Probabilmente l’avrete già letto in giro ma non si può far altro che condividere: se non avete amato la Jessica Jones della prima stagione non avvicinatevi neppure lontanamente a questa seconda. In questo modo dovremmo riuscire a limitare al minimo le infinite e senza risultato discussioni sul valore di una serie tv che mai come in questo caso prescinde dalle solite regole, o per lo meno che non ha nessun intenzione di sottostare a quelle ultimamente consolidate tipicità che nella maggior parte dei casi fanno conseguire un apprezzamento maggiore dal parte di critica e pubblico.
L’investigatrice Marvel dotata di super forza e di un fegato d’acciaio si prende infatti una intera stagione per NON raccontarci storie particolarmente avventurose o mostrare combattimenti adrenalinici, addirittura si premura di eliminare il più velocemente possibile anche l’ombra di un nemico plausibile: Melissa Rosenberg, la creatrice della serie, supportata da tutti gli sceneggiatori intervenuti, ha deciso di puntare totalmente sul carisma e l’incredibile empatia che Jessica ha instaurato sin dalla sua prima apparizione (e si, intendo quella cartacea) con i suoi seguaci, trascinandoli ancora una volta in lungo e in largo per New York e suoi sobborghi, insieme alla loro anti-eroina preferita (amica, sorella, amante, figlia, odiosa e meravigliosa donna) alla ricerca di qualcosa che dia anche solo un briciolo di speranza e appagamento alla (sua) vita.
Certo durante lo scorrere delle puntate verranno svelati misteri sul passato di Jessica, ci saranno rivelazioni sull’ottenimento dei suoi poteri, si svilupperanno trame trasversali coinvolgendo tutto l’entourage già conosciuto in precedenza (una Trish Walker più agguerrita, indefinibile e schizoide che mai, un Malcom impegnato strenuamente nel suo percorso di redenzione e apprendimento, la luciferina avvocatessa Jeri alle prese con qualcosa che sembrerebbe impossibile da sconfiggere anche per lei) e tutti gli altri che incroceranno il cammino della protagonista.
Non tutto scorre liscio in questa stagione, anzi: la trama presenta molte scelte approssimative o per lo meno discutibili tradendo probabilmente un disegno originale non troppo a fuoco fin dal suo concepimento; la regia, poi, è spezzettata in 13 registe differenti, una per ogni episodio, che rivela purtroppo una eccessiva discontinuità di talento. Ma nonostante questo l’attrice Krysten Ritter, sfoderando una interpretazione spettacolare e pienamente a proprio agio nel giubbotto di pelle e i jeans di Jessica, riesce a svincolarsi da questi intoppi e catturare emozionalmente tutti gli spettatori disposti a credere in lei e al suo modo di vivere. I suoi occhi, la sua costante camminata, quel suo “scrutare” sul personal computer o nella macchina fotografica, le ferite inferte e ricevute, il suo sedersi a gambe incrociate sulla scrivania, i pensieri ossessivi, i sensi di colpa, le verità insopportabili e i tradimenti affettivi, tutti i bicchieri di whisky trangugiati, ogni singolo attimo del giorno e della notte a combattere un dolore implacabile e che la sta divorando dal di dentro. Ci sono troppi mostri nella vita di Jessica e, nonostante questi a volte abbiano le sembianze di oscure presenze fuori dall’ordinario, si svelano nella loro essenza come quei singoli mostri che tutti noi ci troviamo ad affrontare ogni giorno della nostra vita.
Jessica Jones rappresenta un tassello decisamente peculiare nel grande quadro del Marvel Universe, cinematografico, televisivo e anche cartaceo: fin dai tempi della sua prima apparizione nei comics a lei dedicati la protagonista fissa il suo sguardo negli occhi dei suoi lettori/spettatori senza nascondere nulla e assicurando/minacciando che niente rimarrà a lei nascosto. Un carrarmato malandato e in stranamente sensuale che non si ferma mai davanti alle apparenze, ai sotterfugi, alle debolezze e insicurezze, alle tragedie e alle violenze indicibili, all’orrore costante, solo per riuscire, anche solo per pochi secondi, a trovare un briciolo di serenità, verità e pacificazione.
In ultima analisi ripeto quanto scritto all’inizio: se volete una storia con personaggi stereotipati, avvincenti, spettacolari e continui colpi di scena da balzo sulla sedia state lontano da questa serie tv: questa seconda stagione non è altro che un lungo, imperfetto ed commovete approfondimento della storia di uno dei personaggi femminili più belli e vitali di questi anni. Io ne ho in mente non più di tre. Compresa la mia adorata Jessica.