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MAKING MOVIESAL CINEMA
Pleasure
Ninja Thyberg
2021  (Mubi)
DRAMMATICO
8,5/10
all MAKING MOVIES
22/07/2022
Ninja Thyberg
Pleasure
Pleasure colpisce lo spettatore con forza nel tentativo di far aprire occhi e coscienze su alcuni aspetti legati all'industria del porno, viatico per parlare in generale di un sistema (lavoro) avallato da tutte le civiltà moderne e di altro ancora, della reiterata sopraffazione di genere che l'uomo perpetra sulla donna, sulle storture nelle dinamiche professionali e sulle conseguenze che queste generano nel privato.

È un film estremo quello della regista esordiente (nel lungo, per rimanere in tema) Ninja Thyberg, almeno per ciò che riguarda il mainstream. Il suo Pleasure colpisce lo spettatore con forza nel tentativo di far aprire occhi e coscienze su alcuni aspetti legati all'industria del porno, viatico per parlare in generale di un sistema (lavoro) avallato da tutte le civiltà moderne e di altro ancora, della reiterata sopraffazione di genere che l'uomo perpetra sulla donna, sulle storture nelle dinamiche professionali e sulle conseguenze che queste generano nel privato, creando problemi contingenti che toccano anche quelle pieghe dell'animo che compromettono la serena convivenza non solo con il prossimo ma soprattutto con sé stessi.

In diverse delle sue interviste la Thyberg ha dichiarato di essere stata per diverso tempo un'attivista contro la pornografia, contraria all'immagine degradante che questa industria spesso restituisce della figura femminile. Con il tempo e con indagini approfondite sul tema, con la conoscenza ottenuta dalla frequentazione di persone inserite nell'ambiente, l'opinione della regista è poi mutata dalla levata di scudi totale a una critica molto accesa alle bieche modalità di lavoro che dilagano nel porno e alla scarsa libertà di molte attrici nel far valere la propria dignità e la propria volontà nel porre dei limiti precisi in un lavoro dove le parti in causa, le donne soprattutto, mettono in gioco davvero molto rispetto a chi opera in settori completamente differenti.

È questa la visione e l'aspetto che più sta a cuore alla Thyberg e che finisce nella realizzazione di questo Pleasure, film molto diretto che, anche se ovviamente non rientra nei confini della pornografia (tutto è qui simulato), risparmia comunque molto poco allo spettatore e di sicuro non è una visione adatta ad animi troppo sensibili.

 

Linnéa è una ragazza svedese non ancora ventenne che con il nome d'arte di Bella Cherry (Sofia Kappel) si trasferisce a Los Angeles con l'intento di trasformarsi da astro nascente a diva di primo piano nel mondo del porno. Dopo essersi affidata al manager Mike (Jason Toler), Bella inizia a ottenere i primi provini e a girare le prime scene.

L'approccio di Bella è graduale, lei è una ragazza molto bella, all'apparenza dimessa e che ha più l'aria della ragazza della porta accanto che non quella della mangiatrice di uomini. A L.A. Bella prende casa insieme ad altre tre ragazze impegnate nella sua stessa carriera; viene avvisata di guardarsi dalle altre aspiranti dive, sempre in competizione tra loro, ma in realtà, dopo un approccio iniziale un poco diffidente, Bella si troverà a suo agio con le nuove compagne e stringerà un bel rapporto di amicizia con Joy (Revika Anne Reustle).

Nel momento in cui Bella tenterà di fare il "salto di qualità" e di finire nel giro del manager Mark Spiegler (Mark Spiegler) le viene chiaramente detto che per arrivare in alto dovrà mettere da parte alcuni di quei limiti che la ragazza si era inizialmente autoimposta e dedicarsi a qualcosa di più estremo e di come sul set, nonostante l'apparente gentilezza di tutti, avrebbe dovuto dimostrarsi sempre disponibile e non "rompere i coglioni" alle troupe. Bella accetterà di oltrepassare quei limiti ma alcuni momenti saranno per lei davvero duri, la scalata all'Olimpo del porno non sarà per niente costellata di rose e fiori.

 

Ottimo esordio quello di Ninja Thyberg che coglie nel segno e assolve per bene al compito che si è prefissata la regista, lo fa tra l'altro con un film coinvolgente, duro e ben girato, con una narrazione lungo la quale l'estetica segue le varie fasi della carriera di Bella. Nel momento in cui tutto sembra andare per il meglio, nella fase di maggior successo, tutto viene mostrato adoperando scenografie e fotografia molto glamour, a sottolineare l'arrivo alle grosse produzioni, nei momenti invece di maggior difficoltà, solitudine e sconforto della protagonista, anche le scelte di regia sembrano assecondare lo stato d'animo della Nostra.

Diverse le sequenze che portano lo spettatore dentro il conflitto morale e etico di fronte al quale tutti dovrebbero farsi delle domande prima di fruire di prodotti dietro i quali non conosciamo le realtà specifiche che si nascondono. Le umiliazioni e gli abusi ai quali la protagonista va incontro difficilmente possono essere liquidati con la tesi della scelta libera da parte delle ragazze di intraprendere la strada del porno; magari non per tutte quella scelta è così libera, ma soprattutto non per tutte lo sono i termini con cui un lavoro viene realizzato e portato a termine.

Pleasure è un viaggio molto interessante nell'industria del porno che apre riflessioni traslabili su altri settori, molto riuscita e intelligente la disamina sulle reazioni della protagonista che, costretta a subire diverse umiliazioni - dagli uomini, dal suo manager, da altre dive più in luce di lei - quando ne ha l'occasione le riversa e restituisce con una foga e una cattiveria incontrollate.

La Thyberg ci mostra bene come alcune dinamiche, non esclusive dell'industria del porno, possano corrompere, distruggere relazioni, portare a umiliazioni che difficilmente verranno dimenticate. Ottima la prova di Sofia Kappel che mostra un talento naturale e che si è prestata con coraggio a un ruolo che non dev'essere stato affatto semplice da accettare e portare in scena.

Avvertenza: pur non mostrando atti sessuali completi come avviene nel porno il film è comunque molto esplicito e alcune sequenze sono un bel pugno allo stomaco. Sia per intento che realizzazione, Pleasure è un ottimo film che vale la pena di sostenere e guardare, lontano dal dare giudizi trancianti mette in luce in maniera chiara quali sono le problematiche sulle quali, in tutti i campi, è necessario ancora fare un lavoro enorme.