Fu Daniel Lanois ad intuire le potenzialità di Chris Whitley, giovane e promettente bluesman bianco di Houston, e ad invitarlo nel 1991 nei suoi studi di New Orleans per le registrazioni di Living With The Law. L’album, una fenomenale dimostrazione di tecnica chitarristica e capacità compositive (Poison Girl e Dust Radio su tutte), riuscì ad intercettare l’interesse di Tom Petty che lo volle con sé in tour e perfino di Ridley Scott che inserì il brano Kick The Stones nella colonna sonora di Thelma & Louise. Difficile immaginare un inizio di carriera più promettente. Dovremmo invece aspettare fino al 1998 perché il capriccioso musicista esca da una lunga crisi personale ed artistica con l’altro suo capolavoro: Dirt Floor. Disco registrato in perfetta solitudine (qualcuno lo ha paragonato al Nebraska di Springsteen), ricco di tensione emotiva, testi introspettivi e brani palpitanti come questa Scrapyard Lullaby. Nel 2005 gli verrà diagnosticato un cancro ai polmoni che, dopo appena qualche mese, lo condurrà alla morte a soli 45 anni. Chris Whitley ci lascia in eredità un paio di grandi album da riscoprire e la bella e brava Trixie, sua figlia, interprete di buon successo in ambito Pop/Soul.