Cercano di venderti le stesse cose, a prezzi poco ragionevoli e poi gonfiati ancora anche nell’usato.
Incredibile questa minestra riscaldata – come iniziativa editoriale, sia chiaro – dei romanzi di George Simenon dedicati a Maigret, come se ti facessero un piacere.
Si badi: nemmeno si sa per quale motivo debba essere meglio la traduzione di Adelphi piuttosto di quella di Mondadori vecchia di cinquant’anni, ma lasciamo perdere.
Però quando si vende un autore italiano “caduto in pubblico dominio”, allora davvero mi chiedo se in certi uffici di certi editori pensano che i lettori (o potenziali tali) siano poco più che dei cretini, tutti o quasi.
Trascorsi settant’anni dalla morte di un autore[1], le sue opere sono disponibili per tutti.
Quindi se mi vendi Alessandro Manzoni o Giacomo Leopardi, devi rendere l’edizione (il “prodotto”) appetibile, altrimenti me lo cerco gratis su Internet, chiaro?
Ovviamente per chi legge in lingua straniera l’approccio è analogo[2].
Morale: gentili editori (inclusi quelli di periodici e quotidiani con i loro “abbinamenti” editoriali incessanti; non solo di libri, come noto), spiegateci perché dovremmo “pagare per il pubblico dominio”.
Cioè abbiate la decenza di spiegarci cosa state vendendo[3], con che apparati critici, eccetera, che giustificano il prezzo.
Siccome nessuno è innocente, anche chi compra senza discernimento ciò che è in pubblico dominio in formato kindle/e-book, esistendo le opere in siti Internet, o è disinformato o è molto poco attento.
Quando comprate Pinocchio o Il giornalino di Giamburrasca dovete comprare un’edizione che vi soddisfi[4].
Qualche parola sulle traduzioni, però, va ancora spesa.
Se traduco male un autore caduto in pubblico dominio, i suoi eredi potrebbero avere nei miei confronti dei diritti morali: quelli non cadono in pubblico dominio. Se traduco bene, lo sanno quelli che leggono quella traduzione[5].
Allora ricordo un editore che fu anche un grande traduttore e che con la sua passione del mare – come ricordava Mino Milani in un bell’articolo pubblicato nel gennaio 2012 – ha “portato” Salgari integrale ai ragazzi (anche dicendo loro che Salgari si era suicidato) e ha realizzato con bravissimi studiosi ottime edizioni di Joseph Conrad: Ugo Mursia.
[1] Non mi avventuro in casi più complicati per chi non è esperto del diritto d’autore (che non è proprio lo stesso del copyright), io reputo di esserlo abbastanza. Quindi tralascio i casi di opere derivate, di opere scritte da due o più autori, eccetera. La regola data è quella più semplice. Nemmeno considerate questo (o altri post) come pareri legali.
[2] Ma variando in parte le normative e mancando armonizzazione totale su scala internazionale - non c’è WIPO che tenga -, se cercate sui siti canadesi potreste trovare Antoine de Saint-Exupery gratis.
[3] Per esempio per Emilio Salgari possono esserci interessanti varianti di edizione; chi legge in Francese potrebbe discutere fra edizioni integrali e non di romanzi di Fantomas. Forse adesso capite perché di Le Diable au corp di Raymond Radriguet trovate tre o quattro traduzioni in libreria: morto giovanissimo, caduto presto in pubblico dominio (i termini di protezione continuano ad allungarsi). Peter Pan di James M. Barrie fa eccezione, ma questa più che un’altra storia è una piccola favola dentro un mondo di avventure.
[4] Teoricamente anche le illustrazioni cadono in pubblico dominio, ma difficilmente troverete anche quelle su Internet.
[5] Riconosco come alcuni anni fa qualcuno abbia osato contestare certe traduzioni di Fernanda Pivano di Francis Scott Fitzgerald proprio perché grazie al pubblico dominio sono state approntate nuove traduzioni. Eh sì, perché la tutela dell’autore crea anche un monopolio di traduzione salvo che l’editore originale cambi il sub-editore straniero.