Cerca

Banner 1
logo
Banner 2
REVIEWSLE RECENSIONI
27/02/2020
Greg Dulli
Random Desire
“Random Desire” già nel titolo richiama questa idea di scintilla, di febbre creativa che ha bisogno di trovare una sbocco (l’espressione indica quei desideri che ci prendono senza preavviso e che ci sviano, momentaneamente o per sempre, dal cammino che avevamo intrapreso) ed è sicuramente un lavoro che trasmette una certa urgenza.

Greg Dulli mi ha sempre dato l’idea di essere un tipo molto simpatico. Nonostante la fama di burbero e l’atteggiamento scontroso, alla fine, per lo meno da come sta sul palco e conduce le interviste (da quello che vedo e leggo, perché di persona non l’ho mai incontrato) mi sembra che, quando si va al sodo, sia uno che sa concedersi con sincerità e rispetto per chi gli è di fronte. Di conseguenza, nonostante sia spesso accomunato a Mark Lanegan, per il fatto che i due sono grandi amici e che fanno musica simile, io non li metterei mai sullo stesso piano (anche solo per gli esiti artistici non esattamente identici delle loro carriere negli ultimi anni).

Accantonati momentaneamente gli Afghan Whigs, che da quando si sono riformati, nel 2011, hanno comunque prodotto cose di enorme credibilità, giunge anche per lui il momento di esordire come solista. Oddio, in realtà ce ne sarebbe già stato uno, a nome Greg Dulli, “Amber Headlights”, uscito nel 2015. Siccome però, dice lui, conteneva materiale che aveva originariamente scritto per i Gutter Twins, sostiene che sia meglio non contarlo. Diamo retta a lui e battezziamo “Random Desire” come la prima volta che l’artista di Hamilton, ora in pianta stabile a Los Angeles, ha deciso di mettersi in proprio. Per la verità questo avrebbe potuto anche essere un disco della sua band madre e non solo perché le prime note dell’opener “Pantomima” ci riportano immediatamente dalle parti di “In Spades”. La verità è che questi dieci pezzi sono stati scritti proprio con quell’intento ma poi, dal momento in cui gli altri membri del gruppo hanno comunicato di essere impegnati in altro progetti, il buon Greg ha deciso di fare da solo, occupandosi anche di tutti gli strumenti, batteria compresa (fiati e violino invece immagino proprio di no).

“Random Desire” già nel titolo richiama questa idea di scintilla, di febbre creativa che ha bisogno di trovare una sbocco (l’espressione indica quei desideri che ci prendono senza preavviso e che ci sviano, momentaneamente o per sempre, dal cammino che avevamo intrapreso) ed è sicuramente un lavoro che trasmette una certa urgenza.

L’interpretazione vocale è sempre molto ispirata e nonostante si muova per lo più sul terreno che gli è famigliare, qua e là compare qualche piccolo esperimento, qualche idea realizzata in maniera leggermente diversa che se avesse operato coi suoi abituali compagni: è il caso ad esempio di “A Ghost”, dove c’è una spruzzatina di elettronica o “Black Moon”, con una maggiore presenza di tastiere.

Per il resto, ordinaria amministrazione: un songwriting perfettamente riconoscibile, un generale assestamento sul livello medio, con alcune punte di eccellenza assoluta: vale soprattutto per “Marry Me”, una ballata crepuscolare e poco carica negli arrangiamenti; “Sempre” (il titolo in italiano era quello di lavorazione ma poi è rimasto. Suppongo che la sua amicizia con Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo possa c’entrare qualcosa) che ne costituisce il perfetto contraltare, con le sue atmosfere epiche e l’impatto drammatico delle linee vocali. Poi c’è “The Tide”, un brano che, come la marea indicata dal titolo, cresce a poco a poco, grazie anche all’utilizzo del violino e raggiunge quello che è il picco d’intensità del disco. Molto belle anche “It Falls Apart”, altra ballata dal feeling cupo e “Lockless”, uno dei momenti più uptempo, che si apre anche molto grazie all’utilizzo dei fiati.  

Senza strafare e senza gridare al miracolo, “Random Desire” ci restituisce un Greg Dulli di buon livello, uno di quegli artisti che è in grado di sfornare un’ottima canzone in qualsiasi momento. Sarà un piacere vederli suonati dal vivo, questi brani, visto che, come ha dichiarato lui stesso, saranno affiancati pure da alcune cose dei Twilight Singers. Teniamoci sintonizzati.


TAGS: GregDulli | loudd | lucafranceschini | RandomDesire | recensione