"Ho sempre amato dare dignità e coerenza comunicativa alle produzioni musicali cercando di seguire in prima persona la creazione dei videoclip. Portrayal è un brano dalle sonorità opache, come le prime luci del mattino che lentamente esplodono energicamente; una canzone strutturata in modo da destare l'ascoltatore sul fulcro del messaggio: siamo oramai tutti Dorian Gray, tutti noi viviamo in una società che ci sussurra all'orecchio messaggi non dissimili rispetto a quelli di Lord Henry Wotton. Non accettiamo il percorso naturale della vita, l'invecchiamento e la mutazione del corpo. Questo ci rende ossessionati dalla nostra immagine, la immortaliamo continuamente, giorno dopo giorno, in fotografie con lo smarthphone. Mi piace pensarle come "dipinti effimeri della nostra vita". La produzione del video è stata complessa perchè ha richiesto più giorni di riprese ed una concentrazione continua sui movimenti della pittrice Erika Di Michele. Erika è una ragazza di 21 anni che ha studiato presso il Liceo Artistico di Porta Romana (Firenze). Un talento innato nel captare le ombre e le tonalità di colore. É stata capace di immortalare la mia anima"
Il Dorian del video non è altro che Marco Bongini, in arte Bonje in Yurt.
Disponibile dal 29 aprile 2020 su tutte le piattaforme digitali
Bonje come il cognome “storpiato” che è diventato una specie di seconda identità, un alter ego nel quale rifugiarsi armato di canzoni dai colori tenui dell’autunno. Yurt come la yurta, la capanna dei nomadi dell’Asia, di quei popoli che vagano di terra in terra senza altre radici se non quelle nella cultura che si portano dietro come un bagaglio inseparabile, necessario. Marco Bongini ha scelto di fare musica con un nome che è un vero e proprio manifesto d’intenti. Non scegliere un unico canale espressivo ma vagare in territori diversi senza trovarne uno nel quale fermarsi, perché farlo sarebbe come perdersi, sarebbe come perdere l’occasione di esprimere una parte si se stessi. Il comune denominatore delle Pop songs evanescenti di Bonje in yurt sono i suoni morbidi che disegno una specie di “art rock futuribile”.