C'è un'arte nel guardare indietro. Per i Caskets sarebbe stato facile andare avanti a prescindere, cavalcando l'onda del successo del loro debutto Lost Souls (oltre 80 milioni di streaming ad oggi), che ha aperto tour in tutti gli Stati Uniti e l'Europa continentale, e ha assicurato apparizioni ai festival di riferimento Download e Slam Dunk. Ma dopo aver scambiato le camere da letto che hanno dato vita all'album numero uno con innumerevoli ore di strada, riflettere su quel viaggio e sulle decisioni che li hanno portati su certe strade è diventato presto inevitabile.
Se Lost Souls era principalmente guidato dalle esperienze personali del cantante Matt Flood, Reflections offre un quadro più ampio dei Caskets nel loro complesso, frutto delle solite differenze interpersonali che tutte le band affrontano almeno una volta nella loro carriera. Per alcuni segna la fine, ma per altri favorisce un ambiente collaborativo che spinge la musica ben oltre ciò che è venuto prima.
Il risultato riflette ogni singolo membro dei Caskets, con Matt affiancato dai chitarristi Benji Wilson e Craig Robinson, dal bassista Chris McIntosh e dal batterista James Lazenby. I momenti più movimentati del disco sono caratterizzati da melodie d'impatto, che aumentano la posta in gioco rispetto a Lost Souls con forza ponderata, mentre i potenti momenti ambient sono eseguiti con vera finezza.
In un passo lontano dai racconti singolari di Lost Souls, Reflections, prodotto da Dan Weller (Bury Tomorrow, Enter Shikari, Holding Absence), è una serie di lezioni individuali, che guardano indietro a un momento specifico della vita di uno dei membri della band; un pensiero, un sentimento o un evento, e come quel momento ha plasmato il presente.
"Reflections mostra quanto di più possiamo ottenere musicalmente dalla band se mettiamo tutti insieme un po' di più le nostre teste", afferma Matt, positivo per un disco che non solo mette in mostra i Caskets come entità completa, ma rappresenta l'impressionante gamma di influenze che hanno scandito i tempi dei cinque pezzi sulla strada e in studio, contribuendo a espandere rapidamente il loro sound. "Si tratta sempre di musica, è questo il senso dell'essere in una band", conclude, "se riusciamo a inserire tante cose nel nostro sound ma che suonino ancora come noi, questo è il mio obiettivo di sempre con i Caskets".
Parlando invece del singolo "More Than Misery", il frontman Matt Flood dice: "Il brano è scritto intorno al conflitto di essere ipnoticamente attratti da qualcuno o qualcosa che alla fine si sa che porterà solo ad abitudini tossiche o a cattive intenzioni. Tutti hanno provato questa sensazione e si sono trovati in questa situazione, in un modo o nell'altro, nel corso della loro vita. Si tratta di non voler essere in questa situazione e di sentire la fatica di sopportare il peso della pressione che mette sulle spalle. Come può influenzare ogni altra cosa intorno a te, dalla tua salute mentale alle relazioni che costruisci intorno a te".
"Tuttavia, c'è una luce alla fine del tunnel", afferma. "Anche solo per riconoscere la situazione e costruire una base di sostegno intorno a te per affrontare faccia a faccia ciò che ti sta trattenendo. Se fai un passo verso l'ignoto, vedrai che la tua vita è molto più che una semplice infelicità".
Tracklisting
1. Believe
2. More Than Misery
3. In The Silence
4. Too Late
5. By The Sound
6. Six Feet Down
7. Silhouettes
8. Guiding Light
9. Hate Me
10. Better Way Out