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MAKING MOVIESAL CINEMA
Quando hai 17 anni
André Téchiné
2016  (RaiPlay / Cinema)
DRAMMATICO
8/10
all MAKING MOVIES
03/06/2024
André Téchiné
Quando hai 17 anni
André Téchiné torna alla sua età preferita, quella dell'adolescenza, e a uno dei temi importanti per il suo cinema: l'omosessualità e la sua scoperta, lo fa con la bellissima storia di Tom e Damien, due studenti di un paesino montano nei Pirenei francesi.

Inverno, un paese nei Pirenei francesi coperto dalla neve. Tom Chardoul (Corentin Fila) è un ragazzo di colore che abita in una fattoria isolata sulle montagne, un luogo un po' scomodo da raggiungere in inverno proprio a causa della neve che si accumula sulle strade; Tom vive con i genitori francesi che lo adottarono in tenera età a causa delle difficoltà della signora Chardoul (Mama Prassinos) nel portare a termine una gravidanza naturale.

Tom frequenta la scuola del paese, a valle, nella stessa classe di Damien Delille (Kacey Mottet Klein). La madre di Damien, la signora Marianne (Sandrine Kiberlain) è un medico, lo stesso che ha in cura la signora Chardoul a causa di recenti malesseri; Marianne soffre un poco la mancanza del marito Nathan (Alexis Loret), pilota militare inviato in missione in Medio Oriente con cui parla quotidianamente tramite videochiamata e che riesce a vedere ogni tanto quando l'uomo gode di qualche periodo di congedo per tornare dalla famiglia.

Per Damien come figura di riferimento c'è Paulo (Stefano Thermes), un ex collega del padre che sta insegnando al ragazzo tecniche di combattimento e autodifesa. Tom sembra avere per Damien un'immotivata antipatia, a scuola capita qualche episodio di scontro: occhiatacce, uno spintone dato senza ragione apparente e via via episodi più significativi.

Quando la situazione della madre di Tom richiederà maggiore tranquillità la dottoressa Marianne proporrà a Tom di andare a stare per qualche tempo da loro in paese, col vantaggio che così Damien, più bravo a scuola, potrebbe aiutare Tom con gli studi; ovviamente Marianne non sa che i due, che saranno costretti a convivere sotto lo stesso tetto, si detestano, un'antipatia che in realtà nasce dalla paura e dall'attrazione che Damien prova per Tom.

 

Téchiné ambienta il suo Quando hai 17 anni in quel lembo della Francia dove anch'egli è cresciuto e ha trascorso gli anni dell'adolescenza, lo stesso periodo preso in esame per i protagonisti di questo film. Questa scelta rafforza ancor più quella che è la propensione naturale del regista francese nel delineare al meglio le figure umane, nel tradurre su schermo i loro moti interiori, grandi e piccoli, e il rapporto di questi con la società circostante e con l'altro da sé, come nel caso del rapporto tra Tom e Damien, una vicinanza palpabile tra regista e personaggi che si percepisce forte durante la visione del film.

Téchiné torna a temi già trattati in passato, sotto i riflettori qui un toccante racconto sull'adolescenza (tema già trattato in L'età acerba) e sull'omosessualità (I testimoni) ma anche, seppur in maniera più marginale, sulla famiglia e sulle relazioni in generale. Per narrare la sua storia Téchiné sceglie una struttura suddivisa per trimestri a seguire uno dei ritmi fondamentali dell'adolescenza, quello della scuola, e l'alternarsi delle stagioni, entrambe le suddivisioni del tempo vedono lo scontrarsi e l'avvicinarsi di Damien e Tom in un costruirsi ragionato e tremendamente vivo, credibile, naturale, in un rapporto denso di difficoltà, dubbi, paure, vergogne, desideri, bisogni.

Se i due ragazzi sono il centro di un film ammirevole, i coprotagonisti danno modo al regista di affrontare altri temi fondamentali della vita come la maternità, il dolore, la perdita, i rapporti genitoriali e filiali, Quando hai 17 anni diventa così lo spaccato di un mondo e non solo un riuscitissimo ritratto dell'"età acerba".

Aiutato anche dalla sceneggiatura della Sciamma il regista offre uno sguardo lucido e sentito su un momento importante e per diversi versi difficile della vita dei due ragazzi, momenti fondamentali, per un verso o per l'altro, per tutti, fotografa con la finzione un reale molto vicino e partecipato senza mai scadere nel banale e senza mai andare a cercare lo spettatore in maniera evidente al fine di tirargli fuori qualcosa, una scelta di stile che non si può far altro che apprezzare in pieno.