambiare questa situazione, a un certo punto si addormenterà e bam! tutto da capo, oppure morirà e comunque bam! tutto da capo, seguirà un percorso diverso e mai tentato, farà qualcosa di incredibile ma bam! tutto da capo. Allora perché non cazzeggiare e godersi la vita? Così, giorno dopo giorno. Questa premessa studiata dal talentuoso esordiente Barbakow insieme allo sceneggiatore Andy Siara garantisce tutta la freschezza che il film si porta dietro e che, seppur non esente da sprazzi nostalgici, anche cinici per quel che riguarda il discorso sul matrimonio, inanella una sequela di situazioni divertenti riuscitissima. Il film inizia a girare bene fin da subito ma quando nel gioco della ciclicità entra anche Sarah si viene a creare una coppia perfetta che sprigiona sul film un'alchimia invidiabile, e tutta la vita di Nyles si colora di nuovi significati. Come dichiarato dallo stesso regista in una recente intervista, la monotonia delle giornate, la sensazione di una chiusura forzata della vita dei protagonisti, rendono Palm Springs il film perfetto in questo periodo di lockdown, è lo stesso Barbakow però ad ammettere come la cosa sia assolutamente casuale e non voluta in quanto la sceneggiatura nasce ben prima che emergesse la crisi legata all'attuale pandemia, il film però può ritagliarsi almeno la funzione di antidoto a una delle tante serate da passare forzatamente in casa. Samberg e Milioti, entrambi molto bravi, donano alla commedia una presenza non troppo inflazionata che contribuisce al bel risultato finale, supportati dalla presenza della certezza J. K. Simmons, regia ben calibrata che fa sperare per Barbakow una carriera in ascesa e nuove sorprese per gli spettatori. Nulla di rivoluzionario ma probabilmente, insieme a quello di Olivia Wilde, uno dei migliori esordi brillanti degli ultimi anni.


TAGS: cinema | DarioLopez | loudd | MaxBarbakow | PalmSprings | recensione